"Ci vuole la guerra, pronti | a bloccare lo Stretto" - Live Sicilia

“Ci vuole la guerra, pronti | a bloccare lo Stretto”

I Forconi vogliono ripartire con le proteste, e per "svegliare i siciliani" hanno deciso di fare il giro dell'Isola. Poi l'appuntamento a Messina, prima di arrivare sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria e bloccare tutto.

TORNANO I FORCONI
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“Ci vuole la guerra” dice il loro leader davanti alle telecamere. E sarà l’otto luglio il giorno della guerra dei Forconi. “L’otto luglio ci troveremo a Messina e poi oltrepasseremo lo Stretto. Bloccheremo la Salerno-Reggio Calabria all’altezza della tabella che recita: ‘Benvenuti in Italia’, come a dire che noi siciliani non siamo italiani. Non siamo italiani anche per i nostri politici che noi stessi abbiamo eletto”. Parla Mariano Ferro, il capo del movimento di contadini che lasciò a secco i serbatoi delle auto di centinaia di siciliani.

I Forconi hanno incontrato i giornalisti a Palermo, tappa di una carovana lunga duemila chilometri, che terminerà, appunto, a Messina. “Siamo pochi – ammette Ferro – ma nelle piccole città che attraversiamo ce ne andiamo soddisfatti: a Catelvetrano, Licata, Gela, quando ti fermi lo fai con il consenso dei vigili, della polizia e le persone ci applaudono”.

Sotto il sole che batte su piazza Politema, i Forconi mostrano anche un disegno, in cui è l’Imu a consentire di dispensare soldi solo a pochi seduti attorno a un tavolo: “Senza colpo ferire ti chiedono l’Imu e se non lo paghi il regime ti dice che ti tolgono la casa – accusa il leader di Avola – ecco perché è necessario svegliarsi e reagire”.

E si fa sempre più concreta l’idea di una candidatura solitaria del movimento alle elezioni regionali: “Siamo stanchi di tutte queste facce che ci hanno portato al disastro – dice Ferro, probabile candidato alla presidenza – È come chiedere al medico che ti ha portato alla morte di curarti per altri sei mesi”. Ecco perché i “Forconi non si venderanno a nessuno”.

Neanche a Maurizio Zamparini, ideologo del “Movimento per la gente”. Al richiamo dell’imprenditore friulano non avrebbe resistito Franco Calderone, membro del movimento, subito espulso: “Il vertice provinciale di Palermo – ha sentenziato Ferro – è commissariato”. Anche perché considerano l’iniziativa politica di Zamparini “un’operazione finta perché non puoi rivolgerti a tutti quelli che dal sistema hanno beneficiato. Ed è anche più pericolosa, perché se la lista è del Pd o del Pdl sappiamo chi è l’avversario. Attenti alle liste civiche – è il monito di Ferro – ci sono gli uomini della politica delle seconde file”.

Un avvertimento arriva pure a Leoluca Orlando. Alla presentazione del movimento del patron del Palermo Calcio, cui alcuni forconi hanno assistito, c’era, infatti anche il sindaco di Palermo: “Gli abbiamo sentito dire che avrebbe già salvato Palermo, ma non è così. Ci sono 400 milioni di debiti, ma chi li dovrà pagare, i palermitani? Se non saranno garantiti i trasferimenti agli enti locai arriverà proprio da loro la rivoluzione. Se questo paese deve saltare – conclude – che salti per rifarlo nuovo con uomini veri”.


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