Crocetta: "Un tentato golpe, non me ne vado| Lucia si è dimessa a causa di un falso dossier" - Live Sicilia

Crocetta: “Un tentato golpe, non me ne vado| Lucia si è dimessa a causa di un falso dossier”

Il governatore prima interviene a Sala d'Ercole, parlando di un complotto ordito da massonerie deviate, mafia e poteri "occulti", ma minimizza sulle intercettazioni che raccontano di una Sanità in mano ai medici amici. Poi torna sull'addio dell'assessore alla Salute: "Qualcuno le ha fatto leggere le stesse fasulle intercettazioni diffuse da l'Espresso". E intanto i deputati di maggioranza (ma anche d'opposizione) tirano un sospiro di sollievo: "Ripartiamo dalle riforme". di Accursio Sabella e Santi Sabella

PALERMOAltro che politica, malaffare, “coacervo di interessi”. Se Lucia Borsellino ha lasciato il governo Crocetta è solo a causa di un “equivoco”. Ben orchestrato. Finalizzato a destabilizzare il governo. E’ fresca l’ultima trovata del governatore per “rimuovere” le pesanti motivazioni politiche, etiche e morali alla base del polemico addio alla giunta della figlia di Paolo Borsellino: “Sono convinto che le abbiano mostrato un finto dossier. Lo stesso che hanno inviato all’Espresso”.

Un dossier fasullo, quindi. Ecco l’ultimo colpo di teatro per mettere in secondo piano tutto il resto. Ad aggiungere mistero a mistero. Mettendo il presidente, da questo punto di vista, nella stessa posizione del settimanale. L’Espresso dovrà dimostrare che quell’intercettazione c’è stata. Ma Crocetta dovrà convincere qualcuno dell’esistenza di quel falso dossier che avrebbe spinto Lucia Borsellino fuori dall’esecutivo.

Una trovata, dicevamo, utile a mettere in secondo piano le intercettazioni mai smentite. Quelle che dipingono lo scenario di una sanità gestita dagli amici del governatore, in piena armonia con lo stesso Crocetta. Il primario Tutino, il manager Sampieri e anche alcuni di quelli che sarebbero stati nominati direttori generali, si scambiavano telefonate, si incontravano, buttavano giù la lista dei “fedelissimi”, prendevano appuntamenti col presidente al quale portare l’elenco, e magari arricchire i nomi con qualche notizia sul curriculum. “Mi serve mezz’ora”, diceva Tutino, rivolgendosi a uno dei più stretti collaboratori di Crocetta. E ovviamente, tra i titoli richiesti anche quello – ripetono più volte i medici – di essere un “fedelissimo”.

Tutto scomparso, o quasi. Minimizzato dall’intervento in Aula prima e nell’ennesima conferenza stampa dopo dal governatore. A Sala d’Ercole, in particolare, il governatore si è solo difeso contrattaccando. Nessuna autocritica, nessuna umiltà nell’ammissione di errori e “leggerezze”, nessun rossore, ad esempio, di fronte a una Sicilia devastata dagli errori amministrativi, dai ritardi, dai flop colossali di questo governo. Nulla. Nè in Aula, nè a margine della seduta, quando i toni si sono anche ulteriormente alzati contro la stampa e i golpisti che per poco non lo facevano passare per uno stragista. Il resto, come detto, finisce sullo sfondo. “Sampieri era convinto che io lo rinominassi direttore generale – ha detto Crocetta nella Sala rossa di Palazzo dei Normanni a margine della seduta – sapete come siamo noi politici… magari gli avrò detto, sì vediamo, semplici parole di conforto”. Tutto scomparso, di fronte ai dubbi sulla intercettazione rivelata da l’Espresso. “Il cerchio magico? – ha rincarato Crocetta – quello vero è formato dalla massoneria deviata e da qualcuno che tiene contatti con la mafia. Che è cambiata, ovviamente. E adesso sta dentro le attività legali”. Ecco spuntare quindi il nuovo nemico, la “massoneria deviata”, che si aggiunge ai poteri occulti, a quelli oscuri, a una mafia senza nome, ai nostalgici del passato, alle forze che si oppongono al cambiamento. Idealtipi utili a giustificare un fallimento politico che, nonostante l’istinto di conservazione, sono state in qualche modo delineate persino dai deputati di maggioranza.

