"I boss sono attenti ai segnali" - Live Sicilia

“I boss sono attenti ai segnali”

Intervista al giudice Morosini
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Cosa Nostra sembra assomigliare sempre più alla Camorra. Forse per la nuova tipologia di affari: sta cercando di reimmettersi nel traffico di stupefacenti e questo magari le impone anche un cambiamento nel modo di presentarsi, di mostrarsi”. Parte da questa considerazione Piergiorgio Morosini, giudice per le indagini preliminari a Palermo.

L’arresto di Antonino Lauricella sotto i riflettori. C’è un mutamento nell’atteggiamento mafioso che dovremmo cogliere?
“Di solito al momento della cattura i boss di Cosa Nostra hanno mantenuto, in effetti, un profilo più riservato rispetto a quello che si è colto a Ballarò il 12 Settembre. Ma questo anche fino a poco tempo fa. Penso a Nino Rotolo a Salvatore Lo Piccolo, a Bernardo Provenzano. E non è detto che dall’atteggiamento dell’ultimo uomo di Cosa Nostra catturato dalle forze dell’ordine possa trarsi una valutazione generale su un vero cambiamento di ‘di stile’, ma certamente i boss oggi sono molto più attenti ai segnali esteriori e c’è un atteggiamento meno riservato. È una cosa che emerge in maniera evidente anche dalle intercettazioni in cui si parla per esempio delle frequentazioni dei locali notturni, di una movida all’insegna della cocaina”.

Il dottor Morosini ricorda a questo proposito una fotografia, sequestrata a Vincenzo Costanzo, che ritrae Gianni Nicchi e Nicola Mandalà mentre sono in trasferta negli Stati Uniti per occuparsi del traffico di stupefacenti. Sono lì accanto alle rispettive donne, “come ad ostentare l’immagine del boss rampante “alla Scarface” dice. “Mi chiedo se queste differenze comportamentali non siano una spia di mutamenti di carattere”.

Uomini di mafia “alla Scarface“. Sigari, whisky, occhiali da sole. E risate beffarde. La morale?
 “Credo che l’atteggiamento un po’ di sberleffo di Antonino Lauricella al momento della cattura, la sua risata, sia altrettanto ‘figlia dei tempi che corrono’. È la tendenza sempre più in voga – purtroppo- di deligittimare in qualche modo l’operato di chi rappresenta la legge. Anche questo un segnale sullo spirito dei tempi moderni, di cui inevitabilmente risentono anche i clan mafiosi. A riguardo di questa vicenda, però, credo che il vero fatto importante sia successo del lavoro delle forze dell’ordine sul territorio siciliano. La cosa che veramente conta”.


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