"Il rimpasto subito, | senza aspettare il Pd" - Live Sicilia

“Il rimpasto subito, | senza aspettare il Pd”

Lino Leanza

Lino Leanza incalza il governatore: "Ha fatto bene fin qui, ma serve una fase due da subito, senza attendere il congresso dei democratici". Il leader di Articolo 4 si chiama fuori dal totoassessori e "salva" Borsellino, Bianchi e Cartabellotta.

Intervista a Lino Leanza
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7 min di lettura

PALERMO – Rimpasto subito, altrimenti “è meglio tenersi questo governo per un altro anno”. Lino Leanza, leader di Articolo 4, torna a farsi sentire. E ribadendo la sua lealtà a Rosario Crocetta, chiede al governatore di aprire una “fase due” del governo. Con nuovi uomini in giunta (“ma non me”, precisa) e “senza aspettare il congresso del Pd”. Per dare risposte ai siciliani e isolare chi rema contro.

Lei ha più volte insistito sulla necessità di affrontare i “problemi concreti” dei siciliani. Si può dire che il governo regionale fin qui lo abbia fatto?
“Bisogna dare atto a Crocetta – e io sono stato tra coloro che lo ha voluto – di avere svolto una parte importante. Alcune cose sono state fatte. La cosa fondamentale è che però adesso bisogna partire, lo ribadisco, dai problemi concreti. Certamente c’è una fase di studio, poi di programmazione, ora è il momento dell’azione. La prima cosa a cui penso è un piano straordinario per il lavoro. Settore per settore bisogna racimolare tutte le risorse per creare occupazione vera. Si può fare.”

Sì, ma con quali risorse?
“Le risorse che ha la Sicilia non ce le ha nessuno. Io penserei a tutto ciò che resta del 2013 senza fare rimodulazioni, e poi a un piano 2014-2020”.

Sta parlando dei fondi europei, quindi?
“Certo, noi non dobbiamo utilizzare altro. Tutti quei soldi, su ogni singolo settore, vanno utilizzati: agendo sui dodici assessorati si può arrivare a grandi risultati. È possibile farlo, altri lo hanno fatto. Noi ci stiamo lavorando e presto presenteremo la nostra proposta. Vogliamo un piano dettagliato al massimo”.

Il lavoro, quindi. E poi? Altre priorità?
“C’è la vicenda del precariato. Che va una volta per tutte definita. Il decreto legge del ministro D’Alia può essere l’occasione per mettere fine a questa annosa vicenda in cui la Sicilia è carnefice e vittima. Va ricordato che la Sicilia ha una sua peculiarità: ha sempre pagato i precari di tasca propria. E da 25 anni qui non si fanno concorsi. Serve un tavolo serio, di concerto col ministero, in cui ognuno fa la sua parte. Con delle deroghe per la Sicilia, e una Regione che si impegna a fare la sua parte”.

Nessuna polemica con il ministro D’Alia, quindi.
“Il fatto che il governo abbia pensato di sistemare il precariato è già un fatto importante. Aiutiamo D’Alia, adesso. E poi, non parliamo solo di precari. Partiamo dalle eccellenze della Sicilia: la cultura e il turismo . E infine, la scuola, di cui si parla molto poco. Penso che su questo dovremo impegnarci”.

Insisto su D’Alia, se permette. Non vi lasciaste troppo bene quando lei qualche mese fa uscì dall’Udc. Ora in che rapporti siete?
“Mi piacerebbe potere confrontarmi con D’Alia in un dibattito pubblico sulla mia permanenza di dieci mesi nell’Udc. Vorrei farlo con lei come moderatore. Per il resto gli auguro buon lavoro, di cuore”.

A proposito di Udc. Negli ultimi mesi la maggioranza di governo all’Ars non le è sembrata un po’ troppo litigiosa?
“Crocetta deve essere il capo della coalizione. E insieme alla coalizione deve darsi un progetto insieme alla coalizione, che è quello del programma votato dagli elettori. Ma c’è una atipicità: c’è chi sostiene la maggioranza e chi fa finta. E molto spesso fanno finta quelli che a parole sono più vicini a Crocetta”.

Di chi sta parlando?
“La vicenda dell’Irsap è una cartina di tornasole. C’è una maggioranza di facciata e una di sostanza. Molti di quelli che sostenevano Crocetta hanno votato contro. Altri non ci sono proprio andati. Si è capito che a questo punto serve un incontro di maggioranza. E lì bisogna ragionare su questa coalizione, in un incontro in cui ognuno si assume la sua responsabilità. Non ci sono figli prediletti e figli di un dio minore. E comunque noi non vorremmo far parte della schiera dei figli di un dio minore, sia chiaro”.

Peraltro voi siete un gruppo numeroso…
“E nei prossimi giorni saremo anche più numerosi. Ci sono altre persone interessate”.

Non ci dice chi, vero?
“No”.

