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LiveSicilia.it / hp-colonna-centrale / La Sicilia brucia, quattro arresti Aricò: “Chiedo lo stato di calamità”

La Sicilia brucia, quattro arresti
Aricò: “Chiedo lo stato di calamità”

Sabato di fuoco per la Sicilia, con incendi in diverse parti dell'Isola. Chiusa la Palermo-Catania, mentre è ripreso il traffico ferroviario sulla Messina-Palermo. E l'assessore regionale al Territorio, Alessandro Aricò, annuncia: "Chiederò lo stato di calamità naturale".

INCENDI IN TUTTA L'ISOLA
di Redazione
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PALERMO – Un vasto incendio ha causato la chiusura dell’autostrada A19 Palermo-Catania nel tratto compreso tra Trabia e la zona industriale, in direzione del capoluogo etneo. Le auto sono dirottate sulla statale 113. E’ invece ripreso ma è rallentato il traffico ferroviario sulla linea Messina – Palermo, interrotto, stamattina, per due incendi che hanno interessato i binari tra Tusa e Pollina e nella stazione di Santo Stefano di Camastra. Per consentire ai vigili del fuoco di spegnere le fiamme, i tratti di linea interessati sono stati esclusi dalla circolazione che è proseguita utilizzando come terminali del servizio le stazioni di Tusa, Caronia, Cefalù e Sant’Agata.

Numerosi incendi continuano a bruciare in tutta la zona tirrenica di Messina. la situazione più critica a Rometta Superiore, Venetico e a Tusa. A Rometta Superiore da stamattina sono impegnate numerose squadre di vigili del fuoco di Messina. Le fiamme hanno circondato il paese e si è reso necessario l’intervento di un canadair.

Il fuoco ha aperto nuovi fronti a Tusa (Messina) e a Cefalù (Palermo). L’incendio più devastante é quello che, partito dalle campagne di Pettineo, è arrivato in contrada Ippolito. Il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, ha disposto l’evacuazione di case e aziende di allevamento. Decine le persone in fuga dalle fiamme che ora si stano indirizzando verso il litorale. A Cefalù l’incendio, alimentato dal vento di scirocco, è ripartito in contrada Allegracuore e sta distruggendo boschi e vegetazione mediterranea. Il sindaco Rosario Lapunzina ha chiesto l’intervento di mezzi aerei. Altri incendi sono divampati a Caccamo e Monreale in provincia di Palermo e nell’ennese.

“Il Corpo Forestale della Regione, al quale va il mio ringraziamento, ha finora arrestato sette piromani colti in flagrante, una sorta di record negativo perché mai finora si erano raggiunti questi livelli. La Regione si costituirà parte civile in tutti i casi chiedendo pene asprissime per i colpevoli che prevedano il blocco dei beni e lunghi periodi di detenzione”. Lo afferma Alessandro Arico, assessore regionale al Territorio e Ambiente. “Abbiamo mobilitato tutti gli uomini e mezzi disponibili perarginare gli incendi che stanno in questo momento devastando il nostro immenso patrimonio naturale e boschivo delle Madonie e dei Nebrodi”, aggiunge. “Purtroppo le condizioni climatiche non ci aiutano – prosegue – il forte vento che in molte zone supera la velocità di 40 nodi non consente le operazioni degli elicotteri antincendio che in alcuni casi sono dovuti rientrare. Abbiamo ricevuto l’assistenza del Centro Operativo nazionale che ha deviato in Sicilia ben otto mezzi aerei come Canadair e Fireboss per contrastare in maniera più efficace l’avanzata delle fiamme. Certamente questo finale di stagione estiva registra un altissimo tasso di piromania che deve essere contrastata con durezza”.

Tre persone sono state fermate tra San Mauro Castelverde (Palermo) e Castel di Lucio (Messina) mentre tentavano di appiccare il fuoco in una zona già devastata dagli incendi. I tre sarebbero stati notati da uomini della Forestale e fermati dai carabinieri dopo un tentativo di fuga. Ora sono nella caserma dei carabinieri di Mistretta (Messina) a disposizione del magistrato.

