"Fare rinascere" la Dda di Palermo| Vertice col procuratore Roberti - Live Sicilia

“Fare rinascere” la Dda di Palermo| Vertice col procuratore Roberti

Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti

Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti fa visita ai pubblici ministeri palermitani che coordinano le indagini su Cosa nostra. La parola d'ordine è "unità".

LOTTA ALLA MAFIA
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PALERMO – Fare “rinascere” la direzione distrettuale antimafia di Palermo, “la più importante d’Italia”. Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti fa visita ai pubblici ministeri che coordinano le indagini su Cosa nostra. Serra le file, fa il punto sulle più importanti inchieste in corso nel capoluogo siciliano e invita a tenere gli occhi aperti sui grandi appalti.

Vertice nel pomeriggio fra il procuratore nazionale antimafia e i pm della Dda nel nuovo Palazzo di giustizia di Palermo. L’imperativo è lasciarsi alle spalle polemiche e spaccatura esplose sotto la gestione di Francesco Messineo, che ha lasciato la guida dell’ufficio il 31 luglio scorso, allo scadere naturale del suo mandato.

L’anello ferroviario, la linea ferrata Palermo-Catania-Messina, il rigassificatore di Porto Empedocle (la competenza Dda è radicata a Palermo): le attenzioni investigative devono essere alte quando ci sono di mezzo i soldi pubblici. L’arrivo in città e soprattutto le parole pronunciate da Roberti sono state accolte con grande entusiasmo dai magistrati palermitani. Nella nuova stagione della Procura la parola d’ordine dovrà essere “unità”. Per la verità, e non è un particolare da poco, affinché si apra davvero il nuovo corso si dovrà attendere la nomina del nuovo procuratore bloccata dalla mancata elezione dei membri laici del Csm.

La commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura nelle scorse settimane aveva espresso tre voti per Guido Lo Forte, procuratore di Messina (i due rappresentanti di Unità per la Costituzione, la sua corrente, e il laico di centrosinistra), uno per Sergio Lari, capo dei pm di Caltanissetta, (votato dal consigliere di Area, la corrente di sinistra), un voto anche per Franco Lo Voi, magistrato di Eurojust, (candidato di Magistratura indipendente). Lo Forte avrebbe avuto buone chance di spuntarla se si fosse pronunciato il Plenum del Cms nella sua vecchia composizione, solo che una lettera del Quirinale dettò la linea: bisognava coprire innanzitutto gli incarichi vacanti da più tempo. E Palermo non rientrava fra questi. Con il nuovo Csm la partita si riaprirà, perché Area ha guadagnato un seggio rispetto a Unicost che lo ha perso. Attenzione a Lo Voi, però, magistrato molto stimato che raccoglie consensi trasversali. Ad oggi sono stati eletti soltanto i sedici membri togati. Il Parlamento, infatti, non ha ancora indicato gli otto laici. L’ultima fumata nera è arrivata nella seduta di oggi.

In attesa che la faccenda si sblocchi le redini dell’ufficio sono nelle mani del procuratore aggiunto Leonardo Agueci che ha ridisegnato alcune deleghe. Perché la lotta alla mafia non deve conoscere pause e soprattutto beghe interne. La visita di Roberti è servita anche per ribadire le priorià.


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