Lettera a un palermitano | che oggi va a Catania - Live Sicilia

Lettera a un palermitano | che oggi va a Catania

Il dolore sportivo
di
2 min di lettura

Tu oggi vai a Catania per lavoro. E’ lunedì. E questo non rende affatto facili le cose. Guidando, vedrai illusoriamente nello specchietto retrovisore il faccione di Lo Monaco (nella foto) che ride. Anzi, si scompiscia. Ride, sghignazza e prende in giro te. Per alleviare il dolore, allungherai il brodo con un passaggio collaterale a Piazza Armerina. Ti fermerai disfatto in un’area di servizio. Il problema è che le aree di servizio sono piene di giornali, soprattutto sportivi. La Gazzetta è rosanero. Come farai a non pensarci?

Tu vai a Catania per lavoro, oggi. Avresti preferito altre imprese, me lo hai confessato al telefono. Avresti preferito affrontare il drago di Siegfrid armato soltanto di un coppino di calia e semenza. Avresti preferito riflettere sull’esistenza dei marziani, seduto su una pala di ficodindia. Tutto avresti preferito, fuorché andare a Catania per lavoro. Si sa, il lavoro è lavoro. Che poi non è nemmeno Catania (bellissima città) il punto dolente. E’ che a Catania ci stanno i catanesi. E, di solito, i catanesi sono contenti se il Catania vince. Se vince col Palermo, sono ancora più contenti. Se il giorno dopo gli capita tra le grinfie un palermitano, si sciolgono in purissima letizia.

Incontrerai il collega che incontri ogni lunedì. E lui come ogni lunedì ti chiederà: “Macco, chi fici u’ Palemmu?”. Stavolta, si rivolgerà a te – puoi scommetterci – con gli occhietti vispi e un filino di malizia in più. No, non è mica un’impressione. E tu avrai voglia di agganciargli la carotide e mormorargli a bruciapelo alcune puntualizzazioni. Prima puntualizzazione: mi chiamo Marco, non “Macco”, come ti ostini a ripetere da dieci anni. Seconda puntualizzazione: oggi è vietato discutere di calcio. Tuttavia, non farai nulla di tutto questo, sei buono.

All’una, entrerai nel solito ristorantino, dove servono e rigorosamente la pasta alla Norma. Il titolare si chiama Agatino Alfio. Uno da solo non bastava. Piangendo in silenzio, innalzando finalmente la pupilla arroventata, fissa sulla ricotta salata e accecante della Norma, vedrai milioni di catanesi con milioni di giornali sportivi, ridere e scherzare intorno a te. Sarà quello il momento giusto, caro Macco. Alzati e urla: “Forza Palermo!”, con tutto il fiato in gola. Li stupirai per amore. Che bello l’amore, anche se perdi.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI