Un esemplare di razza - Live Sicilia

Un esemplare di razza

L’ho riconosciuto nella folla di un tredici febbraio non qualunque, a piazza Verdi, tra un chiosco Ribaudo e l’altro. Un esponente molto in vista del Pd siciliano: l’avevo già intravisto in un marasma diverso da quello che ha animato la bella giornata palermitana di “Se non ora quando”, ovvero in coda a un concerto di De Gregori. Le premesse per considerarlo “uno dei nostri” c’erano tutte. Davanti al Teatro Massimo, io mi aggiravo tra la flora e la fauna di scontenti colorati, donne e uomini che risvegliavano la città da un lungo letargo. Lui, poco più in là, stringeva la mano a qualcuno che sembrava pendere dal suo braccio.

Non l’ho fatto apposta: la confusione mi ha spinto verso quelle dita fuse in un saluto interminabile. Dovevo passarci in mezzo, spezzare quel sodalizio improvvisato tra base e vertice. “Scusate”: era il minimo che potessi dire. Il politico del Pd mi ha guardato, scoccandomi un’occhiata forse altera, forse semplicemente infastidita, forse entrambe le cose. Io ho rilanciato: “Permesso?”. Il politico del Pd ha continuato a guardarmi, stavolta con indifferenza, forse con aria di sfida, forse entrambe le cose. Il suo braccio importante è rimasto lì dov’era, a mezz’aria, intento a scuotere quello più umile del fedele.

Non volevo rovinarmi la giornata. Ho aggirato quel saluto che non si scollava, quel passaggio a livello di solidarietà per questuanti che maleducatamente mi sbarrava la strada. Ma oggi ne scrivo per rispolverare una regola aurea del cacciatore: gli esemplari di pregio si riconoscono dai particolari.

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