Il testimone crolla in aula:| "Mio padre fece suicidare mia sorella" - Live Sicilia

Il testimone crolla in aula:| “Mio padre fece suicidare mia sorella”

Il processo
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“E’ colpa di mio padre se mia sorella si è suicidata. Credeva che fosse incinta e non approvava la sua relazione con uno spacciatore. Quella sera la inseguì con in mano un coltello da macellaio e lei si buttò dal nono piano”. Massimiliano Mercurio, il fratello di Ivana, morta suicida il 7 marzo 1992 a 14 anni, ha raccontato alla corte d’assise che processa il padre, Michele, per istigazione al suicidio, quello che sarebbe successo quella sera.

Sentito come teste dell’accusa ha prima sostenuto di non ricordare i fatti, poi, quando il pm gli ha chiesto se ricordava di quando la vittima fu presa a calci dal padre, è crollato e ha raccontato anni di violenze nella casa dello Sperone, dove lui, il fratello, le due sorelle e la madre venivano picchiati quotidianamente, anche a colpi di catena, dal padre.

Michele Mercurio, ambulante, era coinvolto anche nel contrabbando di sigarette. La madre, alle scorse udienze, ha invece negato tutto, cercando di coprire l’ex marito. “Mia madre mi ha detto di mentire – ha spiegato Massimiliano Mercurio oggi – ma io so quello che è successo e lo voglio raccontare”. Qualche giorno prima di morire Ivana era finita in ospedale con una ferita all’inguine. “Mio zio, Francesco Cardella – ha proseguito il teste – disse a mio padre che mia sorella era incinta di Vincenzo Carella. A quel punto mio padre le urlò che l’avrebbe fatta abortire lui e le diede un calcio provocandole una lesione”.

La sera del suicidio ci fu un altro litigio. “Le diede diversi schiaffi – ha raccontato – Dopo io usciì. Prima che andassi via mia sorella mi disse: mi ammazzerò prima che lo faccia lui. Mi butterò da questo palazzo”. L’indagine sul suicidio di Ivana Mercurio è stata più volte chiusa e riaperta. Nel 1997 la sorella di Ivana disse, mentre era a scuola, che la ragazza era volata giù perché stava scappando dal padre. Gli insegnanti avvertirono i magistrati, ma l’inchiesta venne archiviata perché i familiari interrogati negarono tutto. Le indagini furono però riaperte nell’aprile 2002 dopo il racconto di Massimiliano Mercurio alla polizia.

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