Le “nuove” dichiarazioni di Crocetta hanno ribadito, del resto, i concetti espressi dal governatore nel corso del suo annunciato intervento a Sala d’Ercole e durato quasi un’ora. E durante il quale Crocetta ha contrattaccato: “Non mi dimetto. Sono stato oggetto di un attacco ordito da poteri oscuri. La Regione dovrebbe chiedere a l’Espresso un risarcimento miliardario. Se c’è qualcuno che può decidere di farmi dimettere, quello è il parlamento”.

A seguire gli interventi dei deputati. La maggioranza, quasi senza distinzioni, ha espresso solidarietà “umana” nei confronti del presidente. Ma ha anche chiesto un “cambio di passo” politico. “Accogliamo l’appello del presidente Crocetta, avviamo insieme una valutazione per capire se e come andare avanti” ha detto Antonello Cracolici, capogruppo Pd durante un intervento con i ringraziamenti a Lucia Borsellino “per il suo straordinario impegno e per il lavoro messo in campo, che il PD intende portare avanti”. Cracolici ha poi aggiunto “oggi si chiude il ‘primo tempo’ di una vicenda complessa, proveremo a rimarginare una ferita che non sarà facile rimarginare: Rosario Crocetta è stato infangato, e la patacca pubblicata da un settimanale ha infangato tutta la Sicilia. Adesso si apre il ‘secondo tempo’, devono essere valutate le cose fatte e gli errori commessi, e capire se si è in grado di invertire radicalmente la rotta”.  “Ribadiamo oggi – ha detto il capogruppo del Pdr Beppe Picciolo – solidarietà umana e politica al presidente Rosario Crocetta e crediamo che questo momento così triste, per la gravissima ingiustizia subita, possa invece diventare un’opportunità per dare forza allo stesso governatore e per completare l’attività di governo con le leggi di riforma in calendario all’Ars. Riconosciamo parole molto più responsabili da parte delle opposizioni rispetto a quelle, talvolta, affrettate di pezzi della maggioranza”. E l’ennesima svolta è richiesta anche dall’Udc: “Le preoccupazioni di Lucia Borsellino – ha detto il capogruppo Mimmo Turano – sono sempre state le nostre preoccupazioni e chi segue attentamente le cronache sa che l’Udc ha sempre testimoniato in pubblico e privato sostegno incondizionato all’assessore Borsellino ma soprattutto il nostro partito ha denunciato e contestato scelte infelici e scellerate di politica sanitaria e ha avuto il coraggio di abbandonare la giunta che decideva le nomine dei manager. Purtroppo – ha proseguito il presidente dei deputati centristi – la nostra posizione è rimasta inascoltata e oggi che tutti i nodi sono venuti drammaticamente al pettine non ci serve avere ragione al contrario torniamo a chiedere con forza e determinazione che si intervenga nel settore della sanità con rigore, senza fare sconti a nessuno e facendo piazza pulita di quanti in questi anni hanno impedito il cambiamento e il risanamento di questo settore”.

L’opposizione ha attaccato invece chiedendo al presidente di fare un passo indietro, proprio a causa del fallimento politico della sua esperienza di governo. Ma in pochi hanno chiesto “dimissioni immediate”. Anche forze politiche come Forza Italia o Ncd hanno sottolineato la necessità di lavorare, prima della fine della legislatura, ad alcune riforme necessarie per i siciliani. Più netti i deputati del Movimento cinque stelle: “Una manfrina che poteva anche risparmiaci. Un discorso inutile, quanto prevedibile. Era chiarissimo infatti – si legge in una nota – che Crocetta non avrebbe mollato la presa, lui assieme al Pd, che di questa farsa è attore principale. Questa legislatura – aggiungono i deputati Cinquestelle – è clinicamente morta, ma nessuno vuole togliere la spina per paura delle elezioni e per conservare la pesante e comoda busta paga. Non riesce a capire che ormai ha fatto il suo tempo, i siciliani non lo vogliono più come presidente.  Crocetta – continuano i deputati M5S – è ormai un uomo solo, abbia un sussulto di orgoglio, si svincoli dalla morsa del Pd che rischia di trascinare a fondo la Sicilia, si dimetta prima che siano di siciliani e e non la politica a dimissionarlo”.

