CATANIA – Paolo Cantaro era stato nominato a capo dell’Azienda Universitaria mentre Angelo Pellicanò era stato designato al Cannizzaro. Due nomine che sono venute a decadere perché, di fatto, il recente decreto Renzi ha stoppato tutte quegli incarichi affidati all’interno della pubblica amministrazione a personalità ormai in pensione (come i due manager in questione). L’assessorato regionale alla Sanità ha anche chiesto un parere specifico all’Avvocatura dello Stato che ha confermato l’impossibilità della nomina di Pellicanò e Cantaro. Tuttavia, va ricordato che i due manager erano stati indicati dal governo regionale ben prima dell’entrata in vigore del decreto (il 25 giugno): a entrambi, però, non era mai stato fatto firmare il contratto da direttore generale. Ecco perchè, su tutta la vicenda, c’è chi ha avanzato un pesantissimo gioco di interessi politici.
Pellicanò, una vita al Cannizzaro
Angelo Pellicanò è ininterrottamente da 19 anni direttore sanitario dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania. Prima, dal 1990 al 1995 , è stato dirigente di secondo livello dell’allora Usl etnea. Ha fatto parte di numerose commissioni allestite nel corso degli anni e delle legislature dall’assessorato regionale alla Sanità. Pellicanò, nato a Reggio Calabria nell’ottobre di 63 anni fa, è anche componente “dell’unità operativa del centro di coordinamento regionale per le attività relative alla sicurezza dei pazienti e alla gestione del rischio clinico”.
Cantaro, l’otorino diventato manager
Paolo Cantaro comincia la sua carriera professionale come medico specialista otorinolaringoiatria all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania nel 1977; è in questo ospedale che arriverà a svolgere buona parte della sua professione. Dall’88 all’89 è ispettore sanitario all’ospedale Santo Bambino. Dal settembre al dicembre dell’89 diventa, invece, ispettore sanitario al Cannizzaro. Dal febbraio del 1996 e fino ad oggi è stato direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Universitaria composta dal Santo Bambino, dal Ferrarotto e dal Vittorio Emanuale. Paolo Cantaro è nato a Caltagirone il 18 marzo di 65 anni fa.
Ma mi spiegate perché questa redazione pone le questioni sempre in maniera unilaterale tali dai ingenerare, in chi legge, sospetti o irregolarità sempre da parte del governo ? avete riportato il curriculum dei due professionisti che sembra sicuramente all’altezza del compito tanto che lo stesso Governo li aveva scelti. Perché non riportate con lo stesso spazio e con titoli diversi le ragioni che ne hanno determinato la loro sostituzione invece di aprire con un titolo ” silurati da Crocetta” ? o ancora stigmatizzare indagini giudiziarie a prescindere, facendo intendere in maniera velata scandali che in questo caso non stanno né in cielo né in terra ? Da mesi avete scelto una linea ben precisa ! sparare a zero sempre e comunque ! sarà una vostra libera scelta ( ne dubito e vorrei conoscerne le ragioni ) ma sicuramente non farà del Vostro giornale un giornale obiettivo ! e questo mi dispiace !
Letti cosi’ i curricula dei due, ricordiamo “pensionati”, sembra che la ragione stia con loro.
Eppure, questa volta Crocetta ha ragione da vendere, vuole che prevalga la legge sugli interessi personali o di bottega, visti i potentati e i papaveri da salotto politico, e non, che si sono mossi.
L’Italia, checche’ se ne dica, rimane un paese in stato di Diritto, e la legge 90/2014 non puo’ prevedere privilegiate eccezioni!
A completezza della nota giornalistica si sottolinei dunque, anche, che i due “pensionati” sono stati per un ventennio al vertice degli Ospedali Vittorio e Cannizzaro, dove rispettivamente “dovrebbero ritornare” a gestire quattrini pubblici.
Insomma, si chiede per i due “pensionati” il duplice privilegio eccezionale:
ECCEZIONALE PER LA LEGGE (D.lgs.90/24.06.2014)
ECCEZIONALE PER LA COMPATIBILITA’ ambientale (stesso ospedale …a vita, come i nobilotti medievali).
E non si dimentichi, che come diceva Qualcuno, DUE STIPENDI SONO MEGLIO DI UNO.
In conclusione, Crocetta ha ragione, se poi qualche ricorso dovesse incontrare un animo di sodale amicizia, per cui si debbano confermare i Blasoni da Direttore Generale, Crocetta li destini ad altra sede, per es. a Trapani e Caltanissetta.
Se proprio vogliono ancora “lavorare” i due pensionati lo facciano FUORI dalla SEDE da cui sono andati in pensione!!!
Il vero discorso e ‘ che si vuole coprire il discorso politico caro Crocetta perché ancora il cerchio non si è chiuso Dimettetivi
ASSESSORE BORSELLINO DOVE SEI ?