La Finanziaria dimagrita | Anzi, trasparente... - Live Sicilia

La Finanziaria dimagrita | Anzi, trasparente…

Cosa c'è nel documento approvato
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Era stata annunciata come una Finanziaria che avrebbe provato a riformare interi settori della vita economica e sociale della Sicilia, dai consorzi per le Aree di sviluppo industriali alle Ipab (Opere pie), dall’agricoltura agli Istituti autonomi casse popolari (Iacp) e via sognando. Ma quando l’Aula si è risvegliata, si è trovata davanti una Finanziaria scarna, ridotta all’osso, appena diciassette articoli, qualche emendamento appeso qua e là e qualche ambiguità tecnica (la copertura finanziaria per la sanità non è un esempio di chiarezza: anzi) e politica (i mugugni di tanti parlamentari della maggioranza, Pd in testa, insoddisfatti delle mancate riforme).

Questa la scelta adottata dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, al termine di una settimana parlamentare confusa e convulsa. Basti pensare ai testi presentati dal governo, che cambiavano di giorno in giorno e, qualche volta, anche due o tre volte in un giorno. Una chiara manifestazione di debolezza politica da parte del governo. Anche nelle ultime ore è andato in scena l’ennesimo cambiamento di programma. Circolava il testo di una Finanziaria ricca, che annunciava riforme in tanti settori della vita pubblica siciliana. Forse un po’ troppo ricca, visto che toccava temi che, di solito, l’Aula (quando è in sì) affronta con disegni di legge organici. Cosa, questa, che al capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, non andava giù. Così lo stesso Leontini ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al presidente dell’Ars, il suo compagno di partito Francesco Cascio. Annunciando una battaglia parlamentare contro quella che definiva una “legge omnibus” (cioè una legge-calderone dove si sarebbe ritrovato tutto e il contrario di tutto).

Qualche ora dopo il governo annunciava che in Aula sarebbe arrivata la già citata Finanziaria ridotta all’osso. Niente riforma degli Iacp, stop alla riforma dei consorzi Asi, addio alla rivisitazione della gestione delle Opere pie, niente scioglimento degli enti che operano in agricoltura (a cominciare dall’Esa) e stop pure alla rivisitazione degli Ato. Insomma, niente di niente. Che è successo?

Forse il governo ha deciso di non andare a uno scontro in Aula, nella considerazione che, pur avendo in Aula i numeri, la presidenza dell’Ars è pur sempre nelle mani dell’opposizione (anche se, a dir la verità, Cascio e i vice presidenti che si sono alternati sul più alto scranno di Sala d’Ercole sono sempre stati al di sopra delle parti, e in alcuni momenti forse un po’ troppo ‘governativi’). O forse ha prevalso la strategia di non appesantire un testo che presenta problemi non ancora risolti del tutto.

Sanità – Il riferimento è alla sanità. O meglio, alla copertura delle spese in questo settore nevralgico della vita pubblica siciliana. All’appello mancano 600 milioni di euro – e qui siamo già entrati nel cuore di questa scarna legge finanziaria – e non è ancora chiaro come verranno reperiti. Il governo avrebbe voluto un semplice accantonamento negativo in attesa dell’arrivo delle risorse Fas (Fondi per le aree sottoutilizzzate) da Roma. Da indiscrezioni, sembra che tale appostamento, senza qualche ‘paracadute’, rischiava di creare problemi con il commissario dello Stato.

In pratica, trattandosi di un cofinanziamento (la Regione partecipa al 49,11 per cento alle spese della sanità: il resto dei soldi sono a carico del fondo sanitario nazionale, cioè dello Stato) non basta una semplice previsione di entrata, peraltro aleatoria (non è ancora detto che da Roma arrivino a breve le risorse Fas). Servono, insomma, soldi veri. Così sono stati incrementati i fondi di riserva, che da 200 milioni sono passati a 450 milioni di euro.

Tutto a posto? Niente affatto. Perché a norma di legge con i fondi di riserva non si possono pagare le spese del corrente anno, se è vero che tali risorse servono per fronteggiare le obbligazioni giuridiche degli anni precedenti. La questione non è ancora chiarita. Toccherà al commissario dello Stato dire l’ultima parola su un passaggio tecnico estremamente delicato.

Forestazione – Nella manovra restano a carico del Fas i fondi per i forestali (200 milioni di euro). Viene affrontato anche il tema degli enti locali. Per i Comuni sono disponibili circa 750 milioni di euro. Di questi, il 10 per cento dovrebbe essere destinato a investimenti. Per le Province regionali lo stanziamento è pari a 45 milioni di euro (di cui 20 milioni di euro per investimenti). I fondi verranno erogati in quattro trimestralità. La quarta trimestralità in favore dei Comuni, fatta eccezione per quelli con una popolazione inferiore a 15 mila abitanti, verrà erogata all’insegna di meccanismi di premialità. Verranno premiati quei Comuni che avranno adottato misure di contrasto all’evasione e all’elusione dei tributi locali e che avranno messo in atto i piani per la valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare.

Verde agricolo – Nelle zone destinate a verde agricolo è consentito il mutamento di destinazione d’uso dei fabbricati per abitazione civile e per realizzare costruzioni a servizio dell’agricoltura. Il provvedimento riguarda i fabbricati rurali, i depositi agricoli e le abitazioni rurali realizzate con regolare concessione edilizia. E’ ammessa la destinazione ricettivo-alberghiera e di ristorazione, nel rispetto dell’ambiente e delle norme sanitarie e di sicurezza. Nel rispetto della cubatura esistente, i fabbricati potranno essere trasformati in bed and breakfast.

Turismo rurale – Gli operatori agrituristici potranno trasformare le proprie aziende optando per il turismo rurale. Questo consentirà, ad esempio, a chi ne farà richiesta di utilizzare al meglio i fondi del Psr (Piano di sviluppo rurale, fondi messi a disposizione dall’Unione Europea).

Autostrada Ragusa-Catania – Questa autostrada, considerata strategica, dovrebbe essere realizzata in project financing. Con una quota di fondi a carico di Stato e Regione. Qualche tempo fa il presidente Lombardo manifestò qualche dubbio sull’opera, forse perché vi intravedeva l’ombra di un suo grande ‘nemico’, il senatore del Pdl, Giuseppe Firrarello. Da allora, tra chiacchiere e polemiche, è tutto bloccato. Roma dice per colpa della Regione; che replica dicendo che è il governo nazionale che non ‘caccia’ i soldi.

Con questa norma contenuta nella Finanziaria si fa chiarezza su questa ‘telenovela’. Si anticipano 5 milioni di euro per avviare i cantieri. A cantieri aperti governo nazionale e Regione dovranno finalmente scoprire le carte (in verità è per lo più Roma che dovrà fare chiarezza, tirando fuori le risorse Fas, almeno per quest’opera).

Ultima notazione: le notizie che avete letto sono state tratte dal testo non ancora ‘collazionato’ (cioè riordinato) dagli uffici. Quando il testo sarà pronto per una lettura più attenta non possiamo escludere qualche sorpresa. In ogni caso, vi informeremo.

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