Insomma, lei reclama un vertice di maggioranza, ma a suo modo di vedere, queste deve sfociare in un rimpasto di governo?
“L’unica cosa certa è, con il massimo rispetto a uno dei pochi partiti democratici rimasti, cioè il Pd, l’unica certezza, dicevo, è che tutto quello che deve accadere va fatto nei prossimi 15 giorni. Non possiamo aspettare il congresso del Partito democratico per poi assumere decisioni che sarebbero tardive. Le scelte vanno fatte adesso. Se ci deve essere la seconda fase o un’accelerazione su alcune questioni, tutto questo va fatto prima dell’apertura dell’Ars.

Sì, ma il rimpasto? Serve, sì o no?
“Assolutamente sì”.

E verso quale direzione?
“Metto subito un chiaro una cosa. Siccome Crocetta ha interpretato il suo ruolo improntando la sua azione di governo sulla discontinuità, sarebbe illogico che io entrassi al governo, visto che ho fatto parte di due giunte da cui lui si vuole distanziare. Io posso appoggiarlo, ma stare al governo sarebbe una cosa più complicata”.

Però già oggi in giunta ci sono persone che erano molto vicine a quei governi di cui lei fece parte.
“Una cosa è essere molto vicini, un’altra è avere fatto parte del governo”.

Quindi Lino Leanza si chiama fuori?
“Dico che capisco questo tipo di problema. Ma c’è tantissima classe dirigente, parlo di politici, deputati o non deputati, che possono essere un valore aggiunto”.

Politici, quindi, non tecnici?
“Secondo me c’è bisogno di una maggiore presenza sul territorio”.

Pensa ad ex amministratori?
“Sindaci, certo, ma anche deputati, parlamentari giovani che magari sono stati sempre all’opposizione. L’importante è che si governi guardando con attenzione a quello che sta succedendo nella società siciliana. E questo può farlo chi vive a contato con la gente, chi fa campagna elettorale”.

Se dipendesse da lei, manterrebbe qualche assessore al suo posto?
“Ci sono alcuni assessori di grandissima qualità”.

Chi?
“Sono sotto gli occhi di tutti. Guardi, le faccio tre nomi, uno per area politica: Luca Bianchi, Lucia Borsellino e Dario Cartabellotta. Gli altri non è che non sono bravi, attenzione. Ma qualcuno ha un approccio diverso rispetto a quello di cui parlavo. Tutti si sono impegnati, ma è il momento di fare delle verifiche, e questo, è chiaro, deve farlo il presidente della Regione. Io penso che lui qualche idea se la sarà fatta”.

Lei dice che non si può aspettare il congresso del Pd. Perché? Crede che prima del congresso non si farà nulla?
“La Sicilia non può aspettare i congressi. Tra poco c’è da fare un assestamento, poi va presentato il bilancio di previsione, si deve lavorare alla programmazione europea. Abbiamo tre o quattro cose che non si possono fare in zona Cesarini. In tempi non molto lunghi si deve dare impulso a una seconda fase. Dopo una prima che, ribadisco, è stata di gran lunga positiva. Questo governo, non dimentichiamolo, ha risparmiato un sacco di soldi, ha dato a livello nazionale un’altra visione della Sicilia, ha un credito da spendere”.

Quindi per lei la scadenza ideale per il rimpasto è il mese di settembre?
“Secondo me sì. Bisogna mettere a punto una squadra. E ripartire”

Ma se invece si perdesse tempo?
“Il governo sarebbe destinato a vivacchiare. Su cosa dovremmo sostenerlo? Se posso dare un consiglio al presidente: faccia presto e bene. E sia convinto di quello che fa”.

Anche perché, se non fosse convinto, rischieremmo di tornare a Battiato e Zichichi, no?
“Crocetta deve essere convinto. Si riposi, prenda il tempo necessario. Al rientro, si proceda: riunione di maggioranza e poi rimpasto. Ma solo se ne è assolutamente consapevole. Crocetta non è tipo da farsi imporre le cose”.

Il suo giudizio sul presidente della Regione, insomma, è positivo.
“Sì. Nella prima parte Crocetta ha fatto bene. Oggi si notano delle difficoltà. Affrontiamole subito. Noi ci assumiamo la nostra responsabilità. Ma se si deve fare il nuovo governo, lo si faccia subito. Altrimenti meglio che Crocetta si tenga questo governo un altro anno”.

Un’ultima domanda sul suo movimento, Articolo 4. Nacque tra le polemiche, e oggi smebra cresciuto, anche dopo il buon risultato elettorale a Catania. Cose c’è nel futuro?
“Il movimento è cresciuto anche grazie all’impegno straordinario dei miei colleghi deputati negli ultimi mesi. E oggi è presente sul territorio. Notiamo l’interesse di tanta casse dirigente che si sta avvicinando. Era quello che speravamo”.


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