Affaire Crisafulli | Duello Travaglio-Mineo - Live Sicilia

Affaire Crisafulli | Duello Travaglio-Mineo

Dopo l'articolo in cui Livesicilia riporta le dichiarazioni benevole dell'ex direttore di Rai News 24 nei confronti del senatore ennese, il fondatore de 'Il Fatto' va all'attacco: “Cosa significa per lui essere impresentabile?”. Mineo replica: “Non ho cambiato idea”.

PALERMO – Marco Travaglio attacca, Corradino Mineo risponde. Ed al centro c’è Mirello Crisafulli, il ras del Partito democratico a Enna, che ‘Il Fatto’ aveva già attaccato lo scorso 10 gennaio. Per Mineo Crisafulli “non è un impresentabile”, ma oggi Travaglio replica: “Cosa avrebbe dovuto fare per esserlo?”. Immediata la controreplica: “Sono d’accordo con l’esclusione di Crisafulli, la politica non può attendere sentenze definitive”.

Un duro botta e risposta che prende le mosse da quel 10 gennaio, quando il giornale diretto da Antonio Padellaro aveva sbattuto in prima pagina Crisafulli, accompagnando le perplessità sulla sua candidatura ad un dossier che parlava del rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e di un verbale dei carabinieri del 2008. L’Arma aveva resocontato l’incontro fra l’esponente del Pd ed il boss Raffaele Bevilacqua, senza che venisse aperta nessuna indagine a carico di Crisafulli. A dieci giorni dall’attacco de ‘Il Fatto”, però, la commissione di garanzia del Partito democratico, presieduta da Luigi Berlinguer, ha estromesso dalle liste Nino Papania e Mirello Crisafulli, per una questione “di opportunità”. L’ex vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana non ha gradito, però ha incassato. Subito dopo ha invitato il candidato premier Pierluigi Bersani nella sua Enna per un’iniziativa elettorale, ma il leader della coalizione di centrosinistra ha rifiutato con garbo.

Martedì è invece stata la volta di Corradino Mineo, il capolista del Pd al Senato partecipa ad un confronto proprio con Crisafulli. Il botta e risposta fra Travaglio e Mineo prende le mosse proprio da questo incontro, documentato da Livesicilia. Mineo si confronta davanti agli elettori ‘crisafulliani’, usando il bastone e la carota: “Mirello ha dimostrato di essere un vero dirigente politico. Poche persone si prendono una botta come la sua e continuano a lavorare – aggiunge -. Ho condiviso la scelta di opportunità, non i modi che hanno portato all’esclusione di Crisafulli dalle liste. Questo non mi impedisce di riconoscere a Mirello di essere un grande dirigente di partito, ma soprattutto lui non è un impresentabile”. Parole che innescano l’editoriale di Travaglio, che cita proprio la nostra testata e lancia un affondo al capolista del Pd, chiedendosi quale sia il modo giusto per escludere Crisafulli dalle liste e cosa significhi l’aggettivo “impresentabile”.

Non mancano poi un paio di frecciate al collega. Il vicedirettore de ‘Il Fatto’ afferma che il Pd prima lo ha sponsorizzato per la guida di RaiNews24 e poi lo ha candidato. Travaglio rinnega quindi le sue battaglie sulla scia degli appelli dell’Usigrai in favore di Mineo, che “ogni due per tre passava per vittima di non sa sa bene quali censure e ostracismi”. Dopo poche ore arriva le replica di Corradino Mineo. “Travaglio si scusa per avermi difeso? Non so cosa abbia firmato, il Travaglio, certo non ha dedicato un così corposo editoriale all’esperienza di Rainews24, una redazione che per anni ha fatto giornalismo libero a dispetto dei vertici Rai”. Il capolista del Pd risponde poi nel merito sull’affaire Crisafulli. “Sono andato ad Enna – scrive – per capire come mai in così tanti continuassero a sostenere Crisafulli. E perché si impegnassero così tanto nella campagna elettorale per il Pd, cioè per quel partito che aveva appena escluso Mirello dalle liste. E credo di averlo capito. A Enna la politica è Crisafulli. L’università, Crisafulli. I giovani che si avvicinano all’impegno incontrano Crisafulli. Anche un mafioso lo incontra. E gli chiede, non dà ordini, e si sente rispondere : no”.

Non solo carezze per il senatore ennese. “Al popolo di Crisafulli – prosegue Mineo – ho detto che io non sono d’accordo. Che la politica locale non può fondarsi su di un uomo che sia misura di tutte le cose. Che Crisafulli non avrebbe dovuto incontrare, non si sarebbe mai dovuto mettere in condizione di incontrare, quel mafioso. Ho detto che condivido la scelta del Pd di non candidarlo. Perché la politica non può aspettare sentenze definitive, deve proteggersi e deve prevenire”.


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