"Mai voto di scambio | Io vittima di una trappola" - Live Sicilia

“Mai voto di scambio | Io vittima di una trappola”

Il video di Striscia e Faraone
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“Non ho mai parlato a nessuno in vita mia, né apertamente né riservatamente, di voto di scambio, non ho mai fatto promesse in cambio di lavoro o soldi. L’idea che possa passare il messaggio che io abbia fatto un voto di scambio mi fa vomitare. Ho perso tanti voti per aver denunciato il proliferare di cooperative che volevano lavorare con il comune o la regione, ho perso voti dicendo che la Gesip andava liquidata. Sono io il primo a chiedere che si faccia luce sui fatti, perche’ la mia coscienza e’ assolutamente pulita”. Davide Faraone è nervoso, teso, parla scandendo bene le parole e il volto non è sorridente come suo solito. E non potrebbe esserlo, visto il tema.

Il giorno dopo il servizio di Striscia la Notizia, che punta il dito contro il deputato regionale accusandolo di voto di scambio per le primarie, non è un bel giorno per Faraone. Sul web non si contano i commenti negativi e la polemica, come è usuale in questi casi, va montando sempre più. “Sono caduto in un trappolone ordito da personalità che hanno a che fare con le primarie, io ero in assoluta buona fede – ribatte il candidato alle primarie – sto raccogliendo informazioni in queste ore per dimostrarlo. Ho sopportato i finanziamenti ai miei concorrenti, ho sopportato che venissero cambiate le regole in corso sugli immigrati, ma questa volta voglio che la magistratura e gli organismi del Pd facciano tutte le loro verifiche, anzi chiedo di essere sentito: lo voglio per la mia onorabilità e per rispetto a chi mi ha liberamente votato”.

La conferenza, animata da un continuo botta e risposta con l’autrice del servizio, Stefania Petyx, prosegue poi con la ricostruzione dei fatti. “Ho conosciuto questa cooperativa, Palermo Migliore – continua Faraone – appena dieci giorni fa. Sapevo solo che avevano un protocollo d’intesa con l’Anfe, tutto qui. Totò Lentini (deputato regionale dell’Udc, ndr) mi ha inviato ad un convegno organizzato al teatro don Orione per il 24 febbraio, mettendomi in contatto con il presidente della cooperativa che mi ha offerto il suo sostegno elettorale. E in quell’occasione illustrarono la possibilità di poter essere formati mediante un’iniziativa dell’assessorato alla Famiglia, in modo che questi lavoratori potessero divenire competitivi nel mondo del lavoro. Ho semplicemente detto che l’unico accesso al mondo del lavoro era attraverso la formazione”.

Poi è la volta degli sms e delle telefonate arrivate non solo ai componenti della cooperativa. “Non so chi abbia mandato gli sms – dice Faraone – ma io non ne sapevo nulla. Figuratevi che sono arrivati anche a dirigenti del Pd, come Teresa Piccione, e a giornalisti, tant’è che sia ‘La Repubblica’ che ‘La Sicilia’ ne hanno scritto, così come al rappresentante di Ferrandelli al tavolo delle primarie. Il comitato organizzativo delle primarie, allora, ha convocato il mio rappresentante, Gandolfo Librizzi, il giovedì, e Librizzi ha spiegato che noi non c’entravamo nulla”.

Intanto si erano svolti i colloqui in via Mozart, così come mostrato nel servizio giornalistico. “Ma io non sapevo cosa dicessero – si difende il deputato – quello è un sistema che va condannato. Non ne sapevo nulla. Ma mi pare strano che, in un dialogo con persone di cultura medio-bassa, qualcuno usi termini come ‘voto di scambio’. Complotto ai miei danni? Dico solo che qualcuno ha creato le condizioni perché scoppiasse il caso. Altri soci della cooperativa, che sostenevano altri candidati alle primarie, non sono stati d’accordo con la scelta del presidente di sostenermi”.

Infine c’è il dialogo alla Vuccirìa, per la festa conclusiva della campagna elettorale. “Si tratta di una persona che conosco da tempo – spiega il candidato – che mi ha sostenuto elettoralmente, che ho conosciuto perché faceva parte, con la sua famiglia, del gruppo che abitava in via Messina Montagne. Faceva parte anche dei cenciaioli. Io ho detto sì nel senso che conoscevo la cooperativa e sapevo che mi sosteneva, tutto qui. Se potevo fare qualcosa? Ho detto che mi sarei battuto per queste persone socialmente emarginate, come sempre faccio. Il sindaco non ha poteri diretti sulla formazione, ma può impegnarsi per eliminare eventuali ostacoli per un progetto già finanziato”.

E poi parte l’attacco al partito. “Quello che mi ha sorpreso – accusa il deputato regionale – è che nessuno del partito mi ha chiamato per chiedermi come stessero le cose. Nico Stumpo, però, dirigente del Pd nazionale che ha seguito le primarie e che avevo attaccato per il finanziamento alla Borsellino, ha ben pensato di condannarmi con un comunicato un’ora dopo la messa in onda del servizio, senza farmi nemmeno il processo o ascoltarmi”.


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