Mafia, blitz a Caltanissetta | Arrestati presunti capimafia - Live Sicilia

Mafia, blitz a Caltanissetta | Arrestati presunti capimafia

Tra loro ci sono anche i capimafia di Niscemi e Gela. I sei sono indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata e porto abusivo di armi.

CALTANISSETTA – Fallisce un tentativo da parte di Cosa Nostra di risorgere dalle ceneri a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Dopo l’arresto del boss Giancarlo Giugno (avvenuto lo scorso 15 Febbraio, nell’ambito dell’operazione ‘Rewind’), sarebbe stato uno studente universitario del luogo, Alberto Musto di 28 anni, a raccogliere il testimone all’interna della famiglia di Cosa Nostra. Il giovane rampante, individuato dallo stesso Giugno tra le nuove leve criminali, avrebbe dovuto controllare il territorio insieme con gli affiliati, con richieste di pizzo ed estorsioni varie a commercianti ed imprenditori, per rifocillare la casse criminali ed aiutare le famiglie dei detenuti. Una riorganizzazione smembrata grazie all’operazione ribattezzata “Fenicia”, portata a termine questa notte della Squadra Mobile di Caltanissetta e dai commissariati di Polizia di Niscemi e Gela.

Gli arresti sono stati richiesti dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta. Le manette sono scattate ai polsi di Alessandro Barberi, gelese di 62 anni; Alberto Musto, 28 anni originario di Vittoria; e i niscemesi Luciano Albanelli, 36 anni, Fabrizio Rizzo di 39, Alessandro Ficicchia, 37 anni e Salvatore Blanco 49 anni, quest’ultimo residente a Crema.

Gli inquirenti hanno ricostruito i rapporti di Musto, riconosciuto come il nuovo reggente della famiglia di Niscemi, il quale si incontrava con Fabrizio Rizzo, pastore del luogo e uomo di fiducia del boss di Gela Alessandro Barberi. Sarebbe stato Rizzo che procurava incontri, nel suo ovile di contrada Ursitto, tra Giugno, Barberi ed i reggenti delle famiglie mafiose di Niscemi e Gela. Di qui anche i rapporti con Alessandro Ficicchia, da sempre uomo di Cosa Nostra di Niscemi e Luciano Albanelli, marmista in passato già contattato dallo stesso Giugno.

Estorsioni a tappeto. Tra gli arrestati c’è anche Salvatore Blanco, conosciuto come ‘Turi paletta’, da sempre legato alla cosca della città della Madonna del Bosco, tramite la famiglia del boss Giuseppe Arcerito. Blanco, nonostante si fosse trasferito a Crema, periodicamente ritornava in città per riscuotere il pizzo. Per costringere gli esercenti a sborsare, a Niscemi si ricorreva ad atti intimidatori, anche attraverso l’uso di armi ed ordigni esplosivi. Tra gli innumerevoli episodi, l’incendio di un auto di proprietà di un commerciante che si è rifiutato di pagare e ha denunciato alla polizia. Gli investigatori hanno così in pochi mesi ricostruito i numerosi episodi criminali avvalendosi anche della collaborazione di due imprenditori.

 Chi è Alessandro Barberi. Riconosciuto capo mandamento di Gela e Niscemi, era stato scarcerato il 24 Giugno del 2011 e sottoposto a sorveglianza speciale. Storico uomo d’onore della famiglia di Gela, consuocero e braccio destro di ‘piddu Madonia’, ha temuto per il suo arresto tentando di capire chi tra gli imprenditori ai quali aveva tentato di estorcero si fosse rivolto alla Polizia. Con il suo arresto viene decapitato il vertice mafioso della provincia di Caltanissetta.

Tutti gli ammanettati a vario titolo, in concorso, dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento aggravato, porto e detenzione illegale di armi ed ordigno esplosivo in luogo pubblico.

 

 


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