Oltre ai tre fermati a San Mauro Castelverde (Palermo), i carabinieri hanno arrestato a Montalbano Elicona (Messina) un uomo che aveva appena appiccato un incendio. E’ Roberto Stravalaci, 45 anni, che ha subito ammesso di avere dato fuoco alle sterpaglie sulla strada provinciale che collega Montalbano a Falcone. Il suo gesto è stato osservato da un testimone che ha subito chiamato i carabinieri. Stravalaci è stato fermato mentre rincasava. Ha spiegato che aveva appiccato l’incendio per allargare una zona di pascolo. In un’altra operazione i carabinieri avevano fermato ieri, tra San Mauro Castelverde (Palermo) e Castel di Lucio (Messina) tre persone che avevano cercato di appiccare un incendio in una zona già devastata dal fuoco. Sono Claudio Mazzone, pensionato di 66 anni, il genero Mauro Manzone di 39, allevatore, e Francesco Ciolino di 40, trattorista. Mazzone e Ciolino risiedono a Cefalù, uno dei centri più devastati dagli incendi di questi giorni. Tutti e tre sono ora agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicati per direttissima.

AGGIORNAMENTO
Questa volta le fiamme sono arrivate al cuore dell’are protetta. Il Parco naturale delle Madonie rischia di vedere andare in fumo posti unici al mondo come il Vallone Madonna degli Angeli e la Faggeta delle Madonie, la più a sud d’Europa. Minacciati dalle fiamme anche i preziosissimi Abies nebrodensis, endemismo del Parco delle Madonie che ne custodisce gli utlimi 30 esemplari al mondo. Disperato l’appello del Presidente Angelo Pizzuto “Bisogna convogliare immediatamente tutti i mezzi terrestri nel luogo dell’incendio – afferma Pizzuto – purtroppo le fiamme sono partite nel tardo pomeriggio ed il calar della sera impedisce di intervenire con l’ausilio dei mezzi aerei. Si deve fare presto, ad ogni minuto che passa il fuoco può canellare millenni di storia, portando via per sempre un patrimonio inestimabile. Se non si intervine in tempo questa volta si rischia davvero una catastrofe ambientale”.

19.57 Sono ingenti i danni provocati dal rogo doloso che oggi ha devastato una vasta area di monte Bonifato, nel Trapanese. Il fuoco è partito da almeno due diversi punti. Le fiamme hanno provocato panico tra i cittadini: le fiamme, infatti, hanno distrutto un paio di casolari e lambito qualche abitazione. Vigili del fuoco e forestali, nel tardo pomeriggio, sono, comunque, riusciti a domare l’incendio. Sono in corso le operazioni di bonifica.

19.57 “Chiederò lo stato di calamità naturale alla giunta di governo, e unitamente al collega preposto all’Economia dovremo trovare le risorse necessarie per assegnare ulteriori fondi al comando del Corpo forestale in modo da prolungare la stagione per i lavoratori antincendio, unico baluardo a difesa di una Sicilia che sta bruciando”. Lo afferma Alessandro Aricò, assessore regionale al Territorio ed Ambiente sottolineando che “nonostante i massicci interventi di uomini e mezzi la situazione sul fronte antincendio rimane gravissima con grandi rischi di perdita di vite umane e del nostro patrimonio naturale”. “Sono ventitré gli incendi segnalati solo nella giornata di oggi – aggiunge – piu alcuni focolai che se non attenzionati per tempo potrebbero propagarsi velocemente. Esempio emblematico sono le fiamme che da diverse ore avvolgono la storica faggeta di Polizzi Generosa e che lambiscono l’insediamento di Abies Nebrodensis, una pianta rara che attraverso il Parco delle Madonie è stata oggetto di ricerca scientifica ed investimenti da parte della Regione”.

