"La plastica facciale per fuggire" | Messicati Vitale torna in cella - Live Sicilia

“La plastica facciale per fuggire” | Messicati Vitale torna in cella

Antonino Messicati Vitale

Operazione dei carabinieri di Palermo. Il pericolo di fuga e le nuove contestazioni hanno fatto scattare l'arresto del presunto capomafia di Villabate. Era stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il pentito Antonio Zarcone ne ha tracciato il ruolo di vertice.

PALERMO- Avrebbe ripreso in mano il potere. Dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare Antonino Messicati Vitale era tornato sul campo. E mentre organizzava le estorsioni programmava di cambiare il suo volto utilizzando una plastica in silicone. Il pericolo di fuga e le nuove contestazioni hanno fatto scattare il nuovo arresto per il presunto capomafia di Villabate.

Di certo il pentimento di Antonino Zarcone gli ha messo paura, visto che il neo collaboratore lo piazza al vertice della mafia nella provincia palermitana. Il giorno in cui Zarcone in aula ha detto pubblicamente detto di volere cambiare vita, qualcuno dei presenti ha pensato bene di correre a casa di Messicati Vitale per avvertirlo.

Dunque, torna in cella il presunto boss che ama la bella vita e che i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo bloccarono a Bali in Indonesia. Vi era fuggito poco prima che venisse raggiunto da un ordine di arresto. Poi, erano scaduti i termini di custodia cautelare ed era tornato un uomo libero. Messicati Vitale aveva solo l’obbligo di dimora a Palermo, per il quale tra l’altro aveva fatto ricorso chiedendo il trasferimento a Portella di Mare, frazione di Misilmeri.

Nel nuovo provvedimento di fermo viene ricostruito il tentativo di Messicati Vitale di imporre la messa a posto ad un commerciante di carni. C’è poi un pizzino che Silvestro Girgenti, considerato vicino al clan, gli ha fatto pervenire. Girgenti, gioielliere di Bagheria e creditore di altri affiliati, si rivolge a chi gode di indiscussa autorevolezza per ottenere la restituzione del denaro.

La figura di Messicati Vitale era emersa con forza in tutte le recenti indagini dei militari – Sisma, Argo e Reset – e i collaboratori di giustizia, recenti e passati, ne hanno confermato la caratura mafiosa. Stefano Lo Verso di lui diceva che “è un tipo che per il quale andare ad uccidere una persona è come comprare un pacchetto di sigarette…”. Successivamente, Sergio Flamia lo definiva come “il vero capo del mandamento di Bagheria… un uomo d’onore della famiglia di Villabate molto influente e potente… addirittura sovraordinato a Zarcone Antonino”. Zarcone stesso, infine, ha aggiunto: “Dopo l’arresto di Giovanni D’Agati ha preso in mano la direzione della locale famiglia ed ha anche favorito la latitanza di Gianni Nicchi… Nel 2011 io sono stato affiliato nella famiglia di Villabate anche se dovevo fare parte della famiglia di Bagheria, alla presenza dei fratelli Messicati Vitale, Tonino e Fabio, e Lauricella… Io, Gino Di Salvo e Tonino Vitale avevamo un ruolo direttivo del mandamento di Bagheria; Nicola Greco era all’oscuro della nostra affiliazione…”.

 


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