“Io sono sempre candidato”. Questa la frase di Leoluca Orlando riportata dall’Ansa verso ora di pranzo e subito “precisata” dallo stesso Orlando, dopo una pioggia di reazioni polemiche. I giornalisti gli avevano chiesto cosa avrebbe fatto in caso di vittoria alle primarie di Fabrizio Ferrandelli e l’ex sindaco, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, così aveva risposto lasciando intendere che sarebbe sceso in campo candidandosi al primo turno. “Nel rispetto delle regole delle primarie – si legge nella nota di Orlando – nella convinzione che Rita Borsellino sarà la vincitrice delle primarie e successivamente della corsa elettorale per la poltrona a sindaco di Palermo, ma sopratutto nel rispetto di tutta la coalizione che si sta spendendo attivamentee democraticamente, affinchè ciò avvenga, smentisco categoricamente quanto riportato arbitrariamente da alcuni giornali e agenzie di stampa, che mi hanno voluto ritagliare una frase fuori da qualunque contesto in cui avrei affermato che io mi candiderò a sindaco in caso perdesse Rita Borsellino. Il mio impegno incondizionato per Rita Borsellino e l’intera coalizione di centrosinistra continua”.
Un episodio che ha in qualche modo oscurato la convention della mattinata, a cui è intervenuto anche, sebbene solo con un video messaggio, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Le primarie sono sempre laceranti. Non posso dire niente sugli altri candidati, posso solo dire che non si può non votare Rita Borsellino, che vincerà le primarie e diventerà il nuovo sindaco di Palermo”. L’ex magistrato, colpito da una febbre altissima nel giorno in cui avrebbe dovuto sostenere nella città “tutto-porto” la candidatura alle primarie di Rita Borsellino, ha così ufficializzato il proprio sostegno all’eurodeputata.
“Avremmo voluto meno veleni”, ha detto poco dopo la Borsellino sulla competizione elettorale interna al centrosinistra, che si concluderà tra meno di una settimana. Non si sbilancia invece la coppia “Borsorlando” sulla candidatura di Massimo Costa e su quella del presidente dell’Ars Francesco Cascio, asso nella manica di un Pdl che, dopo aver perso Gianfranco Micciché, sta cercando di sedurre il Terzo polo: “Le polemiche sono sempre sterili e Palermo non ne ha bisogno – ha detto Rita Borsellino – sono problemi loro e noi continuiamo la nostra battaglia come abbiamo sempre fatto”. E se vincesse Fabrizio Ferrandelli? La Borsellino risponde: “Non si ragiona per ipotesi: abbiamo sottoscritto un documento, quello delle primarie, che dovrà essere rispettato”. Documento dal contenuto spinoso per i democratici, divisi su un passaggio che il prossimo undici marzo porterà alla votazione di una sfiducia verso il segretario regionale Giuseppe Lupo. La Borsellino ha ribadito dal palco: “Non vogliamo – ha detto – un centrosinistra che faccia inciuci occulti con chi ha ridotto la città di Palermo in queste condizioni”.
Duro l’attacco a Palazzo d’Orleans sul mancato utilizzo dei fondi europei, che la Borsellino ha definito “un esempio terribile da parte della Regione”: “A Bruxelles – ha raccontato – chiesi al commissario perché da tempo non arrivassero più progetti siciliani o palermitani. Mi è stato risposto che arrivavano, sì, ma che spessissimo non rispettavano le regole. Per questo i progetti venivano nuovamente inviati in Sicilia con le dovute correzioni. Progetti che poi non venivano più spediti, o tornavano con gli stessi errori”.
“Palermo può sopravvivere solo con il tempo e le regole europee”, ha detto Leoluca Orlando, “ecco perché l’esperienza di Rita a Bruxelles sarà di grande aiuto a questa città”. E poi una critica da parte dell’ex sindaco, il primo a parlare sul palco, è arrivata anche per i cittadini: “Per dieci anni i palermitani hanno ricevuto calci in bocca dall’amministrazione, senza reagire. Quando io ero sindaco, sbagliavo un aggettivo e Palazzo delle Aquile veniva occupato”.