20.09 “#madonie #emergenza nuovo #incendio vicino #polizzigenerosa. appello ai #volontari ACCORRETE”. Questo quanto si legge su Twitter nel profilo del Parco Madonie.

 

 

Pubblicato il 29 Settembre 2012, 17:39
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Commenti
  1. G.M. 8 anni fa

    Una notizia passa come un altra. Tutto quello che passa dai media viene da noi metabolizzato come cibo. Fra una settimana al massimo c’è lo dimenticheremo. Eppure tutto questo scempio e’ suscettibile di essere attenzionato ai massimi livelli. È una cosa che deve toccare le coscienze di tutti noi, alla stessa stregua della lotta alla mafia. Ma ci rendiamo conto del danno che stiamo ricevendo o no? È possibile che un manipolo di maledetti bastardi disadattati (a quanto pare il panorama criminale degli autori di questi gesti e’ vario e composito) possano distruggere il territorio dovre vivranno i nostri figli! E in nome di che cosa poi? Ma che dignità malata abbiamo per poter tollerare questo senza far nulla? Ognuno di noi faccia la sua parte, costituiamoci in comitati o quant’altro, cerchiamo tutti gli strumenti possibili per contrastare il fenomeno. I politici che fanno? Sento parlare di inasprimento delle pene ma i tre arrestati ieri sono già ai domiciliari. Abito in provincia. spesso nelle giornate di scirocco esco con amici a pattugliare le strade di campagna con macchina fotografica e telefonino. È uno schifo. Sono avvilito. Ti capita di imbatterti in discariche a cielo aperto, bracconieri e fiamme. Non ci sono speranze. Troppa gente di merda. È una lotta impari. SVEGLIAMOCI!!!!

    Rispondi
  2. Donna messinese 8 anni fa

    Ogni estate il dramma si ripete!
    Evidentemente occorrono pene di gran lunga più severe rispetto a quelle vigenti, in considerazione non solo dell’enormità dei danni cagionati al territorio, ai beni materiali e delle ingenti spese occorrenti per lo spegnimento (mi riferiscono che il viaggio di un aereo canader addetto allo spegnimento costa la bellezza di 3000 euro!) ma soprattutto considerando che chi incendia attenta alla vita delle persone: NON DIMENTICHIAMO CHE 5 ANNI FA A PATTI (MESSINA) A CAUSA DI UN INCENDIO SONO MORTE 6 PERSONE!|
    NON DIMENTICHIAMO CHE QUEST’ANNO A CASTRONOVO (PALERMO) NELL’OPERA DI SPEGNIMENTO, E’ MORTO UN OPERAIO FORESTALE!
    A mio avviso CHI APPICCA IL FUOCO MERITA L’ERGASTOLO! E DIETRO IL GESTO C’E’ SEMPRE LA PREMEDITAZIONE!
    E non dimentichiamo gli INCIDENTI STRADALI CAGIONATI DALLE FRANE , DIRETTA CONSEGUENZA DEGLI INCENDI ESTIVI!
    Certo, occorre anche la prevenzione: per esempio, non sarebbe più utile IMPIEGARE I FORESTALi nel corso di tutto l’anno, creando VIALI TAGLIAFUOCO sul TERRITORIO o mandandoli a RIPULIRE I TERRENI di poveri anziani pensionati o persone indigenti che non hanno i mezzi economici per mantenere pulito il terreno di cui sono proprietari? Perchè oggi mantenere un terreno pulito, ha un gran bel costo! …in questi tempi di crisi e con i nostri prodotti agricoli(arance, nocciole etc. che, grazie alla mancanza di leggi a tutela, valgono zero…:o riesci a pulirlo con le tue mani (se sei giovane e hai i mezzi), altrimenti sei costretto a lasciarlo incolto pur cosciente del rischio incendi! E se lo vuoi vendere, nessuno lo vuole neppure regalato!
    Perciò multe anche per chi non ripulisce i terreni, ma con oculato distinguo tra chi può e chi non può!
    Mi auguro che il nuovo governo regionale, di qualsiasi colore sarà, si occupi seriamente della questione e spero che la REDAZIONE DI “LIVE SICILIA” TENGA I RIFLETTORI ACCESI SULLA QUESTIONE INCENDI e su quelle ad essa correlate:PREVENZIONE-PUNIZIONE DEI COLPEVOLI- TUTELA DEL TERRITORIO E DEI PRODOTTI AGRICOLI SICILIANI.
    Io, come Voi, amo la nostra Sicilia e odio chi la rovina!:piromani e…compagnia bella!

