L'allarme del Centro La Torre: | "Rischiamo la chiusura" - Live Sicilia

L’allarme del Centro La Torre: | “Rischiamo la chiusura”

Vito Lo Monaco

L'associazione lancia l'allarme: "Troppi tagli nel bilancio regionale". Il presidente, Vito Lo Monaco (nella foto): "Non vorremmo scomparire come centro antimafia per scelte non ponderate e fatte da un governo che dell'antimafia ne ha fatto una bandiera, spero non solo mediatica".

La lettera dell'associazione alla politica
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PALERMO – Con una lettera aperta inviata al Governatore, Rosario Crocetta, al presidente dell’Ars, alla giunta, ai capigruppo e ai segretari regionali dei partiti, il Centro Pio La Torre esprime tutta la propria preoccupazione per il futuro della propria attività minacciata dall’incertezza sui fondi ad esso destinati dal nuovo bilancio regionale. “Il taglio lineare del capitolo di bilancio, deciso dalla precedente Assemblea senza alcuna selezione qualitativa – si legge nella lettera – ha messo fortemente in crisi la sopravvivenza del Centro, senza colpire la spesa inutile. Nel caso in cui la Regione voglia perseguire e rafforzare l’impegno culturale antimafia non potrà prescindere dalla storia delle associazioni antimafia e dalla loro multiforme attività educativa, editoriale, di studi e ricerca storica, sociologica, economica, giuridica, di mobilitazione popolare (l’ultima del 26 febbraio scorso con decine di migliaia di cittadini che hanno aderito alla marcia popolare antimafia Bagheria-Casteldaccia)”.

Il Centro La Torre ricorda che solo nel 2012 ha realizzato ben 50 iniziative sul territorio nazionale: dall’inaugurazione del Portale digitale “Pio La Torre” presso la Camera dei deputati, presente il Capo dello Stato, alla manifestazione a Sala d’Ercole per il trentesimo anniversario dell’uccisione di La Torre e Di Salvo, dal Progetto educativo rivolto alle scuole superiori italiane, seguito in videoconferenza da oltre 9000 studenti alla pubblicazione settimanale on line di A Sud’Europa con circa 40 mila lettori, oltre tutte le ricerche scientifiche pubblicate e la molteplice attività convegnistica su temi economici, sociologici e storici. “Non vorremmo scomparire come centro antimafia – conclude il presidente del Centro, Vito Lo Monaco – per scelte non ponderate e fatte da un governo che dell’antimafia ne ha fatto una bandiera, spero non solo mediatica”.


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