Comunali il 9 e 10 giugno |Ma sulla riforma è già polemica - Live Sicilia

Comunali il 9 e 10 giugno |Ma sulla riforma è già polemica

La giunta ha deciso di rinviare il voto per consentire all' Assemblea regionale siciliana di esaminare il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere. Ma la legge elettorale potrebbe essere modificata in altre parti, dallo sbarramento alla doppia scheda, che non piace ai grillini. Cracolici (Pd): "Inaudito cambiare le regole all'ultimo momento"

Cracolici: "Inaudito"
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PALERMO – Per il rinnovo di sindaci e consigli comunali in Sicilia si voterà il 9 e 10 giugno prossimo e non più il 26 e 27 maggio. Lo ha stabilito la giunta regionale,presieduta dal governatore Rosario Crocetta, che ha dato mandato all’assessore alle Autonomie locali di decretare la nuova data. La decisione è stata assunta per consentire all’ Assemblea regionale siciliana di esaminare il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere, già in discussione in commissione Affari istituzionali. Una scelta, quella di modificare la legge elettorale a una manciata di ore dall’indizione dei comizi, che però suscita qualche perplessità nella maggioranza. “Inaudito che mentre sta per cominciare la partita per il voto nei comuni si cambino le regole del gioco. Un bruttissimo precedente”, twitta Antonello Cracolici del Pd. Che pare non sia l’unico nella coalizione di Crocetta a nutrire forti perplessità su quanto sta accadendo all’Ars, col beneplacito dell’opposizione.

“Sono venticinque gli emendamenti al ddl per la doppia preferenza di genere all’esame della I commissione Ars. Li valuteremo senza pregiudizi anche in ordine alle modifiche per il sistema di voto per i sindaci”, ha annunciato oggi Marco Forzese, presidente della commissione legislativa dell’Ars e deputato del gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia”. La novità normativa permette all’elettore di avere a disposizione, se vuole, due voti di preferenza, purchè assegnati a una donna e a un uomo. Una riforma a cui il governo Crocetta ha detto di tenere molto.

“Diversi emendamenti – ha aggiunto Forzese – introducono la doppia scheda. Questa eventualità di riformare la legge elettorale è senza dubbio positiva. Va nel solco della separatezza del voto assegnato ai sindaci rispetto alla doppia scelta dei consiglieri di entrambi i generi. Auspico, dopo i lavori odierni della commissione, una seduta d’aula per la legge elettorale che contenga la riforma proposta dal governo di Rosario Crocetta e gli aggiustamenti al sistema di voto”.

Proprio per permettere alla riforma della doppia preferenza di genere di essere approvata in tempo prima dell’indizione dei comizi elettorali, la giunta di governo ha dunque spostato la data del voto per le amministrative al 9 e 10 giugno, anziché al 26 e 27 maggio. A questo punto, però, l’Aula di Sala d’Ercole dovrebbe accelerare il passo, approvandola in tempi molto stretti, anche se potrebbe non essere necessario anticipare la riapertura dei lavori d’Aula prevista per l’8 aprile. “Ringrazio il presidente della Regione, Rosario Crocetta, per il rinvio di 15 giorni delle amministrative. Oggi abbiamo ragionato anche su una riforma complessiva del testo unico per gli enti locali, da rinviare a dopo l’approvazione del bilancio. Domani si riunirà la conferenza dei capigruppo per riaprire l’Aula ed approvare questa ulteriore riforma”, ha detto Forzese.

I tempi certo sono ridottissimi. Anzi tutto, è abbastanza inconsueto che si tratti una legge elettorale nel pieno della sessione di bilancio. La legge elettorale, peraltro, potrebbe uscire del tutto stravolta, visto che gli emendamenti in discussione prevederebbero, a quanto si apprende, interventi anche sullo sbarramento (in commissione è passata oggi una norma che abbassa la soglia dal 5 al 4 per cento per accedere ai consigli comunali), ma anche sul premio di maggioranza, sui rimborsi per i consiglieri e su altri aspetti della legge. Che cambierebbe volto, clamorosamente, a una manciata di giorni dall’inidizione dei comizi elettorali. Tra gli emendamenti che potrebbero irrompere in Aula anche quello che, introducendo la doppia scheda, prevede che su quella del sindaco non appaiano simboli, ma solo nome e cognome: una novità che potrebbe penalizzare molto il Movimento 5 Stelle. Che certamente sul punto darà battaglia.

In particolare, la norma sui rimborsi approvata in commissione, come spiegano i parlamentari del Pdl Vincenzo Vinciullo e Salvo Pogliese rimedia ad un’anomalia che, spesso, ha determinato abusi a danno delle Amministrazioni comunali che dovevano rimborsare gli emolumenti dei consiglieri ai datori di lavoro”. La nuova norma, in sintesi, prevede che: “i rimborsi sono dovuti esclusivamente ai dipendenti che risultano essere stati assunti in data antecedente all’avvenuta elezione. Il datore di lavoro dovrà allegare, alla prima richiesta di rimborso, le certificazioni attestanti la data di assunzione del consigliere elettò”. “Così – concludono Falcone e Vinciullo – si porrà finalmente la parola fine a tutti quegli abusi di quei soggetti che, dopo essere stati eletti, hanno instaurato rapporti lavorativi fittizi, costringendo le casse pubbliche a notevoli esborsi sino a costituire insopportabili degenerazioni”.


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