I veleni del Turismo - Live Sicilia

I veleni del Turismo

Battiato attacca le passate amministrazioni: "Hanno rubato tutto". Tranchida: "Anche lui ha preso parte al Circuito del mito. E nelle casse dell'assessorato ho lasciato 39 milioni". Intanto, Cinesicilia verrà chiusa. Il presidente è un "finiano di ferro". Ed è anche il curatore della "rassegna dello scandalo": quella costata oltre tre milioni.

PALERMO – Battiato attacca la passata amministrazione: “Hanno rubato tutto”. L’ex assessore Tranchida si dice “sconcertato” e non esclude la querela. E dopo che il presidente Crocetta ha puntato l’indice contro la “scandalosa spesa di tre milioni per una mostra”, il direttore artistico del Circuito del mito Salvatore Presti parla di “dichiarazioni diffamatorie”. 

Intanto, il dirigente generale Alessandro Rais annuncia: “Chiudiamo Cinesicilia”. Che in realtà non esiste più. Ha cambiato nome. Si chiama Sicilia Turismo e Cinema. Ma non ha cambiato il suo presidente. Si chiama Massimiliano Simoni. Che è anche il direttore artistico della “rassegna dello scandalo”. E ha ricoperto il ruolo di vice coordinatore di Futuro e libertà in Toscana.

Ecco, insomma, una avvelenatissima sintesi di ciò che oggi accade all’assessorato al Turismo. Mentre, sullo sfondo, gli ex direttori generali e dirigenti si rimpallano le responsabilità delle passate amministrazioni. E mentre una sfilza di associazioni di impresari sembra prepararsi a chiedere i danni per le inadempienze dello scorso governo, ma anche del nuovo. E a pretendere le spiegazioni sui primi tre mesi dell’assessore Franco Battiato.

Veleni, dicevamo. Che si spargono nel torrente degli eventi e delle manifestazioni turistiche. Che dovrebbero rappresentare fiore all’occhiello e traino dell’economia siciliana. “Hanno rubato tutto – ha però denunciato oggi Battiato – sono accadute porcherie indicibili. E non esisterà mai più un Circuito del Mito”. “Peccato che poco tempo fa – replica però Tanchida – all’assessore il Circuito piaceva. Visto che un suo concerto è stato ospitato nel cartellone. E che per ben due volte è stato nominato direttore artistico del Festival di Milo”. L’ex assessore non ci sta. Giudica “grottesca” la conferenza del suo successore. “Parole che nascono – incalza – probabilmente dalla necessità dell’assessore di prepararsi a rispondere presto delle richieste di chiarimenti che giungeranno da molte delle categorie interessate. Battiato, insomma, sta mettendo il carro davanti ai buoi”. Si dice “amareggiato e sconcertato”, Tranchida, oltre che sorpreso. “Sembra quasi – spiega – che Battiato e anche il direttore Rais non sappiano di cosa parlano. L’assessore, per fare riferimento agli sprechi del Turismo, ha citato il caso di ‘Novamusa’. Peccato che la gestione di quei servizi sia sotto la competenza dei Beni culturali”.

E invece, Battiato parla di “casse al secco”. Di qualcuno che ha sperperato tutto, fino all’ultimo centesimo. “Anche questa dichiarazione – dice Tranchida – mi sorprende. Per quanto mi risulta, in assessorato dovrebbero esserci ancora la bellezza di 39 milioni di euro, frutto di fondi europei”. Così, le parole di Battiato appaiono, all’ex assessore come “falsità grossolane e accuse sommarie. Un approccio approssimativo alla questione – aggiunge – che nasce probabilmente dall’assenza e dalla disinformazione. Ma non si può sparare a caso e nel mucchio. Verificherò le dichiarazioni dell’assessore e poi deciderò come difendere la mia onorabilità”.

Altro tema “avvelenato”, quello che riguarda Cinesicilia. “Che non esiste più – dice Tranchida – e anche la nuova Sicilia Turismo e cinema è quasi ferma, visto che il Ministero dello sviluppo economico ha bloccato i fondi. Io – aggiunge – sono riuscito a sbloccare alcuni fondi Fas per fare i bandi per i cortometraggi e i lungometraggi. Una differenza col passato, quando i finanziamenti venivano dati senza bandi pubblici dall’allora dirigente del Servizio Film Commission, Alessandro Rais”. Eppure, c’è proprio un filo diretto che collega le due pietre dello scandalo: la mostra da tre milioni del Circuito e Cinesicilia. Si tratta di Massimiliano Simoni. Toscano d’origine, è stato vicecoordinatore di Fli in Toscana, ed è componente della segreteria nazionale dei finiani. Un “futurista” della prima ora. Simoni, che di quella mostra da tre milioni (promossa dalla M.A. Service, altra ditta toscana) è stato l’art director, è anche il presidente proprio di Sicilia Turismo e cinema, la società che ha preso il posto di Cinesicilia. Una società che il governo oggi ha deciso di chiudere. Provando a sigillare, così, anni di inefficienza e malaffare. Dimenticando, forse, che tra gli amministratori di quella società, in passato, figurarono anche l’attuale dirigente generale ai Beni culturali Sergio Gelardi e il segretario generale Patrizia Monterosso. Quando al Turismo la musica era diversa.


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