CATANIA- Un quadro che raffigura il porticciolo di San Giovanni Li Cuti veglia sul soggiorno in melamminico stile anni ’80 che si affaccia sulla via Principe Nicola, cuore di Picanello, dove tutti conoscevano lo “Zio Pippo” D’Arrigo. Riservato e cordiale, con un passato da pescatore del noto borgo marinaro, Giuseppe D’Arrigo è stato ritrovato con un coltello conficcato in gola, adagiato su un letto. Tutt’intorno sangue e impronte, fino all’uscio che per una notte era rimasto aperto. Lo aveva notato l’anziana vicina, piccolina di statura, capelli bianchi raccolti e occhiali: “Ogni sera -dice a LivesiciliaCatania- quando rientrava chiudeva le ante, ieri non è stato così e mi sono insospettita”.
“Una donna lo ha cercato ieri pomeriggio -dice un’altra conoscente- avrà avuto al massimo 45 anni, ma Pippo non rispondeva”.
Ed è strano che l’anziano, provato dal dolore per la recente scomparsa della moglie, non rispondesse al citofono.
Insospettita una nipote è andata a verificare e ha scoperto che il nonno era stato ammazzato ferocemente.
Nessuna pista può essere esclusa, il Pm Barbara Tiziana Laudani, che conduce le indagini, è stata al fianco degli uomini della scientifica diverse ore, ogni millimetro dell’appartamento è stato fotografato e repertato, stesso discorso per l’arma del delitto, lasciata conficcata sul collo da una persona probabilmente di fiducia, visto che non ci sono segni d’effrazione.
Per questo, al primo posto c’è la sfera personale di Giuseppe D’Arrigo, poi le tragiche eventualità: un tentato furto? L’appartamento non era stato messo a soqquadro. Chi ha strappato alla vita l’anziano pescatore voleva farlo, forse una discussione finita male, ma morire accoltellati non è come inciampare e sbattere la testa.
Quando il corpo dello “Zio Pippo” è uscito dall’abitazione, il quartiere si è raccolto, nessuno ha visto né sentito alcunché, il pescatore è finito in una bara di ferro. Adesso bisogna capire cosa è successo.