DIRETTA TESTUALE

16.05 La seduta si conclude. Appuntamento a martedì 28 luglio.

16.04 Cracolici: “Questo è solo il primo tempo. Nel secondo tempo dovremo passare alle valutazioni politiche. E anche se saremo in grado di riconoscere gli errori e invertire la rotta”.

15.59 Cracolici: “C’è stato un attentato alle istituzione democratiche della Sicilia. Ora dobbiamo capire se ci sono le condizioni politiche per andare avanti. La politica non può agire pensando se stessa in maniera autoreferenziale. Dobbiamo capire se siamo ancora in tempo per realizzare le cose che servono e se riusciremo a dare il senso di queste cose”.

15.55 Cracolici: “Perché si è pensato di agitare proprio in uno dei giorni più importanti per la Sicilia, quello del ricordo di Paolo Borsellino, lo scalpo di un governatore che, piaccia o non piaccia, è un simbolo dell’antimafia? Io credo che si volesse dire che tutti sono uguali a tutti. Che si togliesse alla Sicilia anche la speranza, ponendo fine a una stagione dell’impegno civile. Certo, a volte una certa immagine da antimafia di operette in questa Regione spesso c’è stata”.

15.52 Antonello Cracolici: “Vorrei iniziare con un grazie a Lucia Borsellino, alla sua sobrietà e alla sua competenza, e per averci tirato fuori da una condizione della Sanità che pochi anni fa era tremenda. Ed è un grazie politico perché a causa delle sue dimissioni il partito ha potuto assumersi la responsabilità di continuare il suo lavoro, mettendoci la faccia. Il presidente ha fatto bene a distinguere tra le questione delle intercettazioni e quelle di natura politiche. Fermo restando che i miei dubbi sono cessati di fronte alla smentita del Procuratore della Repubblica. Io oggi chiedo però come mai fosse stata costruita quella patacca?”.

15.45 Salvatore Cascio (Sicilia democratica): “La solidarietà del nostro gruppo, di fronte a quelle frasi smentite da più Procuratori della Repubblica, è totale. Oggi il cittadino siciliano si chiede se c’è stato un complotto. Ma in questa vicenda, alcuni aspetti hanno refluenze politiche. Oggi bisogna dare risposte alle persone che lo chiedono e continuano a non riceverle. Per questo adesso bisogna ‘cambiare verso’. E questo si fa dando una connotazione precisa all’esperienza di governo. Lucia Borsellino ha lavorato bene in una Sanità in difficoltà. E a lei va la nostra solidarietà e il nostro affetto”.

15.43 Caos in Aula. Il capogruppo di Sicilia democratica Totò Lentini, che aveva rinunciato a parlare, ora chiede di intervenire. Il presidente Ardizzone glielo impedisce: “Siamo in un parlamento, non al mercato”. Lentini protesta di fronte al presidente dell’Ars prima e nei pressi del pulpito.

15.42 Picciolo (Pdr): “Noi siamo sicuri che Crocetta sia al di fuori di questo cortile. La conosciamo come persona schiva, che va in controtendenza alle scelte proposte da questo o quello. E ha la nostra solidarietà. Ma ora serve davvero un cambio di passo. Piena fiducia a lei come presidente e chiediamo un tavolo di maggioranza”:

15.35 Turano: “L’Udc non legherà mai il proprio futuro al teatro dell’assurdo cui abbiamo assistito. Noi possiamo dire solo che non siamo soddisfatti di questo governo. Adesso speriamo che questo parlamento e il governo si spendano per le riforme necessarie che sappiamo. Da queste dipende la sorte del governo e della legislatura intera”.

