Ardizzone contro Crocetta: | "Basta demagogia, venga in Aula" - Live Sicilia

Ardizzone contro Crocetta: | “Basta demagogia, venga in Aula”

Il presidente dell'Ars Ardizzone: "Il governatore ha reso la Regione più debole nei confronti dello Stato. Il governo non ha una regia politica e non viene più visto come un interlocutore credibile. Ogni assessore va per conto suo. Leotta vuole dimettersi? Lo capirei benissimo. Adesso si approvi la riforma delle Province, o è meglio andare tutti a casa".

PALERMO – “Forse è il caso che il presidente Crocetta la smetta di cavalcare il populismo e la demagogia. Semmai, venga più spesso in Aula. Il governo nazionale interferisce con la Regione? Credo che la colpa sia anche di questo esecutivo”. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone non ha gradito. Non gli sono piaciuti i riferimenti del governatore al rinvio dei tagli ai Consigli comunali: “Se era tanto interessato a quella legge poteva benissimo presentarsi all’Ars e far valere il suo voto”.

E invece il governatore ha parlato di “errore” e ha chiesto di rivedere quella decisione.
“E’ una cosa assurda, adesso tutti prendono le distanze da quel voto, ma vorrei ricordare che, piaccia o no, il luogo per discutere è Sala d’Ercole. E il presidente della Regione non mi sembra così presente in parlamento”.

Insomma, secondo lei, il governatore non partecipa e poi “critica”…
“Se Crocetta era interessato poteva venire in Aula e far valere il suo pensiero. Ma quantomeno adesso la smetta di fare populismo e di sparare ai quattro venti cifre farlocche”.

Crocetta ha detto che quel rinvio comporterà la rinuncia a un risparmio da 50 milioni.
“Mi chiedo da dove abbia preso quei numeri. Vorrei ricordare che la maggior parte degli amministratori riceve gettoni da duecento euro l’anno. Se ci sono stati casi come quelli delle cosiddette ‘gettonopoli’ vanno perseguiti anche a livello penale. E altro discorso è il tema dei permessi. Del resto proprio io presentai un ddl per equiparare lo status dei consiglieri siciliani a quelli del resto d’Italia. Ma basta con la demagogia. Se quella degli amministratori locali è una casta, allora io sono il loro difensore. E ne vado fiero”.

Insieme ai Comuni, però, altro tema bollente è quello delle Province. È possibile che ancora, dopo due anni, non si sia riusciti ad approvare questa benedetta riforma?
“Anche questo è un fatto inaccettabile. E proprio per questo motivo io credo che se l’Ars non approva questo ddl è meglio sciogliere il parlamento e andare tutti a casa”.

Presidente, lo abbiamo sentito dire tante volte…
“Ma la situazione è diversa in questo caso. Se non approviamo la riforma, le Province sono destinate al dissesto economico. E non ce lo possiamo permettere”.

Come mai lei parla di dissesto?
“Per farla breve, non avendo ancora trasferito ai nuovi enti le funzioni, lo Stato centrale continua a sottrarre risorse. Prima attraverso la richiesta di compartecipazione al debito pubblico per circa 100 milioni. Poi, addirittura sottraendo possibili introiti come quelli derivanti dalle Rca auto. O ci sbrighiamo, o il governo romano condannerà a morte quegli enti che non potranno chiudere i bilanci”.

Ma è possibile che la Regione non abbia strumenti per opporsi a questa “invadenza” di Roma?
“Il problema è proprio quello. Purtroppo il presidente Crocetta ha contribuito a rendere l’Isola sempre più debole nei confronti dello Stato. Questo governo non ha una regia politica. Ogni assessore va per conto suo. Ed è facile, per il governo Renzi, imporsi sulla Sicilia”.

Cosa vuol dire? Il governo regionale non fa valere le proprie ragioni?
“Le chiedo questo: le pare possibile che nel dibattito sulle città metropolitane debba entrare la possibile futura candidatura alle Regionali di Leoluca Orlando o di Enzo Bianco? Devono essere loro a guidare le città metropolitane, è inutile girarci attorno. Queste titubanze, fondate su motivazioni puramente politiche, finiscono per dare l’opportunità al governo nazionale di sottrarre risorse agli enti, visto che da Roma ci ricordano che non abbiamo ancora deciso cosa fare con le ex Province. E in effetti il governo regionale non ha una regia politica”.

Lo ha detto pure poco fa. Cosa intende esattamente?
“Che si va avanti con annunci estemporanei. Prenda ad esempio questo fantomatico ‘Sblocca Sicilia’ annunciato da Crocetta. Di cosa si tratta? Io ne ho letto solo sui giornali. Semmai, il governatore, prima di puntare il dito contro le lentezze dell’Assemblea, dovrebbe ricordarsi che ha portato a Palazzo dei Normanni solo ad aprile una Finanziaria che doveva essere depositata ad ottobre dell’anno precedente”.

Non crede che l’Ars dovrebbe, magari, lavorare un po’ di più? Crocetta dice ad esempio che la giunta ha esitato diversi ddl, ma che questi sono rimasti impantanati a Palazzo dei Normanni.
“Questa è una balla. Siano più chiari e mi dicano quali sono questi disegni di legge inviati all’Ars. In assemblea non è arrivato un bel niente. E del resto, non mi sorprende: questo governo cambia idea ogni secondo. Anche per questo non viene più visto come un interlocutore credibile”.

In che senso?
“Le faccio un altro esempio: domani i lavoratori delle Province, giustamente preoccupati, manifesteranno contro il governo. Però hanno chiesto, irritualmente, di essere ricevuti da me, il presidente dell’Ars. E io mi sono premurato di convocare tutti i capigruppo. Ma le pare normale che debba essere l’Assemblea e non l’esecutivo, che si è dimostrato inerte, a dialogare con quelle persone?”

Eppure questo doveva essere il governo della svolta, quello del “cambio di passo”. Domani però un altro vertice di maggioranza dovrà fare chiarezza sulle nuove divisioni.
“Devo essere sincero, io questo cambio di passo non l’ho visto. Mi auguravo che succedesse, ma non è successo. Continua a mancare un progetto chiaro, unitario. E la prova è in Aula, dove i deputati di maggioranza se la cantano e se la suonano ciascuno per conto loro”.

E le cose potrebbero peggiorare. Da giorni si inseguono le voci su possibili dimissioni dell’assessore alla Funzione pubblica Ettore Leotta.
“E se si dimettesse lo capirei perfettamente. Credo non si riesca a barcamenare in mezzo a questo putiferio politico. E dalla giunta non ha nemmeno indicazioni su come precedere su temi delicati come quelli del personale o delle Province. Non vorrei che a lasciare questo governo siano sempre i migliori. Era già successo con Marcella Castronovo”.

Quando parla di “giunta che non dà indicazioni” immagino si riferisca di nuovo al governatore.
“Io credo che in questi mesi l’atteggiamento di Crocetta abbia reso più debole la Sicilia e abbia consentito al governo nazionale di trattarci con la puzza sotto il naso. Ed è un errore molto grave”.


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