Qualcuno dice: "Fora dai ball!" - Live Sicilia

Qualcuno dice: “Fora dai ball!”

La tragedia di Lampedusa
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(rp) Ieri molte telefonate con Andrea Tuttoilmondo, il bravo cronista che scrive da Lampedusa. Lui pensava che Peter il camerunense avesse perso la fidanzata in mare. Qui, abbiamo letto in agenzia che, invece, la ragazza era salva. Ci siamo sentiti ancora per esultare in stile Mundial ’82. Che una storia d’amore sia rimasta intatta nel macello di Lampedusa, non ci ha consolato. Troppi morti. Troppi corpi a pelo d’acqua. Ma è una splendida notizia, per cui ringraziare qualcuno. E c’è venuto in mente, per la prima volta, che stiamo parlando di persone, non di statistiche. Colpa nostra, anche nostra. Abbiamo scritto solo dei disagi dei residenti, giusti, per carità. Siamo rimasti incartati nella villa di Silvio.  Tuttavia, abbiamo operato – senza volerlo – una distinzione antropologica tra i lampedusani con i loro diritti e la gente disperata che arriva. I primi: individui da difendere e da salvaguardare. I secondi: massa cieca, indistinguibile. Piombano sulle nostre coste. Dovremmo pure proteggerli? E abbiamo alzato le spalle quando uno scostumato al governo ha urlato il suo: “Fora dai ball”, parlando di altri esseri umani. Ci siamo abituati, per noi è folclore. Non ci indigniamo più. E siamo morti, perché non c’è più la capacità di arrabbiarsi per ciò per cui varrebbe la pena farlo. L’ignavia ci ha avvelanato. L’orrendo folclore leghista è diventato il cardine dell’egoismo di una terra una volta ospitale. Ci hanno tolto il cuore. E non abbiamo battuto ciglio.

Ieri, i numeri dei migranti hanno preso colore e volto. Gli occhi dei sopravvissuti. Il pallore dei corpi a pelo d’acqua. Le storie. Le parole. Le preghiere. Forse, possiamo ripartire da qui su un cammino di umanità e pietà. O forse siamo smarriti per sempre, nel nostro mare di ghiaccio senza fine. E qualcuno di coloro che leggono Livesicilia, nel fondo della sua anima, magari lo penserà davvero che una tragedia ogni tanto sia utile, per calmierare l’invasione, come ha scritto un commentatore sul “Giornale”. Se lo pensate, ditelo, ne discuteremo serenamente, garantendo equilibrio e misura. Non si cura il male dell’anima, nascondendolo.
Nessuno è senza colpa. Nemmeno noi. Neanche voi, cari lettori. Ieri le cronache del disastro sono state tra i pezzi meno letti, molto dopo l’omicidio, Cuffaro, le prostitute e perfino Miccoli. La rabbia di un calciatore vale di più di duecento morti stranieri. Orrore e indifferenza. Come ci appare stretta la via verso la resurrezione.


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