L'inchiesta sul delitto Fragalà | Punto a favore della difesa - Live Sicilia

L’inchiesta sul delitto Fragalà | Punto a favore della difesa

Pochi secondi appena non bastano, sostengono i periti, a potere confermare o escludere che la voce registrata poco prima dell'omicidio del penalista palermitano sia quella di Francesco Arcuri, uno dei tre indagati. I familiari di Fragalà: "Nulla è cambiato".

IL BARBARO ASSASSINIO
di
2 min di lettura

PALERMO – Un punto a favore della difesa di Francesco Arcuri, uno dei tre indagati per l’omicidio di Enzo Fragalà. Nel corso di un incidente probatorio davanti al Giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito, l’ingegnere Andrea Paoloni e il professore Luciano Romito hanno spiegato che “la comparazione della voce anonima presente nell’intercettazione con la voce di Arcuri non è stata possibile a causa della durata insufficiente del segnale”. Pochi secondi appena non bastano, sostengono i periti, a potere confermare o escludere che la voce registrata sia quella dell’indagato.

Un risultato che cozza con quanto stabilito dagli esperti del Ris dei carabinieri secondo cui, c’è un principio di compatibilità tra la voce registrata dalle microspie e quella dell’arrestato. I due periti la pensano diversamente: i valori ottenuti dalla perizia del Reparto di investigazioni scientifiche “non sono informativi, nel senso che non rafforzano l’ipotesi che le voci a confronto siano di una stessa persona né l’ipotesi opposta”.

Per il delitto del penalista, dall’11 luglio scorso si trovano in carcere, oltre ad Arcuri, anche Salvatore Ingrassia e Antonino Siragusa. Poco prima dell’effferato omicidio commesso sotto lo studio dell’avvocato, in via Nicolò Turrisi, le microspie captarono tre voci. Gli interlocutori erano, sostiene l’accusa, Arcuri, Ingrassia e Siragusa. “Na ‘dda banna na strata unni si scinni”, diceva Siragusa descrivendo l’ingresso del garage dove Fragalà è stato assassinato. “Ca ma fari … pustiu?”, chiedeva Arcuri, svelando, a detta dell’accusa, il suo compito: si doveva appostare e colpire. Poi i tre discutevano di mezzi di trasporto in dialetto palermitano. Ingrassia: “…poi a bieniri chiddu”. Siragusa: “Picchi cu quali muturi a bieniri tu”. Arcuri: “…cu u scarabeo”. Siragusa: “… noooo”. Arcuri: “Comu faciti si chiddu a ghiccari poi u muturi … chi fa…. ninni iamu tutti tri ca machina?”. Siragusa: “Noooo viniemu tutti rui ca machina… iddu poi tu ri porti u muturi e iddu sinni veni cu mia…”. Ingrassia: “sì u muturi stava ca”. Quindi la frase chiave dell’intercettazione. La pronuncia Siragusa. “… ancora chiddi unn’eè cuntu ca s’annu arricugghiutu cu u cuoso i lignu… viri se è ca”. Qualcun altro, dunque, sarebbe stato incaricato di portare il bastone di legno cui Fragalà è stato ammazzato.

Secondo gli avvocati Filippo Gallina, Salvatore Vallone e Carmelo Ferrara, però, la voce registrata non appartiene ad Arcuri. Meno decisi i periti nominati dal giudice che, però, fanno ugualmente segnare un punto a favore dei legali.

Netta la posizione dei familiari di Enzo Fragalà che affidano all’avvocato Enrico Trantino una riflessione: “Riteniamo che non sia cambiato nulla nel quadro indiziario preesistente. I periti, infatti, si sono limitati ad affermare che non è possibile identificare l’interlocutore della registrazione attribuita ad Arcuri ma neppure escludere che sia lui. Pertanto di fronte ad una perizia dall’esito netru non è venuto meno il valore dell’indizio”


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI