Dopo giorni di scontri |finalmente la tregua - Live Sicilia

Dopo giorni di scontri |finalmente la tregua

Un resoconto per punti dei lunghi giorni di tensione in medioriente. Il bilancio dei morti è altissimo, sono oltre centoquaranta sul versante palestinese.

STRISCIA DI GAZA
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GAZA – Finalmente una tregua tra Hamas e Israele, ma sono stati giorni intensi, fatti di scontri armati e lancio di razzi e bombe sulla Striscia di Gaza. Un resoconto di quanto accaduto negli ultimi dieci giorni:

13 novembre: nella notte un’offensiva militare israeliana mette sotto assedio la striscia di Gaza con attacchi aerei. Una replica ai 110 razzi lanciati in territorio israeliano dai miliziani palestinesi. L’obiettivo: colpire un magazzino di armi e un ‘tunnel terroristico’.

14 novembre: un raid israeliano centra l’auto su cui viaggia il comandante delle brigate al-Qassam, Ahmed al-Jabari, uccidendolo. In risposta alla violenza, un centinaio di obiettivi del sud di Israele sono stati bombardati senza sosta nel corso della notte da Gaza

15 novembre: le forze armate israeliane, servendosi di aerei F-16 e di elicotteri Apache colpiscono alcune imbarcazioni posizionate vicino alla costa. Secondo l’agenzia palestinese Maan, tra le vittime dell’attacco ci sono un bimbo di 11 mesi, una ragazza incinta di 19 anni e una bimba di sette anni.

16 novembre: ennesima escalation di violenza nei territori della Striscia di Gaza. A Tel Aviv, a distanza di 21 anni, tornano a suonare le sirene. L’esercito israeliano mobilita la propria fanteria al confine con i territori palestinesi.

17 novembre: un raid israeliano fa otto vittime. Il presidente americano Barack Obama, in un colloquio telefonico con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti al diritto all’autodifesa invocato da Israele contro Hamas.

18 novembre: continua il lancio di missili e razzi dall’una e dall’altra fazione. Il ministro della Sanità della Striscia di Gaza, Ashraf al-Qudra, annuncia la notizia della morte di cinque palestinesi.

19 novembre: colpito il quartiere palestinese di Zeitun e distrutta una stazione di polizia. Il bombardamento, durante la notte, è proseguito via mare. Durante i bombardamenti sono rimasti uccisi altri tre palestinesi mentre si spostavano sulla loro automobile verso la zona centrale della Striscia. Attacchi senza tregua, anche su Israele. Oltre cento i razzi che hanno colpito tutte le città a sud di Gerusalemme. La violenta crisi viene messa al centro dell’ordine del giorno nella riunione dei ministri di Esteri e Difesa dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles. Il bilancio degli scontri è di 84 morti tra i palestinesi, 3 tra gli israeliani.

20 novembre: continua l’offensiva israeliana. Viene colpito il ‘Media Center’, sede di diversi giornali palestinesi. Quattro le vittime accertate che, secondo fonti israeliane, erano membri della Jihad. Il triste bilancio complessivo, dall’inizio delle ostilità, sale a 97 morti e 750 feriti.

21 novembre: Il segretario di Stato americano Hillary Clinton e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon si trovano fra Gerusalemme e Ramallah alla ricerca di una soluzione diplomatica che fermi il bagno di sangue. La stima dei morti si attesta a circa 140 fra i palestinesi della Striscia di Gaza e di cinque vittime israeliane colpite dai razzi di Hamas sparati da oltre il confine.

L’epilogo: nella serata di ieri, 21 novembre, una fonte palestinese dichiara raggiunto l’accordo di pace tra Hamas e il governo di Israele. E l’immediato “cessate il fuoco”. La notizia viene confermata anche da fonti israeliane. Sulla Striscia di Gaza, però, non verrà abolito il blocco delle persone e delle merci.

 

 

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