    Rispondi
  3. marco68 8 anni fa

    Purtroppo l’organizzazione e la prevenzione sono concetti e pratiche del tutto sconosciuti, ammessa e non concessa la buona fede, e questi sono i risultati. E poichè, come si dice, il pesce puzza dalla testa, se si vuole dare un vero segnale di cambiamento bisogna mettere subito a riposo il comandante della forestale, unanimemente riconosciuto non all’altezza dei compiti e paracadutato in quel posto solo per la militanza sodale con i Lombardo (lo ricordano i verbali IBLIS).

    Rispondi
  4. marco68 8 anni fa

    finalmente qualcuno si muove!
    http://www.geapress.org/ambiente/incendi-a-cefalu-pa-lon-le-apprendi-chiede-la-testa-del-capo-della-forestale/33149

    Rispondi
  5. Sergio 8 anni fa

    Occorre presidiare il territorio principalmente con la videosorveglianza , non c’è bisogno di altri forestali. La videosorveglianza anche attraverso webcam è più che sufficiente. Con la videosorveglianza questi bastardi sarebbero sicuramente inquadrati dalle telecamere, magari potrebbero anche non essere inquadrati nel momento in cui appiccano il fuoco ma sicuramente lo sarebbero nel momento di recarsi in quei territori. E’ l’unica soluzione!

    Rispondi
  6. epperò 8 anni fa

    provi l’assessore a chiedere lo stato di calamità politica o, se ne è capace, a proporre una qualche idea per frenare lo scempio. A chiedere soldi allo Stato siamo bravi tutti, a tirare fuori la Siclia dallo stato di emergenza, che è politica prima di ogni altra cosa, pare non interessi nessuno. eppure, a volerlo, qualche possibile rimedio ci sarebbe. provi l’assessore a ribaltare il ragionamento dei piromani. se loro pensano: più incendi, più lavoro per i forestali, il governo opponga quest’altro: meno foreste, meno forestali. vediamo se a questo punto invece di bruciarli, i forestali i boschi li tutelano.
    Almeno tentiamoci.

    Rispondi
  7. Sir John 8 anni fa

    Cosa ha di naturale l’incendio doloso?

    Rispondi
  8. non ne sentivamo il bisogno 8 anni fa

    @ epperò,
    che belle idee….
    il suo ragionamento non fa una grinza…..
    peccao che lei con le inutili e insulse parole messe così a casaccio dimostri di non sapere un acca su come funziona la macchina dell’antincendio etc etc.
    paradossalmente lei fa il gioco dei piromani, può darsi che lo sia anche…
    di sicuro induce polemica inutile attribuendo patenti delinquenziali senza avcere uno straccio di prova, ma proprio una.
    la dimostrazione sta anche nel fatto che vivaddio gli arresti operati oggi come ieri hanno dimostrato che si tratta di personalità disturbate (vedi proflo psicologico del piromane e dell’incendiario) , pastori, cacciatori, gente che ha conflitti interiori con il mondo intero.
    i forestali (che termine vago, lei non sa neanche di cosa stia farfugliando) i boschi non li bruciano.
    per lo stesso principio di inconsistenza le dico che ho visto lei dare fuoco a un bosco…. stesse prove, stessa inconsistenza, stessa inutilità logica.
    la smetta, a nome di chi ha dato l’anima sul fuoco con 40 gradi mentre lei, dall’alto della sua supponenza, ignoranza e nullafacenza non trovava di meglio che emettere inutili sentenze non avendone titolo e scrivere le solite minch..te populiste stupide.

