Economia cittadina in crisi |Le famiglie soffrono di più - Live Sicilia

Economia cittadina in crisi |Le famiglie soffrono di più

Sono preoccupanti i dati presentati questa mattina alla Camera di Commercio di Palermo. Confcommercio pone l'accento sulla scomparsa delle piccole e medie imprese del capoluogo. Il presidente Roberto Helg: "Nel 2013 il 10 % delle famiglie palermitane vivrà sotto la soglia di povertà".

il dato di confcommercio palermo
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PALERMO – La città è in profonda crisi e il 10 per cento della popolazione vive in condizioni di povertà. Il dato allarmante è contenuto nello studio presentato questa mattina da Confcommercio. “Una crisi che viene da lontano – racconta il presidente di Confcommercio Palermo, Roberto Helg – e che continua a colpire tutti i settori economici della nostra città”.

Nei giorni scorsi il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, aveva descritto il 2012 come l’anno in cui “ Un’impresa al minuto ha chiuso i battenti”. E a Palermo le cose non sembrano andar meglio. Il Pil del capoluogo e della sua provincia è diminuito dal 2008 al 2012 di 8,2 punti percentuali, raggiungendo così cifre non dissimili da quelle di inizio decennio. E la previsione per il 2013, secondo i dati presentati, non pare essere più rosea: quest’anno, infatti, è previsto un ulteriore calo dell’1 per cento. “Ci preoccupa – spiega Helg – la disoccupazione, soprattutto, quella giovanile che, a fine 2012, ha toccato il tetto del 31 per cento”. Ma non è il solo dato preoccupante: negli ultimi quattro anni, infatti, gli occupati sono scesi del 27 per cento, e la disoccupazione ha raggiunto il 16 per cento, con un massimo del 45 nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

E se il 2012 è stato chiuso “in rosso” sul fronte dell’occupazione, il 2013 sarà anche peggiore. Secondo i dati di Confcommercio, infatti, l’anno in corso potrebbe far registrare un tasso di disoccupazione del 19,6 per cento, circa otto punti in più rispetto alla media nazionale. Le refluenze più immediate sono, come è prevedibile, sui consumi scesi, non a caso, dell’8,6 per cento, tornando ai livelli della fine degli anni Novanta. “I consumi delle famiglie – dichiara il presidente Helg – continuano a contrarsi, riflettendo il prolungato calo del reddito e la continua scomparsa dei posti di lavoro”.

E mentre posti di lavoro si dissolvono nel nulla, il cimitero delle imprese è sempre più popolato. Le aziende attive sul territorio palermitano alla fine dell’anno scorso erano 79.103 di cui il 15,8 per cento (ossia 12.436 imprese) costituite da giovani sotto i 35 anni, il 25,4 da donne, il 7,5 da stranieri. “Questo è un segnale di vitalità – spiega Roberto Helg – ma sono imprese sottocapitalizzate e probabilmente destinate a chiudere in pochi anni senza gli adeguati strumenti per il sostegno”. D’altronde sono già tante le imprese che hanno chiuso i battenti nell’ultimo anno, per l’esattezza 5.231 sono quelle attualmente in liquidazione e per i prossimi dodici mesi le previsioni non sono confortanti.

E per tante nuove imprese che nascono, sono tante quelle che muoiono. La crisi che la città e la provincia stanno vivendo, si possono visualizzare con un numero:5.231. Un numero che rappresenta imprese che attualmente sono in liquidazione. Per i prossimi dodici mesi, inoltre, le previsioni non sono rasserenanti: è stato stimato, infatti, da Confcommercio che rischiano di scomparire sono quasi il 10 per cento del totale. Il commercio e le costruzioni (due dei settori più colpiti dalla crisi occupazionale che sta investendo la città) hanno visto il maggior numero di imprese decedute. Il settore commerciale, infatti, è quello che attualmente versa nelle peggiori condizioni: basti pensare che il 39 per cento delle aziende fallite provengono proprio dal settore commerciale.

Ma non sono solo i dati sulla chiusura delle imprese a preoccupare Confcommercio, la burocrazia rappresenta ancora uno dei problemi che le aziende trovano sulla strada del rilancio. “Non siamo più disposti – spiega Helg – ad accettare di avere la burocrazia più numerosa, costosa ed inefficiente d’Italia: solo per fare un esempio i permessi edilizi a Palermo hanno dei tempi di ottenimento di oltre sei mesi, a Milano bastano 30 giorni”.

Ma anche la politica rientra nel novero delle preoccupazioni di Confcommercio. Il presidente Helg, nello specifico, si scaglia contro l’Irap e la nuova tassa sui rifiuti Tares. “Le nostre imprese, quelle dell’artigianato, del commercio, dei servizi, della logistica e delle costruzioni – dichiara – non demordono, non vogliono rassegnarsi, ma hanno bisogno di ottenere forme di sostegno, come lo snellimento della burocrazia e la diminuzione del cuneo fiscale”.

Una crisi che negli anni ha visto diminuire anche il valore della produzione delle aziende palermitane. Nel 2011 è stata pari a 12,4 miliardi di euro, con una leggera flessione rispetto all’anno scorso, una flessione che rispetta la tendenza ad avere una sempre più ridotta capacità produttiva. Non mancano, quindi, gli appelli e gli inviti alla politica locale e nazionale: “Bisogna ripartire dalle imprese legate al territorio, cioè da quel tessuto produttivo che, nonostante tutto, non si rassegna e vuole continuare produrre”.

Lo sviluppo e la crescita del settore turistico, secondo Roberto Helg, potrebbero essere un nuovo modo di pensare all’economia cittadina. “Lo sviluppo di alcuni segmenti del settore turistico, come quello artistico ed operistico – conclude Helg – devono essere posti al centro dello sviluppo economico e favoriti da politiche infrastrutturali serie”. Proprio le infrastrutture, hanno un peso decisivo nel piano di rilancio dell’economia palermitana proposto dalle aziende di Confcommercio: “Uno degli ambiti di crescita che possiamo sviluppare è la creazione un sistema che faccia diventare Palermo una città adatta ad ospitare i congressi. E il rilancio della fiera del mediterraneo potrebbe aiutarci in questo senso. La situazione della viabilità cittadina e dei collegamenti con il resto dell’isola, e del mondo,sono per noi uno dei più grandi limiti imposti all’imprenditoria siciliana”.


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