Mistero a Capaci: "Ce lo hanno portato via" |L'ombra del doping sulla morte di Alessandro - Live Sicilia

Mistero a Capaci: “Ce lo hanno portato via” |L’ombra del doping sulla morte di Alessandro

L'avvocato Emanuele Gualniera

Stroncato da sostanze dopanti? È questo l'interrogativo attorno a cui ruotano le indagini sul decesso di Alessandro Morello, 26 anni, gestore di un noto bar a Capaci e appassionato di body building.

PALERMO – “Ce lo hanno strappato via, hanno preso nostro figlio”. Frasi piene di dolore. Francesco Paolo Morello e la moglie Concetta piangono un figlio, Alessandro, che non c’è più. I genitori lo hanno trovato morto nel letto della sua stanza.

Stroncato da sostanze dopanti? È questo l’interrogativo attorno a cui ruotano le indagini sulla misteriosa morte di Alessandro Morello, 26 anni, di Capaci, dove gestiva il caffè che porta il nome di famiglia. I carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Ilaria De Somma, hanno trovato delle sostanze in camera della vittima e nel frigorifero di casa. Sostanze al momento “non identificate”. L’ombra del doping si addensa sulla drammatica vicenda.

Morello era un appassionato di body building e assiduo frequentatore di una palestra nel centro a pochi chilometri da Palermo. Ecco perché i genitori, spiega l’avvocato Emanuele Gualniera che li assiste, “chiedono solo di conoscere la verità. Vogliono sapere se il figlio sia stato ucciso da qualcosa che qualcuno non avrebbe dovuto dargli. E la verità serve anche per bloccare altre possibili tragedie”. L’esame autoptico eseguito alla Medicina legale del Policlinico non ha evidenziato “tracce macroscopiche di sostanze” che possano avere provocato l’arresto cardiocircolatorio. Questo non vuol dire che le sostanze non siano state assunte, ma bisognerà fare una serie di esami istologici e tossicologici per accertarlo. I periti si sono presi sessanta giorni di tempo.

Nel frattempo la persona che seguiva la vittima durante gli allenamenti è già stata iscritta nel registro degli indagati. L’indagine, infatti, è stata iscritta nel modello 21, il registro delle notizie di reato a carico di persone note. Il nome, ancora top secret, è legato al ritrovamento delle sostanze. In casa ce n’erano parecchie. Per lo più si tratterebbe di polveri e compresse.

I familiari della vittima, negli ultimi giorni, nulla di strano avevano notato nelle abitudini di Alessandro. Sapevano che seguiva una dieta e assumeva integratori alimentari. Hanno sempre considerato i suoi risultati fisici come il frutto della costanza degli allenamenti che ormai andavano avanti da otto anni.

La sera prima del decesso Alessandro era uscito con la fidanzata a cena fuori. Era rientrato verso le 22 e 30. Avvertiva un leggero malore. Meglio andare a letto. Il padre all’indomani aveva deciso di andare lui ad aprire il bar per fare riposare il figlio qualche ora in più del solito. Quando, però, un quarto d’ora prima delle nove, non lo ha visto arrivare, si è preoccupato. Ha chiamato la moglie, chiedendole di controllare. Il resto è il tragico epilogo di una vicenda ancora da chiarire.


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