    Rispondi
  9. Giovanna 8 anni fa

    @ Non ne sentivamo il bisogno,
    i casi di incendio sono incredibilmente aumentati, la mia opinione è che dietro queste azioni criminali ci sono degli interessi. L’incidenza dei soggetti disturbati mi sembra modesta. Tra i piromani fermati ci sono allevatori, un trattorista.
    Sono anche note varie speculazioni, compresa quella edilizia, dietro al fenomeno degli incendi.
    A mio avviso si tratta di riuscire a reprimere questo crimine, senza sottostare a ricatti e l’incidenza oggi assunta mi lascia pensare ad una forma di criminalità in azione, che richiede qualcosa di maggiore rispetto alla vigilanza di qualche operaio forestale.

    Rispondi
  10. non ne sentivamo il bisogno 8 anni fa

    @giovanna:
    anche lei fa un pò di confusione.
    Rispondevo al post di prioima che accusava i “forestali” (in senso vago e confuso come sempre) di appiccare il fuoco con finalità occupazionali
    L’operaio forestale non vigila, interviene sul fuoco.
    I contingenti sono bloccati e sempre con le stesse persone assunte ogni anno.
    non una di più, casomai qualcuna in meno per inidoneità varie.
    La loro paga è la stessa se intervengono sul fuoco o se stanno seduti ad aspettare la chiamata, capisce bene come solo un pazzo masochista potrebbe pensare di appiccare il fuoco per rischiare la morte ( e i fatti di questa estate lo dimostrano) senza finalità alcuna.
    questi elementi dovrebbero fugare qualsiasi dubbio al di la della solita leggenda metropolitana .
    in termini giuridico-giudiziari possiamo dire che manca il movente, non ne hanno motivo.
    questi signori vengono impiegati anche in caso di pubbliche calamità , vedi l’alluvione del messinese di tre anni fa, vedi lipari pochi giorni fa, senza tregua , senza soste. e non è un loro precipuo compito. ma visto che sono in ballo si impiegano pure loro.
    La loro sorveglianza antincendio è integrata da un sistema capillare di avvistamento radiocollegato.
    A vigilare è invece il Corpo Forestale con il personale di ruolo, in tutta la sicilia circa 600 unità, distribuite su tutto il territorio regionale.
    le attività di questi ultimi anni hano portato, spesso da soli, spesso in sinergia con altri corpi, a decine di persone fermate e successivamente tratte in arresto , processate per direttissima e condannate spesso a pene troppo esigue.
    lei dice che si parla di allevatori, trattoristi, lo avevo ciatto anch’io nel post, leggendo attentamente se ne accorgerà.
    la finalità economica non può essere presa in considerazione in quanto i terreni percorsi da incendio sono interdetti a qualsiasi operazione economica per tre lustri, incluse le concessioni di pascolo.
    incide particolarmente in questi casi un substrato di scarsa o inesistente scolarizzazione e la convinzione radicata che il fuoco rinnovi le erbe dei pascoli, che in parte è vero, ma ne piange le conseguenze tutto l’ecosistema.
    ma nella maggior parte dei casi si tratta di una forma di odio neanche tanto celato nei confronti del prossimo, dell’ordine costituito dell’autorità, dello stato, ma qui andiamo su altri temi, motlo comuni qui in sicilia.
    altrariflessione: il fenomeno no è presente solo in sicilia, anzi, quest’anno ha bruciato tutta la penisola da sud a nord, dove “operai forestali” non ve ne sono, e tutta l’europa , canarie e azzorre comprese. bruciati irrimediabilemnte milioni di ettari di vegetazione, in tutta europa, in tutto il mondo.
    vengono meno così altre motivazioni, a meno che non vi sia una sorta di “spectre” mondiale degli incendi.
    Poi, la maggior parte degli incendi non è stata appiccata nel bosco, ma in terreni limitrofi a zone abitate, terreni privati incolti, e le fiamme si sono propagate solo in un secondo tempo alle zone boscate, a causa delle avverse condizioni meteo.
    Quindi anche le accuse di scarsa prevenzione selvicolturale cadono, i terreni privati non sono soggetti a pubblica manutenzione, e le responsabilità ricadono sui diretti proprietari, a volte introvabili, a volte inindividuabili a causa della complessità del catasto italiano nelle varie epoche.
    e di fatto ciò basta a vanificare anche le sanzioni che vengono irrogate, e i terreni riamngono lì, in tutta la loro pericolosità e sporcizia.
    potrei continuare all’infinito con esempi e casistiche , ma il concetto è uno, risulta assai difficile se non impossibile riuscire a contastare adeguatamente questo odioso crimine, nonostante gli sforzi compiuti.

