"Bilanci comunali irregolari" |La Corte dei Conti indaga su Gela - Live Sicilia

“Bilanci comunali irregolari” |La Corte dei Conti indaga su Gela

Nel mirino i documenti contabili dal 2010 al 2012, approvati dopo l'addio di Crocetta. Notificati 35 avvisi a comparire. Con un'ombra che sfiora l'amministrazione dell'attuale governatore.

PALERMO – Una stabilità “artificiosamente conseguita”. Debiti fuori bilancio per oltre 10 milioni non contabilizzati. E un’ombra che lambisce l’amministrazione di Rosario Crocetta, che pure non viene mai chiamata direttamente in causa. È un atto d’accusa pesantissimo, l’invito a dedurre notificato dalla Procura della Corte dei conti a 35 amministratori e funzionari del Comune di Gela: nel mirino, i bilanci dal 2010 al 2012, quando il sindaco era già Angelo Fasulo, ma anche “la mancata conciliazione dei dati derivante dai pagamenti per azioni esecutive non regolarizzate alla chiusura di ogni esercizio a partire dal 2003”, quando cioè il primo cittadino era l’attuale presidente della Regione.
L’invito a dedurre, però, riguarda solo gli amministratori dell’ultima consiliatura. A riceverlo, a vario titolo, sono stati il sindaco Fasulo, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Fava, i consiglieri Giuseppe Concetto Arancio (oggi deputato regionale), Antonino Biundo, Nunzio Cafà, Salvatore Cauchi, Vincenzo Cirignotta, Giuseppe Collura, Giovanni Antonio Cravana, Giuseppe Luigi Di Dio, Giuseppe Terenziano Di Stefano, Nicolò Lorenzo Antonio Gennuso, Santo Giocolano, Rocco Giudice, Giacomo Gulizzi, Pietro Salvatore Lo Nigro, Giuseppe Manfré, Salvatore Mendola, Giuseppe Morselli, Gaetano Orlando, Gioacchino Pellitteri, Maria Pingo, Guido Maria Antonio Siragusa, Enrico Antonio Vella, Antonio Ventura e Giuseppe Andrea Omar Verdone, gli assessori o ex assessori Carmelo Casano, Giovanna Giuseppe Cassarà, Ugo Costa, Giuseppe Antonio D’Aleo, Fortunato Ferracane, Maria Rita La Boria e Giuseppe Ventura e i funzionari Alberto Depetro e Simonetta Francesca Guzzardi. Accusati di avere avuto in modi diversi responsabilità per la “mancata conciliazione delle risultanze di cassa della gestione di tesoreria con le scritture contabili dell’Ente per euro 10.377.396,87”. Cioè di avere omesso alcuni debiti dai bilanci, nonostante la questione fosse già stata “evidenziata dalla Corte sul precedente rendiconto” e “rilevata dal Collegio dei revisori contabili in plurime occasioni collegate all’approvazione del rendiconto 2010”.
C’è di più, però. “La mancata conciliazione dei dati derivante dai pagamenti per azioni esecutive non regolarizzate alla chiusura di ogni esercizio a partire dal 2003 – annotano i magistrati contabili – ha fatto lievitare l’importo complessivo, fermo nel 2010 ad euro 10.377.396,87, ad euro 14.137.181,10 nell’esercizio finanziario 2012”. Mancate regolarizzazioni, vere o presunte, che comunque non vengono contestate dal sostituto procuratore Alessandro Sperandeo. Per gli altri, per gli amministratori degli ultimi anni, ci sono due opzioni: pagare un’oblazione che va, a seconda delle singole posizioni, da 656,21 a 11.540,88 euro, oppure attendere l’eventuale giudizio. Quando, però, il conto potrebbe essere più salato.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI