"Carenza di motivazione" | Beni dissequestrati a Giacchetto - Live Sicilia

“Carenza di motivazione” | Beni dissequestrati a Giacchetto

Il Riesame di Palermo ha annullato il sequestro del patrimonio di Faustino Giacchetto, il manager della pubblicità finito sotto inchiesta.

PALERMO – Dissequestrato il patrimonio di Faustino Giacchetto. Il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento del giudice per “carenza di motivazione”. Cioè, non sarebbero state spiegate a sufficienza le ragioni del decreto, come hanno sostenuto i legali della difesa, gli avvocati Fabrizio Biondo e Giovanni Di Benedetto.

Il sequestro per equivalente era scattato il 14 aprile scorso. Fu eseguito dalla Guardia di finanza e apriva un nuovo capitolo nell’inchiesta della Procura della Repubblica sulla gestione dei fondi della formazione professionale.

Nel giugno dello scorso anno lo scandalo travolse il Ciapi di Palermo. Finirono in carcere diciassette persone, tra cui il manager della pubblicità e consulente dell’ente di Formazione professionale. Allora gli investigatori si concentrarono sui 15 milioni di euro del progetto Co.Or.Ap. Il mese scorso l’inchiesta si estese ad altri sette progetti: Infoa, Carovana per l’orientamento, Formispe, Forum della Legalità, Attività per gli Enti locali, Labor e Scuola Lavoro. Sette progetti finanziati dall’Unione europea con 78 milioni di euro.

Il sequestro riguardava quattro società, disponibilità patrimoniali e finanziarie riconducibili all’entourage del manager della pubblicità. Si trattava di una misura patrimoniale “per equivalente”, cioè a garanzia dell’eventuale danno subito dall’erario. Un danno che complessivamente potrebbe toccare quota 78 milioni. Tanti quanti sono i soldi previsti per i progetti del Ciapi finiti sotto inchiesta. L’ipotesi investigativa è che siano state “truccate” le procedure di aggiudicazione delle gare bandite per l’organizzazione di eventi e per l’esecuzione delle campagne pubblicitarie. Sarebbe stato accertato che le imprese invitate a partecipare alle gare, in alcuni casi erano direttamente riconducibili a Giacchetto. Altre, invece, avrebbero dovuto “corrispondere parte del denaro percepito dal Ciapi, scrivevabo gli inquirenti, a società comunque riconducibili a Giacchetto”. Da qui le accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata d’asta, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, favoreggiamento e frode fiscale.

Sedici le persone fisiche denunciate e 5 quelle giuridiche segnalate per illeciti amministrativi: Faustino Giacchetto, Francesco Riggio, Carmelo Bellissmo, Stefania Scaduto, Pietro Messina, Massimiliano Sala, Rinaldo Sagramola, Angelo Vitale, Andrea Giostra, Vincenzo Marannano, Federica Zeppillo, Luciano Muratore, Mario Lo Piccolo, Giuseppe Nicola Maria Allò, Alessandra Russo, Giovanni Ciaramitaro, e le società Media Consulting S.r.l., Media Center & Management, Effemmerre Group 007 S.r.l., Fenice Società Cooperativa Sociale Onlus, e Media & Service Società Cooperativa.

Con lo stesso provvedimento era stato disposto il sequestro, convalidato dal Gip e ora annullato dal Riesame, per le società Mix Media srl, Media Partner’s & consulting srl, General Service srl e Tecnoline. Che ora sono state dissequestrate come richiesto, tra gli altri, dagli avvocati Toni Palazzotto, Nino Agnello e Maria Benenati.

 


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