Picchiava la madre per soldi | E' imputato di estorsione - Live Sicilia

Picchiava la madre per soldi | E’ imputato di estorsione

Dramma familiare in tribunale. La madre è supportata dall'Associazione Codici e Obiettivo Legalità. "Dietro questa storia - afferma il segretario Manfredi Zammataro -  si nasconde una piaga sociale, che è quella del gioco d'azzardo patologico".

CATANIA – Un processo che vede un figlio nella veste di imputato e la madre come parte offesa. E’ il quadro di una vicenda giudiziaria che nasconde il dramma di una storia familiare avvelenata dalla serpe del gioco d’azzardo. Estorsione, maltrattamenti e lesioni aggravate sono le accuse da cui dovrà difendersi P.A.M.G., 58 anni. Il Gup Loredana Pezzino lo ha rinviato a giudizio accogliendo la richiesta del pm Raffaella Agata Vinciguerra. Il procedimento, che è in corso, si sta celebrando davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania.

Pubblichiamo solo le iniziali dell’imputato per tutelare la vittima, una donna che ha dovuto affrontare la violenza più atroce: quella di essere minacciata e picchiata dal suo stesso figlio. Intimidazioni per ottenere i soldi necessari per pagare i debiti di gioco e continuare “nella sua dipendenza”. La chiameremo Serena questa madre che solo dopo diversi mesi di soprusi ha maturato la decisione di denunciare tutto, anche grazie al supporto delle Associazione Codici e Obiettivo Legalità. Sarà una sentenza a stabilire una verità processuale: intanto l’imputato secondo un provvedimento preciso ha “il divieto di avvicinarsi alla persona offesa”.

Nel dispositivo di rinvio a giudizio sono elencati i capi d’imputazione. L’imputato avrebbe tenuto abitualmente “comportamenti violenti contro la madre convivente, sia verbali che fisici, picchiandola, minacciandola, pretendendo del denaro; creando un clima di paura e di violenza”. Nel decreto si fa riferimento ad un episodio in particolare: il 16 ottobre 2013 il figlio avrebbe picchiato selvaggiamente la madre dopo il suo rifiuto a dargli altri soldi. Serena finirà in ospedale, le sarà diagnosticato “ecchimosi al braccio destro, cervicalgia post traumatica, stato ansioso”. Le minacce e le violenze erano “dirette a costringere la donna a consegnargli del denaro”.

E ci sono retroscena che non si leggono sugli atti giudiziari. Prestiti su prestiti che a fine mese significano non avere nemmeno i soldi per l’affitto, ed è così che arriva lo sfratto. “La storia più brutta è che c’è una madre che è costretta a dormire fuori di casa in alloggi di fortuna – racconta Manfredi Zammataro di Codici – e il cui carnefice non è lo sconosciuto, ma il figlio”. Non è stato semplice per Serena andare dalle forze dell’ordine, ma il suo cuore di mamma non ha smesso di battere nemmeno in quell’occasione. “E la stessa signora che nella denuncia scrive vorrei che mio figlio fosse curato“.- aggiunge Zammataro.

Oggi Serena purtroppo è una donna sola. “Abbiamo voluto supportare la signora – spiega il segretario di Codici – perchè riteniamo che spesso le vittime di questi reati finiscono per ritrovarsi da soli. E Associazioni come Codici e Obiettivo Legalità hanno proprio questa funzione: quella di aiutare le vittime supportandole nella fase della denuncia fino alla fase più complessa che è poi l’iter processuale”.

Un processo che rappresenta l’epilogo di una “piaga impressionante, che è quella del gioco d’azzardo patologico. Un fenomeno che da tempo – continua Zammataro – stiamo cercando di contrastare, perchè riteniamo che sia alla base di alcuni crimini come quello di cui è stata vittima la signora. Questi tipi di reati molte volte si verificano all’interno delle mura domestiche. Bisogna stimolare le persone che subiscono violenza familiare a denunciare  – conclude – in modo da permettere che la giustizia faccia il suo corso come in questo caso”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI