Insegnanti in sciopero della fame| “Non ci fermeremo” - Live Sicilia

Insegnanti in sciopero della fame| “Non ci fermeremo”

Nelle stesse ore in cui i deputati votano gli articoli del disegno di legge, i docenti catanesi sono in presidio permanente in via Coviello.

contro la buona scuola
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CATANIA – Inizia lo sciopero della fame contro “la Buona scuola”. Nelle stesse ore in cui i deputati votano gli articoli del disegno di legge, i docenti catanesi sono in presidio permanente. Lo sciopero della fame si protrarrà per almeno dodici ore. In via Coviello si danno appuntamento i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals. Una decina di persone alle quali nel pomeriggio si uniranno altri docenti. Il motivo della presenza risicata degli insegnanti è presto spiegato.

Il premier Matteo Renzi ha dimezzato distacchi e permessi sindacali e sta raccogliendo i frutti dell’operazione messa in campo lo scorso anno. “Quello che non è riuscito a fare Brunetta, lo ha fatto Renzi, dimezzando non solo i distacchi ma anche i permessi”, tuona la segretaria etnea della Cgil Scuola, Antonella Di Stefano. “I permessi non servono a passeggiare ma a consentire ai docenti di portare avanti il lavoro sindacale e le azioni politiche, oggi molti lavoratori sono a scuola perché la stagione di lotta è stata lunga e i permessi sono terminati”, argomenta la sindacalista.

Sui cartelloni campeggia una frase molto bella che restituisce ai docenti il senso più profondo del loro lavoro (del tutto estraneo al mondo delle aziende): “Un figlio è come un foglio bianco dove i genitori scrivono il suo destino; gli insegnati scriveranno su quel foglio e gli cambieranno la vita”. E invece la realtà della scuola italiana è segnata da “strutture che stanno cadendo a pezzi, classi pollaio, attacchi continui al diritto allo studio”.

E infine, una riforma che non piace ai sindacati. Nella giornata di ieri un altro tassello del disegno di legge è stato votato: l’articolo 19 che introduce detrazioni sulla retta alle famiglie che iscrivono i loro figli alle scuole paritarie. “Un sopruso anticostituzionale” per Di Stefano che ricorda come gli istituti privati non dovrebbero avere nessun onere per lo Stato. I manifestanti non nascondono di sapere benissimo che la battaglia alla Camera è scontata, ma guardano con speranza al Senato. Sperano in “un’opposizione più ferrea” e guardano con speranza alla composizione numerica più fragile della maggioranza. Per docenti e sindacati la lotta continua. “I braccianti di Di Vittorio occupavano le terre, noi occuperemo le scuole”, dice Di Stefano.


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