Crisi, Bianchi: “In Sicilia | perso il 10 per cento del Pil” - Live Sicilia

Crisi, Bianchi: “In Sicilia | perso il 10 per cento del Pil”

Una crisi drammaticamente lunga. Con numeri di mortalità delle imprese impressionanti. E un sistema del credito che non riesce ad assicurare l'ossigeno necessario all'economia. L'assessore all'Economia: "Il sistema del credito non ha tenuto”.

L'INCONTRO OGGI A BANKITALIA
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PALERMO – Una crisi drammaticamente lunga. Con numeri di mortalità delle imprese impressionanti. E un sistema del credito che non riesce ad assicurare l’ossigeno necessario all’economia. Ma anche una sostanziale diffusa “ignoranza” da parte degli imprenditori degli strumenti normativi già esistenti che potrebbero aiutarli, ma che non vengono utilizzati appropriatamente anche a causa di una non adeguata informazione. Ecco gli ingredienti che oggi hanno portato a sedersi attorno allo stesso tavolo in occasione dell’incontro “I recenti interventi normativi sulla crisi d’impresa” organizzato dall’Agenzia delle entrate nella sede di Bankitalia, Alessandro Profumo, presidente del Monte dei Paschi di Siena; Luca Bianchi, assessore regionale all’Economia; Lidia Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive; Antonino Gentile, direttore dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia e Alberto Marino, consigliere del centro studi dell’Avvocatura civile italiana.
LA CRISI IN SICILIA – “Viviamo in una fase di congiuntura economica drammatica. Abbiamo perso oltre il 10% del Pil regionale, e questo significa un arretramento per le imprese, perdita di posti di lavoro, blocco dell’economia. Viviamo quello che accade generalmente nelle fasi di guerra”, ha detto Bianchi. Che ha aggiunto: “Il sistema del credito non ha tenuto, non è riuscito a far fronte a una crisi che non solo è la più forte, ma è anche la più lunga degli ultimi anni”.
MPS NELL’ISOLA – Accusa alla quale Profumo ha risposto dando alcuni numeri: “In Sicilia abbiamo 2,7 miliardi di raccolta a fronte di 5,9 miliardi di impieghi. Abbiamo più di 200 sportelli. Non si può dire che la banca non sia presente. Anzi. Il rapporto con l’Isola per noi è molto importante. Se la regione va indietro noi ne soffriamo. Quello che però deve cambiare è il rapporto tra banca e impresa. Oggi, ogni media impresa italiana ha circa sette rapporti bancari aperti. Lo sforzo da fare è quello di entrare più in profondità. Dobbiamo conoscere i piani d’impresa così che ogni azienda abbia meno rapporti bancari ma più profondi. Questo cambiamento avrà un forte peso in positivo nella gestione della crisi di impresa”. Quindi, parlando di una possibile ripresa economica nel secondo semestre dell’anno, il numero uno di Mps ha detto: “Le premesse per un ripresa economica nel secondo semestre in Italia sono un minimo problematiche”. E sul Monte dei Paschi ha tenuto a precisare: “C’è un Monte dei Paschi che è vissuto fino al 27 aprile dello scorso anno e un altro che vive dal 28 aprile. Ci tengo a dirlo perché ogni tanto vedo un po’ di confusione. Invece c’è un Consiglio di amministrazione che è stato rinnovato in nove dei suoi dodici componenti e credo che questo sia molto importante”.
IL FUTURO – E un’opera di ricostruzione è quella che si sta cercando di fare anche in Sicilia. “Stiamo provando a ricostruire una Regione, attraverso una visione strategica – ha detto Bianchi -. Ho trovato tanti interventi avviati in modo frastagliato e così non si incide sulla crescita economica. Interverremo sul sistema dei Confidi (sono tanto ma non riescono a supportare come dovrebbero le imprese); sui Fondi europei per i quali dobbiamo applicare un sistema più razionale; capire quali risorse stanziate si traducano effettivamente in un valore aggiunto per le imprese (dobbiamo ad esempio ammettere il totale fallimento di Jeremi e Jessica). Allo Stato e all’Europa non chiediamo assistenza, ma il sostegno a un percorso virtuoso e lo stesso sostegno lo chiediamo alle banche e al mondo produttivo”.
SALVARE LE IMPRESE STORICHE – Una visione condivisa dall’assessore Vancheri, che ha aggiunto: “In questo momento di profonda crisi, dobbiamo salvare la parte produttiva del tessuto economico, perché altrimenti non è possibile parlare di futuro. Dobbiamo intervenire in termini di marketing territoriale e salvare i marchi storici. Non possiamo permetterci di perdere il know how acquisito fino ad oggi perché perderemmo un patrimonio di inestimabile valore”. Quindi ha annunciato: “Ci apprestiamo a varare un testo unico sulle Attività produttive che regolamenti il commercio, permettendoci di tutelare le piccole imprese e garantire la libera concorrenza, così come ci impone la normativa”.


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