Si incatena per questioni condominiali - Live Sicilia

Si incatena per questioni condominiali

Palermo, piazza Politeama
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Girolama Pagano ha 65 anni, una vita da casalinga, figli grandi e un marito pensionato. Una persona normale dall’esistenza normale che trascorre le sue giornate in maniera normale. La signora Pagano stamattina ha riaperto gli occhi al nuovo giorno tra le lenzuola del suo letto, ha acceso il fornello sotto la caffettiera come ha sempre fatto, poi è andata in bagno. Il meteo la sera prima aveva annunciato l’ennesima giornata di caldo d’inizio estate, sceglie di indossare un paio di pantalone di lino fresco, una magliettina bianca e scarpe aperte; si passa un po’ di matita sugli occhi, rossetto sulle labbra, esce di casa portando con sé un sacchetto pesante, si reca in piazza Politeama e alle 10.30 si incatena alla cancellata che cinge la statua di Ruggero Settimo.

La notizia viene recapitata in redazione alle quattro del pomeriggio da due ragazzi, i quali notata la donna legata con un cartello al collo “Ho sete e fame di giustizia”, durante la loro passeggiata, si erano assunti l’incarico di divulgare l’avvenimento, assecondando il desiderio della signora: “Voglio i giornalisti”, avrebbe detto. Il solito detestabile caso di malagiustizia, la rotella che si inceppa nell’abnorme macchina del Palazzo, da cui scaturisce l’inevitabile disperazione del cittadino comune che sfiduciato dalle istituzioni è costretto a ricorrere ai gesti estremi pur di fare sentire la sua voce? Sotto il sole cocente in mezzo alla piazza di fronte il Teatro Politeama, Girolama Pagano ha le braccia legate dalle catene, il viso palesemente stravolto mentre dalla fronte le scende qualche goccia di sudore. Ha voluto la stampa, ma non vuole parlare, non se la sente. Insistendo però qualche informazione la concede, ma con la stessa quantità di liquido che viene fuori da un contagocce. “Ma signora noi cosa scriviamo se non parla di nulla? ci dica almeno il suo nome?”,  pregano i cronisti accorsi sulla scena, “P.G.” risponde lei con diffidenza – i cronisti si scambiano un’occhiata perplessa – “Va bene, mi chiamo Pagano Girolama”, sbotta alla fine. “Abito in via Gaetano Di Pasquale 22 ed è da cinque anni che non ho giustizia”.

Vogliono ridurmi il cancello del mio condominio, quella casa l’abbiamo tirata su con i nostri soldi”. Svelato il mistero: alla base della protesta silenziosa un malcontento dell’iter giudiziario relativo ad una causa condominiale in corso. Dopo un’insistente opera persuasiva messa in atto dai Carabinieri della stazione di Palermo Centro, la donna si è decisa a desistere, sciogliendosi in un pianto liberatorio. Sembra che il marito non ne sapesse nulla.


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