"Non pagate i posteggiatori" - Live Sicilia

“Non pagate i posteggiatori”

palermo

Un ragazzo è andato col suo motorino allo stadio. Ha rifiutato il versamento dell’obolo al soldatino con berretto e fischietto di stanza nei paraggi. Al ritorno ha scoperto che la batteria del suo motorino non c’era più. Ma questo palermitano atipico, non si è dato per vinto, ha preso una telecamera e ha raccontato la sua storia in un video che spopola su facebook, “Mi raccomando, non pagate i posteggiatori” questo il suo appello. La risposta del comandante Messina: "Deve diventare un reato penale".

la protesta sul web
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Il piccolo mafioso dello spazio vitale si avvicina suadente, scontroso, arrogante, con l’aria da padroncino di basso cabotaggio, intrattiene con noi – poveri forzati dell’automobile – una duratura sindrome di Stoccolma. Al prezzo di pochi euro ti garantisce un sorso di serenità in una giornata caotica. Devi andare al lavoro. Accompagnare i bambini a scuola. L’orologio corre nella giungla di Palermo. Ecco che sulla scena si presenta il posteggiatore abusivo, travestito da madonna del pio soccorso. Gli affidi la macchina, come se gli consegnassi la tua anima su quattro ruote. E parti leggero, quasi felice, verso uno scatolone di cemento da cui uscirai a sera. Allora cercherai con gli occhi appannati un faro amico. Lo troverai. E si presenterà un altro angelo custode a chiedere la decima del servizio notturno. Immancabile il riferimento alla bevanda della fratellanza, con l’apposizione di un generico titolo onorifico per lusinga: “Dottò, mi facissi pigghiari un cafè”. E chissà quanti caffè abbiamo sperperato nelle nostre mattine, sentendoci parte di un sistema che non sa cambiare.

Finché è arrivato il pifferaio magico della rivoluzione. E’ andato col suo motorino allo stadio. Ha rifiutato il versamento dell’obolo al soldatino con berretto e fischietto di stanza nei paraggi. Al ritorno, per un plurimo incrocio di destini malvagi, ha scoperto che la batteria del suo motorino non c’era più. Il fato aveva punito così il suo sottrarsi alla regola. Ma questo palermitano atipico, dall’aspetto simpatico di un ragazzo, non si è dato per vinto, non ha accettato passivamente la punizione degli dei. Ha preso una telecamera e ha raccontato la sua storia in un video che spopola su facebook. Un incitamento alla rivoluzione pacifica che si conclude con un appello: “Mi raccomando, non pagate i posteggiatori”.

Facile a dirsi. Più complesso a farsi. Non ci vuole niente a scrivere sul giornale una sciabolata fiammeggiante ed enfatica, solidarizzando, sprizzando ira funesta, deprecando, eccetera eccetera eccetera. Tutti siamo valorosi rivoluzionari a parole. Quasi tutti – a parte l’eroe borghese della batteria – stentiamo a diventarlo e testimoniare. In una città illegale, il ricorso al piccolo mafioso è talvolta necessario. Purtroppo, come in ogni mafia che si rispetti, una volta che usufruisci dei servigi, sei fregato per sempre. Mai potrai sfilarti. Dovrai fare la faccia della vittima e adeguarti, pagare e sorridere pure per un posto al sole nel deserto del Sahara.

Per cambiare, bisogna davvero cambiare, non fingere. Apprezziamo le parole del comandante della polizia municipale, Vincenzo Messina, che dice a Livesicilia: “ Dal giorno dopo il mio insediamento, abbiamo prestato attenzione al fenomeno dei posteggiatori abusivi elevando più di 300 sanzioni. Un sistema che stiamo affinando perché stiamo cercando di arrivare alla denuncia penale, anche in mancanza di una denuncia della vittima. Per questo abbiamo anche contattato il comune di Napoli, che è più avanti di noi in questo campo. Inoltre eseguiremo degli accertamenti patrimoniali per scoprire eventuali proprietà, come le auto, su cui poterci rivalere per il pagamento delle multe. Quello che i cittadini devono però aver chiaro è che ormai siamo in presenza di una rete e non è più il singolo che chiede qualcosa. Il sistema è quasi delinquenziale, organizzato. Prima sequestravamo più di 50 euro al singolo posteggiatore, ora appena una decina proprio perché fanno delle ronde per prelevare il contante. Siamo intervenuti in occasione dei concerti, facendo dei controlli in collaborazione con le altre forze dell’ordine, che incrementeremo ma noi facciamo tutto il possibile. E il fatto che per ben due volte i nostri agenti siano finiti all’ospedale, proprio per qualche posteggiatore, dimostra il nostro impegno”.

E’ difficile, appunto. Palermo somiglia a una città western senza regole. Chiariva uno che la sapeva lunga: “Non si può chiedere l’eroismo agli inermi cittadini”. Però si può chiedere – tanto per cominciare a noi stessi – un gesto di coraggio civile ogni tanto. Come le segnalazioni che abbiamo cercato di stimolare con la nostra campagna contro i posteggiatori abusivi. Si può chiedere di rinunciare un giorno su due al ricatto. La stessa entità che uccise Giovanni Falcone, autore della battuta sugli “inermi” cittadini, controlla le strade, palmo a palmo, con l’esercito di berrettini e fischietti. Si chiama mafia. Saperlo, forse, aiuta.

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