    Rispondi
  11. Rosario 8 anni fa

    non ne sentivamo il bisogno,

    Dunque, secondo lei il fenomeno, nonostante lei opponga una convincente competenza su tutti gli aspetti che la compongono, rimane pressoché irrisolvibile? Eppure io penso che qualcosa in più si può fare: intervenire subito ad es. limita molto i danni. Capisco che ciò implica il ricorso a più risorse finanziarie (che non ci sono) ma qualcosa anche con l’aiuto della tecnologia si deve poter fare….Non so neanche cosa pensare, certo è che continuando di questo passo resteremo senza boschi entro i prossimi dieci anni. E con in giro un esercito di disturbati mentali. Forse è il caso anche di monitorare più d vicino tutti gli allevatori…

    Rispondi
  12. non ne sentivamo il bisogno 8 anni fa

    @ Rosario.

    rispondo alle sue domande:

    monitorare gli allevatori per cosa ???
    e in che modo ?
    e con quali risorse?
    non è pensabile operare uno screening costante di una categoria intera, assai frammentata come dislocazione territoriale, se non con una azione di intelligence che impiegherebbe risorse umane ed economiche praticamente insostenibil, e con risultati certamente inconsistenti atteso che solo in alcuni casi si è accertata la responsabilità oggettiva di qualche soggetto facente parte di questa categoria lavorativa.
    E solo in aree pascolive private o limitrofe ad aree demaniali.
    Ma tale casistica esula dalla maggior parte degli incendi divampati in questi ultimi anni, che hanno radici assai diverse.
    Incendi come quelli di questi ultimi giorni e che ne costituiscono la maggioranza, spesso appiccati in aree abbandonate, o in zone periferiche altamente popolate, ma poco curate, sopostano l’attenzione su altri problemi, di carattere sociale.
    L’allevatore, il pastore, ha interesse nella sua azione criminosa, ad agire lì dove può rinnovare il pascolo, tra le case di periferia no.
    e allora cosa facciamo, mettiamo su un grande fratello in grado di monitorare tutto e tutti ???
    spesso l’azione devastatrice è affidata a mani adolescenti, non punibili per legge, che agiscono su mandato, oppure per incoscenza adolescenziale.
    e qui nessuna intelligence, nessuna arma se non quella dell’educazione al rispetto della res publica e della natura in genere, può essere utile.
    Lei, Rosario, parla di intervenire subito.
    Le dico, si interviene subito, in relazione alle forze in campo, alle difficoltà a raggiungere il focolaio, e alle situazioni contingenti.
    Prendiamo l’esempio di Casuzze, sopra Bonagia tanto per intenderci, un dedalo di stradine a volte senza uscita, spesso occupate da auto davanti alle abitazioni, dove una autobotte difficilmente riesce ad arrivare se non facendo spostare tutte le auto in sosta, di sera, al buio, con 40 gradi e con un vento fino a 36 km/h.
    Il suo subito in quanto si misurerebbe ???
    Consideri che la squadra di soccorso più vicina ( se non impegnata in altro incendio) è a non meno di un quarto d’ora di strada dalle vie principali che conducono alla borgata (e non ve ne può essere una ad ogni angolo di strada, ne occorrerebbero migliaia. consideri che per trovare al buio la via giusta per arrivare sul punto fuoco necessiti in tempo altri dieci minuti. fanno all’incirca venticinque minuti.
    Lei sa in venticinque minuti cosa è in grado di distruggere un incendio come quello di sabato sera ? con quelle condizioni ? praticamente tutto, basta un attimo per fare divampare fiamme altissime, poche decine di metri quadrati di sterpaglie, e la situazione è compromessa.
    Quindi anche la risoluzione del fattore “tempo” appare assai difficile.
    La tecnologia, assai utile in altri contesti, poco aiuta su terreni impraticabili, dove occhi bionici, telecamere, sensori sarebbero difficlmente collocabili (se non in un ambito assai ristretto e limitato temporalmente), per assenza dei presupposti tecnici, quali linee elettriche dedicate, rete di comunicazione adeguata , copertura limitata a causa della difficle orografia territoriale, e preda di vandalismi, danneggiamenti ad opera di animali, o danneggiamenti a causa di fulmini, piogge intense etc etc.
    Tutti gli esperimenti fino ad ora condotti hanno dato risultanti poco incoraggianti con una spesa esorbitante e non più sostenibile.
    anche il controllo satellitare risulta difficile a causa della copertura arborea nei boschi, ed è efficace solo su radure o aree prive di vegetazione, e non è costante, ma periodico.
    L’unica arma su cui puntare è la sensibilizzazione costante e crescente della poppolazione al rispetto della natura, misure più stringenti per obbligare i privati a riupulire i loro terreni , e soprattutto una riconversione all’agricoltura di tutti i terreni abbandonati e lasciati all’incuria, vero e profondo motivo del proliferare degli incendi in tutto il mondo.
    I terreni coltivati sono una risorsa e come tali vengono custoditi e preservati, il resto è terra di nessuno, e come tale veicolo di rapida propagazione del fuoco in caso di scellerata azione criminale.
    spero di avere illustrato con chiarezza tutti gli aspetti di quanto da lei osservato.

