La giustizia è malata?|La politica, per fortuna, no - Live Sicilia

La giustizia è malata?|La politica, per fortuna, no

Pubblichiamo da questa settimana una nuova rubrica, dal titolo "Pastone con le sarde", sunto semiserio degli accadimenti politici della settimana. Buona lettura.
Pastone con le sarde
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Gli arresti domiciliari di Cateno De Luca hanno acceso le polveri di una “quindicigiorni” esplosiva all’Ars. Quarto arresto tra i deputati, 25 dei quali sono indagati. Ma nessuno si scompone più di tanto. “C’è una questione morale all’Ars?” hanno chiesto i cronisti. “Che c’entra la morale con l’Ars?” hanno risposto molti inquilini di Sala d’Ercole.

Già, Ercole. Perché di una vera e propria prova di forza si può parlare riguardo alla discussione sulle “Riserve agli enti locali”. Arrivata in Aula quindici giorni fa, ricacciata in commissione Bilancio e approvata una settimana dopo. Il problema? Consentire a Giulia Adamo di tornare a casa. I residenti del trapanese, infatti, le avrebbero dato l’aut-aut: “O ci porti qualcosa, o è meglio che resti a Palermo”. Così, la bionda deputata dell’Udc ha chiesto di inserire nel ddl finanziamenti per i murales di Castelvetrano, il golfo di Castellamare, l’aglio rosso e il cartucciaro di Paceco, l’allargamento del “Parco archeologico stretto” di Partanna, il prezzemolo di Petrosino, il marmo di Custonaci e il duca di Salaparuta. Alla fine s’è accontentata dei soldi per l’aeroporto Birgi e per risarcire le saline, colpite dal maltempo 26 anni fa.

Approvata nelle stesse ore anche la legge sulle minoranze linguistiche. Ma nessuno dei novanta deputati sa di cosa si tratti. Per non saper né leggere né scrivere, Nicola D’Agostino dell’Mpa ha presentato un emendamento col quale ha chiesto l’istituzione, in ogni scuola, dello studio del dialetto di Catania, Misterbianco, Mascalucia, Paternò, Aci Trezza Aci Castello e Aci Catena, Francofonte, Licodia Eubea e, manco a dirlo, Grammichele. Per la cronaca, la bocciatura dell’emendamento è stata sancita dalla parole del presidente Cascio: “D’Agostino, ma sì fuoiddi?.

Il presidente dell’Ars, del resto, s’è anche un po’ scocciato di quanto succede in Aula. Per due volte in due settimane il governo non s’è fatto trovare. E le sedute sono saltate. Così, mercoledì scorso Cascio avrebbe chiamato al cellulare l’assessore D’Antrassi, unico atteso in aula, per sapere se sarebbe venuto o meno. L’assessore avrebbe risposto “Non posso recarmi all’Ars. Sono proprio in questo momento bloccato da importanti impegni istituzionali”. Proprio in quel momento, però, a coprire le parole di D’Antrassi un sottofondo inequivocabile: “Pullanchiiieeee”.

Intanto, dopo la nascita della “feroce” commissione d’inchiesta su Sicilia e-Servizi, il presidente Lombardo ha dato il segnale di discontinuità che l’opposizione aveva chiesto ad alta voce. Ha mandato Emanuele Spampinato per sette giorni in Thailandia, dicendogli che lì erano pronti a pagare il progetto “Iride” un occhio della testa, e ha fatto credere a tutti di averlo “dimissionato”.

Spampinato, ignaro, una volta tornato in Italia, ovviamente, ha detto a Lombardo: “Solo qua in Sicilia ci possono cascare”, e ha continuato a fare il presidente. Ma il Pdl, stranamente, stavolta non s’è incazzato…

Gli azzurri, in effetti, avevano altro a cui pensare in quei giorni. C’era l’unzione di Angelino Alfano. Che, tanto per gradire, ha lanciato una frecciata dritta dritta a Villa Niscemi: “Basta con i politici che vengono a Roma col cappello in mano”, ha detto. Un attimo dopo, Diego Cammarata, dopo aver nascosto per bene il berretto in un borsone Wilson, ha detto ai suoi collaboratori: “La prossima volta andiamo a Roma direttamente con un secchio della Gesip”.

Così, la nomina di Angelino ha dato nuova linfa al partito rappresentato in aula da Innocenzo Leontini, che ha “sfornato” due documenti importanti contro il dirigente della Formazione Ludovico Albert e l’assessore Massimo Russo. Per loro mozione di censura. Adesso non potranno più emettere decreti in fascia protetta.

Insomma, il Pdl “detta” l’agenda politica di questi giorni. Così, succede che l’elezione di Alfano scateni due reazioni uguali e contrarie. Nino Dina teme che il Pid possa confluire nel Pdl e lascia il partito (temporaneamente). Pippo Scalia teme che Fli non confluisca nel Pdl e lascia il partito (sembra definitivamente). Quando si dice i “punti di vista”.

Intanto, è entrato all’Ars un nuovo deputato: Giuseppe Sulsenti. E subito ha messo le cose in chiaro, bacchettando i giornalisti: “Io non sono rinviato a giudizio – ha detto – ma c’è solo una richiesta. E io – ha precisato – a quella richiesta ho già detto di no”.

Più complicata, invece, la situazione per il ministro Saverio Romano: per lui “imputazione coatta”. In pratica, dovrà presentarsi davanti al giudice in canotta, collanona, e difendersi usando frasi del tipo “Anvèdi questo” o “Sto fijo de ‘na mignotta”. Il ministro, ovviamente, ha subito reagito. “La giustizia è malata”.
La politica, per fortuna, no.

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