Lombardo e la decenza - Live Sicilia

Lombardo e la decenza

L'osservatore romano
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Cos’è la decenza? Il criterio è purtroppo astratto, mutevole, ondivago. È sicuramente indecente presentarsi nudi in una spiaggia per famiglie, ma è altrettanto indecente presentarsi vestiti in una spiaggia per nudisti. Come si vede, la decenza sfugge a criteri precisi. Diciamo che non è misurabile. Ma in questi tempi di professori, di tabelle statistiche, di ragionieri al potere, bisogna trovare parametri precisi per misurare tutto. Perfino la decenza.

Partiamo allora dalla frase del governatore Raffaele Lombardo: “Francamente credo che la mia indennità sia appena decente per l’attività che svolgo come presidente della Regione”. Appena decente, significa che uno stipendio netto di 16.656 euro netti al mese è praticamente risicato per chi amministra una regione di circa 5 milioni di abitanti, con quasi ventimila impiegati e con risultati di efficienza sotto gli occhi di tutti.

C’è poco da ironizzare. Qui bisogna capire come e perché l’indennità del governatore Lombardo sia “appena decente”. E per farlo è necessario studiare, leggere, mettere insieme cifre e numeri. Basta prendere l’ultimo rapporto del Sole 24 ore sulla qualità della vita in Italia. Scopriamo così che nella classifica generale la posizione delle nove province siciliane è “appena decente”. Su 107 province, Caltanissetta è penultima, Enna si colloca al posto 99, Agrigento al 101, Palermo al 102, Trapani al 103. Va un po’ meglio a Ragusa e Messina, rispettivamente all’ottantasettesimo e all’ottantanovesimo posto. Siamo gli ultimi della lista. Siamo appena decenti, appunto.

Se andiamo a vedere la classifica del tenore di vita, anche qui la decenza è appena sfiorata. Prendiamo il valore di ricchezza prodotta per ciascun abitante. Se a Milano (prima in classifica) il Pil di ciascun abitante è valutato in oltre 36mila euro, ad Agrigento (posizione 102) il Pil si dimezza scendendo a 15.549 euro per abitante. Insomma, ogni agrigentino produce una ricchezza annua meno decente dello stipendio mensile del governatore. Le cose vanno leggermente meglio a Catania, provincia di residenza di Raffaele Lombardo, dove la ricchezza procapite è di 16.861 euro, forse proprio grazie allo stipendio del governatore e alla sua ultima dichiarazione dei redditi che denunciava 249 mila euro. È verosimile che l’indennità del presidente della Regione apporti benefici all’intera provincia di Catania, facendole risalire alcune posizioni nella classifica e collocandola al posto 93. Un valore aggiunto, dunque.

Chi più guadagna più spende. Nella classifica dei consumi per famiglia, la Sicilia continua ad essere appena decente. Se ad Aosta una famiglia spende 1.532 euro per auto, elettrodomestici, computer e mobili, in Sicilia le famiglie spendono cifre appena decenti: ad Enna 647 euro, ad Agrigento 648, a Caltanissetta 680, a Trapani 731, a Ragusa 740, a Catania 743, a Messina 744, a Siracusa 763, a Palermo 772. Anche qui, consumi risicatissimi che collocano la Sicilia sempre in coda alla hit parade.

Non parliamo poi dei pensionati. Se l’assegno mensile a Milano si aggira sui mille euro, ad Agrigento (in terzultima posizione) non arriva nemmeno a 490 euro. Forse è merito dei vitalizi dei deputati regionali e di qualche mega pensione dei funzionari regionali a riposo se Palermo sale fino all’88esima posizione con una media di 560 euro a testa e Catania scala la 78esima casella con pensioni medie da 610 euro. Pensioni appena decenti, è evidente. Pensioni che non aiutano a tirare a campare. Anzi, non bastano nemmeno per campare.

Come vedete queste classifiche sono scoraggianti per la Sicilia. Ma pensate un po’ cosa succederebbe togliendo i 16.656 euro mensili dello stipendio del governatore. La Sicilia rischierebbe di finire fuori graduatoria, bollata col marchio di non classificata. Redditi procapite, consumi, pensioni crollerebbero di colpo. Lo stipendio del presidente della Regione, ma anche quelli degli assessori, dei deputati dell’Ars e dei superburocrati regionali tengono alto l’onore della Sicilia. Ecco perché devono guadagnare di più degli altri siciliani: stipendi “appena decenti” per non sfigurare nel resto d’Italia a causa di tutti quei siciliani che hanno stipendi (quando li hanno) al di sotto della soglia della decenza.

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