15.30 Il capogruppo Udc Mimmo Turano: “Su quella intercettazione abbiamo preso atto della smentita della Procura. Le preoccupazioni di Lucia Borsellino, però, sono sempre state anche le nostre preoccupazioni. All’assessore il nostro partito ha sempre assicurato il sostegno. Vorrei ricordare che l’Udc ha lasciato la giunta in occasione della nomina dei manager. Noi chiediamo oggi che si intervenga nel settore della Sanità in maniera forte”.

15.21 Il deputato del Megafono Antonio Malafarina: “Lei presidente si è battuto in un processo di moralizzazione che le viene disconosciuto. In passato la politica ha approfittato del clientelismo e dell’assenza di diritto per avere consenso. La ‘manciugghia’ non è solo un problema del presidente, ma si tutti i siciliani costretti a pagare oboli a causa di questa manciugghia. I risultati da lei ottenuti hanno finalmente isolato il malaffare. E anche tu sei rimasto solo qualche volta. Ed è in quei momenti magari che si finisce per appoggiarsi a chi vuole esserti amico a tutti i costi per poi pugnalarti alle spalle. Certo, forse tu ti sei ostinato a interessarsi quasi esclusivamente alla lotta al malaffare. Ma basta col massacro Sicilia e col metodo Boffo”.

15.17 Musumeci: “I deputati di maggioranza non hanno difeso la sua rivoluzione, ma solo la propria poltrona. Noi riteniamo che questa esperienza sia conclusa, definitivamente. Qualcosa è saltato: 37 assessori in 33 mesi, i bandi fermi, le nomine solo per fedelissimi e paesani, la Formazione, il Piano giovani, gli enti inutili, il precariato. Siamo di fronte a una frattura insanabile tra la presidenza della Regione e la stragrande maggioranza del popolo siciliana. Lei sta facendo lo stesso percorso di Luigi XVI che aveva sottovalutato la rivoluzione francese, e il paragone è, ovviamente, solo politico. Questo è il momento delle scelte responsabili, che solo lei può compiere. A noi la vicenda dei nastri, gravissima, non interessa in questa sede. La nostra condanna politica l’abbiamo espressa già da tempo, quando abbiamo capito che lei è inadeguato a questo ruolo. Lasci, presidente. La smetta con questa ribellione, prima che la ribellione arrivi dalla piazza. Poniamo un limite a questa tragicommedia”.

15.13 Musumeci: “Lei presidente è stato sballottato da una parte all’altra. Tutti sapevano di questa intercettazione, eppure il Pd ha deciso nonostante tutto di entrare al governo, seppur, meno male, con un galantuomo come Baldo Gucciardi. E poi tutti, nel Pd, alla fine hanno fatto i meravigliati, il classico ‘scantatu’ del presepe. Come se non sapessero di quella intercettazione. Hanno inventato un governatore rivoluzionario, e mentre lo difendevano congiuravano per la sua sostituzione. Quanta ipocrisia”.

15.08 Nello Musumeci: “Vicenda triste e disarmante. L’istituzione regionale è l’unica ad uscire sconfitta. Nel suo intervento ha ricordato come qualcuno abbia voluto in questi giorni per mettere il dito nella piaga. Io sono convinto che la politica non ha bisogno di cinismo ma di senso critico e spessore umano. Non le sarà sfuggita la condotta del mio gruppo politico”.

14.57 Francesco Cascio dell’Ncd: “Chi sono questi poteri occulti a cui lei ha fatto riferimento? Le sono vicino umanamente, ma oggettivamente come fa a non capire che è finita? Ci sono voluti 50 minuti per sentire una cosa saggia nel suo intervento, l’appello all’aula per una collaborazione. Ecco, stabiliamo insieme una strategia d’uscita per andare al voto in primavera. Siamo alla fine di una pagina triste”.

14.48 Giovanni Di Mauro del Partito dei Siciliani – Mpa: “Non c’è collegamento tra il governo e la maggioranza. Lei ha il dovere di risolvere questo nodo, perché non si può continuare a vivacchiare. Metta il Parlamento nelle condizioni di lavorare o ne tragga le conseguenze”.

