L'inchiesta sulla "benzina dei boss" | Assolti i fratelli Graviano - Live Sicilia

L’inchiesta sulla “benzina dei boss” | Assolti i fratelli Graviano

L'avvocato Enrico Tignini, difensore di gran parte degli imputati

Non regge davanti al Gup l'accusa secondo cui i soldi dei fratelli Graviano sarebbero serviti anche per aprire, sin dai primi anni Novanta, distributori di carburanti nei punti strategici della città. Assolti tre imputati e dichiarato per altrettanti il non luogo a procedere.

PALERMO – “La benzina dei boss”, l’avevano definita gli investigatori. Di parere opposto il giudice per l’udienza preliminare che ha mandato assolti tre imputati e dichiarato per altrettanti il non luogo a procedere. L’assoluzione è arrivata con la formula della vecchia insufficienza di prove. Un solo capo di imputazione è andato prescritto. Dunque, non regge l’accusa che i soldi dei fratelli Graviano sarebbero serviti anche per aprire, sin dai primi anni Novanta, distributori di carburanti nei punti strategici della città. Una parte della rete di stazioni di servizio è finita sotto sequestro l’anno scorso nel corso di un’operazione del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Vania Contrafatto.

Assolti i fratelli Filippo e Benedetto Graviano, e Angelo Lo Giudice che avevano chiesto l’abbreviato. Erano difesi dagli avvocati Enrico Tignini, Raffaele Restivo e Giuseppe Oddo. Non luogo a procedere per Giorgio Pizzo, Mario Bompasso e Giuseppe Graviano. Per tutti l’accusa è di intestazione fittizia di beni.

I boss di Brancaccio assieme a Pizzo (tutti in carcere per associazione mafiosa) avrebbero continuato ad accumulare ricchezze servendosi di prestanome come Lo Giudice e Bompasso. Al primo, secondo l’accusa che non ha retto, erano solo formalmente intestati il distributore Agip di viale Regione siciliana, all’altezza della rotonda di via Oreto, e quelli Esso nelle piazze Sant’Erasmo e Scalia. Risultava, invece, di Bompasso l’impianto Ip di via Leonardo da Vinci n. 394/b. Oltre alle pompe di benzina l’anno scorso i finanzieri misero i sigilli ad una sfilza di terreni, case e società. Beni accumulati dai Graviano nonostante siano sottoposti ormai da anni al carcere duro.


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