Le regole, secondo me - Live Sicilia

Le regole, secondo me

Non c'è niente da fare. Appena una donna parla di uomini, altre donne parlano di uomini.  E' una reazione a catena.

Cari uomini, mettetevi in testa che la vostra signora non è interessata a far funzionare il matrimonio più di quanto non lo siate voi. Anzi, spesso, quando vi guarda vede la fine della propria giovinezza e tutte le occasioni perse della sua vita. È la verità e lo sappiamo tutti. Avere questa idea di coppia in cui tu uomo, sei sempre un po’ bambino e come tale vai trattato è obsoleta e poco funzionale, inoltre, ormai, non freghi più nessuno. Grazie all’accurato studio dei personaggi di telefilm e reality o amici single o mariti altrui, sappiamo che sei scaltro esattamente come noi e che sei in grado di fare tutte le cose che facciamo noi. Quindi, caruccio, mo’ basta morire sul divano nell’attesa della frittata.

1. Il telecomando è di chi se lo merita. Se io arrivo a casa perché ho giocato a tennis fino alle nove di sera non pretendo di monopolizzare la Tv mentre tu spadelli, anzi, sarebbe carino bere qualcosa con te mentre l’arrosto finisce di cuocere. Come minimo, mi aspetto lo stesso trattamento. Sempre meglio, comunque, avere più di una tv o almeno una buona connessione internet. In questo modo noi donne non siamo costrette a guardare il finale di stagione di Lie To Me e possiamo goderci un sano 007. Di storie melense ne abbiamo avute abbastanza da piccole, adesso va beh che ci piace il bel derriére, ma se nel frattempo c’è anche una trama è meglio. E poi a parte Dirty Dancing e Pretty Woman, che una se li guarda per abitudine, non ci crediamo nemmeno più alla storia a lieto fine, meglio un inseguimento tra bonazzi che non promettono niente a nessuno.

2. Siccome ti senti tutto figo che i migliori chef del mondo sono uomini e ti permetti di criticare davanti i nostri amici la favolosa zuppa che ho preparato, da stasera cucini tu. Poi, l’altra sera che avevamo ospiti hai deciso di pensare tu alla cena perché volevi tutti i complimenti e abbiamo mangiato divinamente, oddio, hai devastato la cucina ma abbiamo mangiato divinamente. Ora che ci penso, quando ci siamo conosciuti sapevi cucinare, e bene, quindi ‘sto discorso che ai fornelli ci devo stare io che nella vita ho fatto al massimo un uovo alla coque proprio non lo capisco. Oltretutto rincasiamo allo stesso orario quindi non hai nemmeno la scusa. E poi, i migliori chef del mondo sono uomini.

3. La cosa più simpatica che fai è rientrare in casa, dopo il lavoro, stanco e con quell’espressione da eroe di guerra che ne ha viste di tutti i colori. Vorresti solo essere accolto con una birretta ghiacciata da me che intanto ho lavorato, ordinato la casa, cucinato, fatto la manicure perché a te piacciono le mani curate e i capelli lucidi e vaporosi perché il tuo sogno è trovare a casa la tigre del ribaltabile che però è anche cuoca, donna delle pulizie e hostess di benvenuto. Notizia flash, lavoriamo tutti. Certo può capitare che una sera di queste ti accolgo con il vassoio dell’aperitivo e ti invito ad accomodarti sul divano mentre finisco di cucinare, ma in linea di massima mi piacerebbe che tornassi vigoroso come Leonida, romantico come Robin Hood e profumato come il tizio che fa lo spot di Hugo Boss. Mica che sono tua madre, ho delle pretese io.

4. Penso di parlare a nome di tutte le donne quando dico che: le mutande logore vanno buttate (da te, non da me.), le tute macchiate di vernice e i calzini bucati pure e quella felpa di due misure più grande non ti rende sexy, non sei Bradley Cooper che pure con un sacco di juta sarebbe un sole e, amore mio, prima lo capisci, meglio è. Vederti con la divanite durante il weekend o guardarti diventare un un unico involtino tra poltrona e plaid durante la partita è insopportabile, spegne la passione (o ciò che ne rimane) e fa anche venire un po’ di angoscia. Potresti telefonare a qualcuno dei tuoi amici sfigati (sì, hai capito. Sfi-ga-ti) e andare a spegnerti lentamente a casa loro, così io non ti vedo e mi evito la depressione e organizzo pure un cocktail con gente più, come dire… viva.

5. A me dei tuoi hobby non frega niente. Non mi interessano i risultati del fantacalcio e non credo che tu sia un genio della falegnameria o del design solo perché la mensola è dritta, inoltre, non intendo farti credere di esserlo. A meno che tu non voglia essere trattato da deficiente apprezza la mia sincerità. Il nostro rapporto ne gioverà e io non dovrò fingere di voler sapere dettaglio per dettaglio come è andata la partita a poker con quegli altri tre supereroi dei tuoi amici. In cambio non ti farò vedere i risultati del burraco o la borsa nuova e non ti racconterò per filo e per segno la dieta che sto seguendo.

6. Mio tesoro, luce dei miei occhi, la febbre a 38 non è l’ultimo stadio di una malattia terminale. Non fracassare le balle, prendi la tachipirina che ti ho messo sul comodino, bevi la spremuta che ti ho preparato con le mie mani, guarda il dvd che ti ho comprato e per tutti i santi del cielo non ti lamentare in continuazione, passerà come è passata sempre.

Ps. Se avessi voluto un grande essere da accudire, viziare, gratificare, ammirare, per cui cucinare, a cui far festa quando arriva da me e a cui massaggiare la pancia mentre dorme sul divano avrei preso un San Bernardo. Almeno lui mi salva la vita se affondo nella neve e mi fa bere gratis dell’ottimo cognac. Tu al massimo torni a casa con due casse di zucchine (da cucinare, cioè che io devo cucinare) e vuoi detto pure grazie.


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