Invalidi picchiati e sequestrati | Scattano tre arresti - Live Sicilia

Invalidi picchiati e sequestrati | Scattano tre arresti

Sequestrati, segregati in casa e storditi con i sedativi per rubargli una assegno da ventiduemila euro. La polizia ricostruisce uno degli episodi di cronaca più cruenti degli ultimi anni. In manette sono finite tre persone. Si tratta di Katia Giacalone, 36 anni, residente in via Perpignano e Giuseppe Guliti, 46 anni, che abita a Cinisi. Entrambi pregiudicati, sono stati arrestati in flagranza di reato dagli agenti del Commissariato di Brancaccio. Le accuse sono pesanti: sequestro di persona, tentata estorsione e lesioni. In stato di fermo per gli stessi reati anche una terza terza persona: Emmanuel Ekow Nunoo, Ghanese di 46 anni, residente a Palermo in via Melendez.

Tutto inizia il 17 dicembre scorso. Un’anziana signora di presenta in commissariato per denunciare la scomparsa del figlio e della nuora. Entrambi invalidi. Passano alcuni giorni e la donna riceve una telefonata. Dall’altro capo della cornetta, una voce femminile. Dice di chiamarsi Giovanna. I due invalidi sono a casa sua e stanno bene. Pretende le chiavi della macchina del figlio e il 17 dicembre si presenta a casa della donna per prenderle. L’anziana signora resiste. Comincia ad avere paura. E poi c’è la storia dell’assegno ad insospettirla. Lo ha ricevuto per posta. Un titolo da 22 mila euro emesso da una società finanziaria. E’ intestato al figlio, la madre ha bisogno di parlare con lui. Poi, capisce che è meglio andare alla polizia. Mentre si trova in commissariato riceve una nuova telefonata. Stavolta ad ascoltarla ci sono anche gli agenti. La stessa voce femminile di prima le dice che sta per passarle il figlio. Quest’ultimo farfuglia qualcosa. Quindi tocca alla nuora. Il suo tono di voce è sofferto. Riesce solo a dire: “Voglio tornare a casa sto male”.

Il telefono da cui è partita la chiamata è intestato a Katia Giacalone. Un nome noto alle forze dell’ordine per via dei suoi precedenti per truffa. Ormai è una certezza: c’è la storia dell’assegno alla base di tutto. Negli uffici della Finanziaria i poliziotti scoprono che i due coniugi hanno chiesto un prestito e che successivamente una donna ha preteso, invano, che l’assegno venisse spedito a in via Sandro Pertini. E’ l’indirizzo di casa del convivente Giuseppe Guliti. Il 19 dicembre i due coniugi scomparsi sono in macchina assieme ai due arrestati che scendono per comprare le sigarette. La coppia tenta una fuga dsiperata. Si rifugia in un bar in piazza della Vittoria a Carini. Fanno in tempo a chiedere al gestore di chiamare la madre, poi arriva la Giacaone che li trascina via. Il giorno successivo gli agenti sono in via Sandro Pertini. Nei pressi di una villetta vedono parcheggiata una macchina. E’ una Golf. Lo stesso modello dei sequestratori. Fanno irruzione. In casa trovano in coniugi. Sono in stato confusionale, probabilmente sedati con i potenti farmaci trovati in casa. Hanno delle ecchimosi alle gambe. Probabilmente sono stati picchiati. Nella stanza da letto ci sono Giacalone e Guliti che hanno già le manette ai polsi prima di tentare una reazione. Nell’abitazione vengono trovati i documenti del terzo complice Emmanuel Ekow Nunoo. La stessa notte il ghanese viene bloccato mentre tenta di forzare la serratura dell’appartamento dei sequestrati. Voleva impossessarsi dell’assegno. Non è l’unica scoperta. Nunoo era riuscito a farsi assumere come domestico e ad ottenere la delega per la riscossione della pensione dei due invalidi.


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