Inaugurazione anno giudiziario |Veneziano: "2015 anno incerto" - Live Sicilia

Inaugurazione anno giudiziario |Veneziano: “2015 anno incerto”

La sezione etnea del Tribunale amministrativo presenta ancora numerose criticità cui si riesce a far fronte grazie allo spirito di servizio del personale, magistrati e amministrativi.

CATANIA – Luci e ombre sul Tribunale amministrativo di Catania. È una relazione in chiaro scuso quella del presidente Salvatore Veneziano, illustrata stamani nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. La sezione etnea del Tribunale amministrativo presenta, infatti, ancora numerose criticità cui si riesce a far fronte grazie allo spirito di servizio del personale, magistrati e amministrativi. E incertezze, come quelle relative alla dotazione finanziaria che, come scrive il presidente, caratterizzeranno il 2015.

“Al delineato, progressivo, potenziamento della Giurisdizione amministrativa – sotto il profilo attributivo di competenze e di strumenti processuali di tutela – non è però seguito un analogo adeguamento delle risorse umane e finanziarie” – scrive Veneziano. “Alle sempre crescenti necessità di un apparato le cui dimensioni e dotazioni – sono state originariamente concepite per un ridottissimo carico giudiziario – all’evidenza sottostimato rispetto all’effetto che la nuova offerta di giustizia amministrativa diffusa sul territorio avrebbe indotto sulla relativa domanda – e mai corrispondenti alle effettive necessità. Questa deve essere considerata la principale causa, di ordine oggettivo – ha aggiunto – del progressivo accumulo di pendenze arretrate, che ha contraddistinto il primo trentennio di vita del TT.AA.RR. – ma che ha afflitto anche il Consiglio di Stato – sino ai primi anni del nuovo millennio”.

Secondo Veneziano, “L’anno 2014 si è trasformato, da una occasione di positiva celebrazione del quarantennale di attività dei Tribunali – in anno di preoccupazione – forse per la loro stessa sopravvivenza, sicuramente per le future condizioni e modalità operative”.

Passando all’esame della situazione della Sezione staccata di Catania, dalla relazione emerge come l’anno 2014 sia stato contraddistinto da alcuni eventi del tutto imprevedibili, e imprevisti, all’inizio dell’anno, che hanno segnato, e talvolta turbato, la vita e l’attività della Sezione. Tra queste, la minacciata soppressione di tutte le Sezioni staccate di T.A.R., scongiurata dopo una dura presa di posizione di tutta la società civile.

Questi, in ogni caso, i numeri. “Nel corso dell’anno 2014 sono stati depositati 3.203 nuovi ricorsi, pari al 5,03% del totale nazionale di n. 63.718 nuovi ricorsi, con un calo di 131 ricorsi rispetto al totale dei depositi dell’anno precedente (3.334, pari al 6,08% del totale nazionale del 2013), pari ad un – 3,90% rispetto al 2013. Tale dato colloca la Sezione staccata di Catania, dalla terza posizione dell’anno 2013, al quinto posto in campo nazionale per l’anno 2014, alle spalle del TAR Lazio – Roma (n. 16.855 ricorsi, pari al 26,45% del totale nazionale), del TAR Campania – Napoli (n. 6.773 ricorsi, pari al 10,63% del totale nazionale), del TAR Sicilia – Sede di Palermo (n. 4.206 ricorsi, pari al 6,60% del totale nazionale) e del TAR Lombardia – Milano (n. 3.629 ricorsi, pari al 5,70% del totale nazionale).

Da un esame per materie dei nuovi ricorsi, tale diminuzione appare conseguente alla flessione nelle materie dell’Edilizia (- 95), delle Esecuzioni del giudicato (- 99), del Pubblico impiego (- 50) e delle Elezioni (- 44), oltre che a minori flessioni in altre materie, non adeguatamente compensate dalla crescita dei nuovi ricorsi nelle materie dell’Istruzione (+ 40), della Sicurezza Pubblica (+ 70), delle Professioni e Mestieri (+ 25), degli Appalti (+ 24) e dell’Ambiente (+ 21), oltre che a minori crescite in altre materie.

Nel corso dell’anno 2014 sono stati definiti n. 8.544 ricorsi; da tale dato – tenuto conto della pendenza all’1.01.2014 (n. 54.637 ricorsi) e del nuovo introito (n. 3.203 ricorsi) – deriva una pendenza al 31.12.2014 di n. 49.296 ricorsi, con una differenza rispetto alla pendenza al 31 dicembre dell’anno precedente di n. 5.341 ricorsi in meno, pari al – 9,78%. Risulta, quindi, (solo) sfiorato l’obiettivo di una diminuzione di pendenze del 10% annuo, obiettivo indicato dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa nella deliberazione del 15.09.2011, in misura analoga a quello previsto dal co. 12 dell’art. 37 del D.lgs n. 98/2011, convertito in legge dall’art. 1, comma 1, L. 15 luglio 2011, n. 111. Risulta invece infranta la soglia “psicologica” delle 50.000 pendenze arretrate”.

 

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