Crack Romano Palace |Le richieste di archiviazione - Live Sicilia

Crack Romano Palace |Le richieste di archiviazione

Il pm ha chiesto al Gip di Roma di archiviare la posizione di Massimo Montalto, Giuseppe Quattrocchi e altre nove persone. LEGGI TUTTI I NOMI.

ROMA – La maxi indagine della Procura di Roma per bancarotta fraudolenta, che lo scorso novembre aveva portato al sequestro preventivo dei due noti alberghiRomano Palace Luxury Hotel” e “Hotel Romano House” e all’iscrizione nel registro degli indagati di noti imprenditori, avvocati e commercialisti catanesi, è arrivata al giro di boa. Stralciata la posizione di diversi indagati: il sostituto Procuratore Giancarlo Cirielli ha chiesto l’archiviazione per molti professionisti catanesi.

Nel dettaglio il pm ha chiesto al Gip di Roma di archiviare la posizione di Massimo Montalto e Giuseppe Quattrocchi (difesi dall’avvocato Rosario Pennisi), il primo coinvolto nell’indagine come membro effettivo del collegio sindacale della Biosan World Corporation Spa, della Romano Palace e della Jonica Immobiliare Srl, mentre il secondo come membro supplente dei collegi sindacali di tutte e tre le società.

Richiesta di archiviazione anche per Daniela Caterina Abate, Paola Santagati, Marta Privitera, Sarah Patti,  Enrico La Malfa, Daniela Caterina Abate, Vera Maria Toscano, Giuseppe Patti e Gianmarco Abbadessa. 

L’attività di indagine delle Fiamme Gialle coordinata dalla magistratura di Roma ha consentito di accertare – scrivono gli inquirenti – una presunta bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale posta in essere dagli amministratori di quattro società catanesi i quali – attraverso un articolato sistema fraudolento che si sarebbe sviluppato mediante la costituzione di nuove società, il conferimento alle stesse di rilevanti patrimoni immobiliari e l’aumento di capitale sottoscritto da una società lussemburghese – avrebbero trasferito all’estero la proprietà dei due hotel. Il disegno criminoso, che avrebbe quasi completamente svuotato la società catanese fortemente indebitata, si sarebbe completato con il suo cambio di denominazione e il conseguente spostamento a Roma, dove è stata dichiarata fallita con un passivo di oltre 25,6 milioni di euro.

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