PALERMO – Nonostante tutto è spumante. Il tappo della bottiglia fa il botto, quando le urne sono chiuse da un paio d’ore e dai primi dati si intuisce che questa volta il Cinque stelle non ha sfondato, o almeno non ha sbaragliato il parterre come molti immaginavano. Nella sede del comitato elettorale di Palermo, nella via che ricorda Piersanti Mattarella, il presidente regionale ucciso dalla mafia, i dati raccolti dai rappresentanti di lista non scompongono più di tanto l’entourage di deputati nazionali, regionali e di una trentina di attivisti che fanno da comitato d’accoglienza.
Fin quando non ci saranno dati certi nessun commento “politico”. Occasione mancata? “Appena fatto un lavoro incredibile in giro per la Sicilia, con incontri in centinaia di comuni – racconta Riccardo Nuti – e in ogni caso, comunque vada abbiamo la coscienza a posto”. E il deputato lancia un avviso. “Credo che alla fine in Sicilia otterremo comunque un buon risultato”.
Gli attivisti del movimento fanno molto hippies. Sono seduti a terra in cerchio con i tablet online per raccogliere i voti, confrontare le proiezioni e leggere i commenti lanciati in rete. Tra loro anche Giampiero Trizzino, deputato regionale, e Chiara Di Benedetto, parlamentare nazionale e componente della commissione Cultura. Non esiste una linea di demarcazione tra parlamentari e attivisti. “Meglio così – racconta Chiara – perché prima di essere deputati noi vogliamo essere parte attiva del movimento, cittadini come i cittadini che ci hanno votato. Dei risultati ne parliamo più tardi”.
E’ notte fonda. Molti hanno già deciso di continuare a seguire lo scrutinio da casa. Non arrivano auto blu, non c’è il bagliore ritmico dei lampeggianti a scortare via i deputati siciliani grillini. Qualcuno inforca la bicicletta e inizia a pedalare nella strada semi deserta. Non avranno vinto questa volta, forse perché dai palazzi del potere che vogliono prendere d’assedio, non sono riusciti a scrostare quei grammi di malizia necessari nella giungla del consenso.
