Termovalorizzatori, Lombardo:| Politica e mafia alleati nell'affare - Live Sicilia

Termovalorizzatori, Lombardo:| Politica e mafia alleati nell’affare

21.50. Lombardo:"Siamo entrati in un gioco più grande di noi".  E' durato un paio d'ore l'incontro tra il governatore Raffaele Lombardo e i pn che indagano su presunte infiltrazioni mafiose nella realizzazione dei termovalorizzatori. Poco prima della riunione il presidente della Regione ha affidato al suo blog una riflessione sulla vicenda. La pubblichiamo integralmente.
Il governatore sentito in Procura a Palermo
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21.50. Lombardo:”Siamo entrati in un gioco più grande di noi”.  E’ durato un paio d’ore l’incontro tra il governatore Raffaele Lombardo e i pn che indagano su presunte infiltrazioni mafiose nella realizzazione dei termovalorizzatori. Poco prima della riunione il presidente della Regione ha affidato al suo blog una riflessione sulla vicenda. La pubblichiamo integralmente.

Le azioni del Governo che presiedo e dell’Assemblea Legislativa Regionale, seguite alla Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 18 luglio 2007, che bocciava la gara dei termovalorizzatori, meritano di essere riconsiderate.

Così l’abolizione dell’Agenzia dei Rifiuti votata a scrutinio segreto dall’A.R.S. a fine 2008. E la delibera di Giunta dell’aprile 2009 in cui si disponeva che “il possibile subentro dell’Amministrazione regionale ai raggruppamenti affidatari non comportasse l’automatico riconoscimento dei danni per oltre 300 milioni da loro pretesi”.

La nuova Legge e il nuovo Piano Rifiuti e forse ancor più la delibera che dispone il riesame della procedura di affidamento adottata il 18 marzo scorso e trasmessa alla Procura della Repubblica di Palermo il 22 marzo.

Se è vero che si trattava del più grosso “affare” del secolo, le cui dimensioni superano i 5 miliardi di euro; se è vero che certa “politica” e la mafia vi si sono incontrati e alleati.

Se è vero che il Governo che presiedo e la politica che lo sostiene lo hanno di fatto smantellato affidando le competenti valutazioni alla Magistratura; c’era e c’è da aspettarsi ogni tipo di reazione anche tra quelle che possono apparire inimmaginabili.

Se fosse vero, com’è vero, quanto precede, sarebbe quanto meno plausibile rileggere i fatti di questi ultimi mesi: composizione dei Governi, ridefinizione delle maggioranze, divaricazioni nei Partiti, prese di posizione, minacce ed aggressioni mediatiche e non solo.

Ne ero consapevole quando nel dicembre scorso previdi e lo dichiarai in Aula, che contro di me sarebbe stato scatenato un attacco politico, quindi un attacco mediatico giudiziario, senza nulla, infine, escludere.

Ecco perché ho chiesto di anticipare a stasera la comparizione dinanzi alla Procura di Palermo in qualità di persona informata dei fatti. Per assicurare pieno e incondizionato, il doveroso contributo all’accertamento della verità.

Forse, senza neppure accorgecene, siamo entrati in un gioco più grande di noi.

Quel che conta è che i siciliani possano vivere, costi quel che costi, la stagione dell’affrancamento dai mille sfruttamenti e imboccare la via dello sviluppo”.

19.32. Lombardo in Procura. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo si trova in questo momento negli uffici della Procura di Palermo per essere ascoltato dai Pm che indagano su presunte infiltrazioni mafiose e irregolarità nella realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Sarebbe stato lo stesso Governatore, che è stato visto entrare al Palazzo di Giustizia, a chiedere di anticipare l’audizione prevista per domani. Lombardo viene sentito come persona informata sui fatti, dopo le sue denunce pubbliche sul business dei termovalorizzatori, dai sostituti Nino Di Matteo e Sergio De Montis e dell’aggiunto Leonardo Agueci che conducono l’inchiesta. Un’indagine che ha portato oggi a una serie di perquisizioni nelle sedi di decine di imprese di tutta Italia e alla Agenzia regionale per i rifiuti, ente appaltante delle gare.

La guardia di finanza, coordinata dalla Procura di Palermo che ha aperto un’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nell’affare dei termovalorizzatori in Sicilia, sta eseguendo perquisizioni nelle sedi di tutte le associazioni temporanee di impresa, delle società consortili e delle agenzie pubbliche interessate alla costruzione degli inceneritori. Le perquisizioni sono in corso a Milano, Roma, Palermo, Cagliari, Caltanissetta, Enna e Agrigento.

Gli inquirenti avrebbero già riscontrato alcune anomalie nell’ambito degli ingenti flussi finanziari attorno all’ operazione dei termovalorizzatori e adesso stanno indagando per verificare non solo l’esistenza di infiltrazioni della mafia ma anche di eventuali episodi di corruzione e altre irregolarità.

Sono stati sequestrati una serie di documenti relativi alla gara bandita per la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Sotto la lente di ingrandimento delle fiamme gialle sono passate tutte le società che facevano parte delle quattro Ati aggiudicatarie della gara, nel 2007 annullata dalla Corte di Giustizia Europea per difetto di pubblicizzazione. Perquisite, tra le altre, la Altacoen, ditta ennese, ammessa alla gara anche se priva di certificato antimafia, la Falck, che capeggiava tre dei quattro raggruppamenti di impresa assegnatari dell’appalto, la Daneco Gestione Impianti e l’ente appaltante: l’Arra, l’Agenzia Regionale Rifiuti ed Acque.

L’indagine, oltre che su presunte infiltrazioni mafiose nell’affare, cerca di far chiarezza sulla regolarità della gara e sull’eventuale esistenza di accordi di cartello tra le Ati aggiudicatarie che, con la compiacenza di funzionari pubblici a cui sarebbero andate tangenti, si sarebbero spartite a tavolino i lavori e poi, dopo la bocciatura europea, avrebbero fatto andare deserte le gare successive per indurre la Regione ad abbandonare la strada del bando pubblico.

L’avviso di gara per la realizzazione dei termovalorizzatori venne pubblicato nel 2002 dall’allora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti della Regione siciliana. Le gare furono aggiudicate a quattro associazioni temporanee di impresa, costituite da varie società di tutta Italia interessate alla costruzione dei termovalorizzatori a Bellolampo a Palermo, a Casteltermini (Agrigento), a Paternò (Catania) e a Augusta (Siracusa).

Dopo le dimissioni dell’ex governatore Totò Cuffaro, il nuovo governo di Raffaele Lombardo ha deciso di sospendere il piano dei rifiuti e di annullare le gare per i termovalorizzatori alla luce anche di un pronunciamento dell’Alta Corte europea che ha rilevato anomalie nei bandi di gara. Nei giorni scorsi Lombardo ha presentato in Procura un dossier sul business dei termovalorizzatori.


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