La vera piaga palermitana - Live Sicilia

La vera piaga palermitana

I cantieri, il parcheggio negato, il "ciaffico"... Cartolina da Palermo. Dal numero di I love Sicilia in edicola (clicca qui per acquistare la versione digitale), la rubrica L'Infelice di Felice Cavallaro.

Da I love Sicilia
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2 min di lettura

Lo capiamo tutti che se nello stesso periodo piovono su Palermo milioni e milioni di euro per una linea di metropolitana e una rete di tram bisogna vivere il disagio dei lavori in corso. Al di là di quanto ognuno di noi preferirebbe o avrebbe preferito, per fortuna “piove”.

Lo capiamo tutti che se i funzionari dell’Unesco sono pronti a incoronare Palermo città patrimonio dell’umanità bisogna liberare piazze e monumenti dalle auto per consegnarle come un incanto ai turisti in aumento.

Per rendersene conto basta ammirare la meraviglia della liberata piazza Parlamento, il pianoro rialzato sul quale si affaccia Palazzo Reale, con la maestosità della fastosa dimora dove, dopo re e viceré, si sono insediati i deputati dell’Assemblea regionale. Affrancata dalla presenza delle auto, come ha deciso il presidente della stessa Assemblea, Giovanni Ardizzone, che certo non si aspettava la reazione di un paio di sindacati interni al palazzo, pronti a presentare un ricorso ai giudici del Tar rivendicando il diritto… al parcheggio. Diritto negato dai giudici che hanno bacchettato i ricorrenti notando come al divieto di circolazione si sia arrivati, semmai, con gran ritardo. Motivo di soddisfazione per il presidente Ardizzone che nel comitato per il riconoscimento Unesco partecipa a pieno titolo.

Ma di questo Comitato è ovviamente parte fondamentale il Comune di Palermo e ai suoi massimi esponenti bisognerebbe piuttosto chiedere come sia stato possibile arrivare al blocco di una città dove, ripeto, per fortuna “piovono” milioni e riconoscimenti, senza avere pensato con mesi di anticipo a un piano traffico alternativo, collaterale, di supporto.

Se blocchi per mesi la rotonda di via Leonardo Da Vinci è ovvio che l’ingresso dall’autostrada verso la città e viceversa diventi un supplizio di Tantalo. Come accade alle spalle di Palazzo dei Normanni dove nessuno ha immaginato come far fronte a centinaia di posti auto venuti meno. Si, basta lasciare l’auto a casa, ovviamente. Ma devi dare al cittadino e all’impiegato (non solo dell’Assemblea) la possibilità di una adeguata rete di bus, ovvero di navette collegate a un parcheggio pubblico.

Siamo abituati a vedere la strada che dalla Cattedrale porta verso il Mercato delle pulci intasata da decine di pullman turistici in fila o in doppia fila, ma con la chiusura di piazza Parlamento e con quella annunciata di corso Vittorio Emanuele sarà ancora peggio (anzi, meglio, considerato il flusso crescente dei visitatori). Ed è questo intasamento prevedibile attorno al cerchio magico del “patrimonio dell’umanità” che rischia di far fallire l’operazione finalizzata, sulla carta, a rendere la città più vivibile.

L’estate può aiutare a sperimentare la nuova dimensione di una Palermo città d’arte sempre più ospitale. Ma nei primi passi di questa nuova era si coglie l’improvvisazione di sempre, l’assenza di un piano studiato a tavolino, capace di rispondere a domande ovvie. Col rischio di tornare all’abusata citazione di Johnny Stecchino sulla vera piaga palermitana.

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