Palermo, che vita da cani! - Live Sicilia

Palermo, che vita da cani!

Gli animali maltrattati e abbandonati
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Noi bambini imparammo l’amore per gli animali dalla Signora e Ciciritto. Lui era un cane peloso, buffo, scodinzolante e anchilosato, dal pedigree incerto. Lei se la passava pure peggio. Ma si amavano e si sostenevano, trasformando l’involontaria comicità di due esseri al tramonto in tenerezza ed esempio. Erano sempre accanto: sulle scale, in piazza, o dal fruttivendolo. Si accompagnavano con gli sguardi e con le carezze. Si aspettavano, quando uno dei due ritardava. L’esistenza insieme – nell’impegno di badarsi l’uno con l’altro reciprocamente – era più complicata. Era assai più dolce.

Ciciritto mi è tornato in mente l’altra mattina, per contraddizione, quando ho aperto una mail e mi sono trovato davanti agli occhi uno schianto: la foto di un canuzzo impiccato a un cassonetto. Un piccolo cane col collo reclinato e le zampe irrigidite, appeso e straziato, Gaetano. Forse a qualcuno parrà un particolare insignificante, un tassello minimo,  seppure esecrabile, una macchia minuscola in una realtà triste e problematica come Palermo. A noi no, infatti dedichiamo all’evento e ad altri fatti collaterali la nostra attenzione domenicale. Se qualcuno ammazza un cucciolo con tanta efferatezza, vuol dire che in città c’è un problema di tutela dei deboli, di inciviltà e di livello complessivo della qualità della vita. E adesso, per favore, non scrivete che tanto fanno così perfino a Belluno. Noi stiamo a Palermo. E crediamo che Palermo sarà un luogo migliore quando non si impiccheranno più cani (né gatti), quando non si abbandoneranno più. C’è un nesso stretto tra il corpicino ciondolante di Gaetano e l’orrore  che ci circonda. Tutto si tiene, tutto si spiega. Tutto deve essere denunciato.

Quando divampa una grande passione tra due creature, la questione è una sola: chi andrà via per primo? Chi lascerà l’altro a piangere nella sua solitudine inguaribile?
Toccò a Ciciritto morire in anticipo. La Signora lo seppellì, sotto un mucchietto di terra e fiori che dava sul mare. Ancora oggi un pezzo di lapide stinta “Cicirit” si intravvede. Ancora oggi noi, vecchi bambini che passiamo di là e sappiamo dove cercare, possiamo leggere e ricordare come imparammo l’amore.

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