    Rispondi
  13. marco68 8 anni fa

    Aricò, la vera calamità sei tu che continui a tenere a capo della forestale un personaggio inopportuno e ignoXXXX come la calia.

    Rispondi
  14. Nero 8 anni fa

    @ non ne sentivamo il bisogno

    C’è riuscito eccome! Scusi se in qualche passaggio le sarò sembrato superficiale, ma
    non le nascondo che mi sento sconfortato. Da qualche anno vivo in campagna e in estate è un continuo attenzionare potenziali focolai in terreni abbandonati e limitrofi o comunque vicini al mio. La bellezza della diversità della vita quotidiana in campagna, rispetto a quella cittadina, è vanificata dalla angoscia che si prova a veder piovere cenere e acre odore di fumo che provengono da contrade anche lontane e a veder volteggiare aerei sulle proprie teste come in guerra. Gestire il proprio appezzamento coltivandolo e pulendolo e sperare che, con lo stesso impegno, lo facciano anche tutti gli altri è come pensare di svuotare l’oceano con un bicchiere e non è solo una questione di soldi o di convenienza a farlo. E’ un problema culturale. Speravo di poter sentire da lei che qualcosa in più si può fare ma in effetti mi rendo conto che è difficilissimo ottenere dei risultati. Sulla sensibilizzazione, sull’educazione, e sull’aspetto culturale dubito che possiamo fare grossi balzi in avanti. La società si è parecchio incattivita. E’ dura ammetterlo ma il futuro non riserva grosse speranze. Grazie comunque per le sue spiegazioni

    Rispondi
  15. Rosario P. 8 anni fa

    Piaccia o non piaccia ma Alessandro Aricò è un buon politico…e comportarsi come ad esempio marco68 è da ritenere ingeneroso per chi si impegna di un assessorato anche se in campagna elettorale….

    Rispondi

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