14.42 Girolamo Fazio del Gruppo Misto: “L’azione politica da lei portata avanti è stata finora fallimentare. Come fa a dire che tutto va bene o che sono state portate avanti attività amministrative che hanno portato un vantaggio ai siciliani quando non c’è un settore che funzioni? Che fine ha fatto la sua rivoluzione? Dopo due anni e mezzo lei può rispondere a queste domande, fare le sue valutazioni e trarne le conseguenze”.

14.35 Il deputato del Movimento cinque stelle Salvatore Siragusa: “Con lei doveva arrivare la rivoluzione e siamo di fronte al più grande fallimento di sempre. Lei sta solo dando continuità al passato. Lei sta portando i siciliani alla fame. Ma ovviamente la colpa non è tutta sua. Siamo di fronte a un sistema di potere che umilia i siciliani. Lei col suo cerchietto magico ha imposto alla Sicilia lo stesso sistema che diceva di vole combattere. Adesso basta. Lei se ne deve andare per i due anni di assoluta inadeguatezza politica e amministrativa, per la continuità col passato, per le sue menzogne e per il fatto che lei non è un presidente libero. Ma devono andarsene anche tutti quelli che l’hanno sostenuta. La Sicilia non può essere ostaggio di una guerra interna al Pd. E dov’erano i coraggiosi dell’ultima ora, che abbandonano la nave solo un minuto prima che affondi e vanno solo a caccia di ‘like’?”.

14.33 Falcone: “Noi eravamo pronte a presentare una mozione di sfiducia. Che deve essere calendarizzata. Diamoci una scadenza, allora. Puntiamo all’obiettivo di portare a casa i risultati necessari per i siciliani, e poi vediamo”.

14.29 Falcone: “Lei presidente ha parlato di un massacro nei confronti della Sicilia. E’ vero. Oggi i politici siciliani a Roma, a cominciare dal sottosegretario Faraone, competono per massacrare la Sicilia. Ma lei col suo partito fate il gioco del gatto e del topo. E per questo motivo, Cracolici ha detto che lei è il peggior presidente della Regione, senza contare i tweet. Lei, presidente è stato infangato dal suo partito”.

14.26 Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone: “Presidente, con lei si è candidata Lucia Borsellino, che era un vero simbolo di antimafia. Lei oggi ha provato a snocciolare una difesa, ma, solo per fare un esempio, già nel 2014 il presidente della commissione Salute Digiacomo ha parlato di pressioni indebite sulla scelta dei manager. Ed è stata la Procura di Catania ad aver aperto un fascicolo”.

14.24 Cordaro: “Crocetta ha detto di rimettersi nelle mani del parlamento. Adesso spetta al Pd di assumersi le proprie responsabilità. I siciliani hanno il diritto di tornare al voto”.

14.20 Cordaro: “L’intercettazione non esiste? Io lo spero. Ma quando vedo le più alte critiche intervenire a sostegno di Lucia Borsellino, qualche dubbio mi sorge. Riguardo ai suoi riferimenti a Cuffaro, io se fossi in lei eviterei. Non solo perché siede al suo fianco Giovanni Pistorio, ex assessore di Cuffaro, mentre a sostenerla fino a poco tempo fa c’era il compianto Lino Leanza, e il suo vicepresidente fino a poco tempo fa era Patrizia Valenti, un dirigente ‘creato’ da Cuffaro”.

14.18 Cordaro: “Sulla Sanità, mi sarei aspettato una sua presa di distanze da certi comportamenti. E non c’è stata”. Cordaro legge una intercettazione in cui si fa riferimento all’intervento del governatore su un trasferimento di un medico sgradito al primario Tutino.

14.15 Il capogruppo del Cantiere popolare, Toto Cordaro: “Ho condiviso in qualche passaggio il suo intervento, soprattutto quando ha esposto la sua sofferenza umana. Non c’è nulla di personale in quello che dirò, il mio intervento sarà solo politico. Il suo è un fallimento politico. A cominciare dai cambi degli assessori ai dirigenti, ai fallimenti in tutti i campi, sui quali abbiamo messo mano, senza mai giungere a una conclusione”.

14.12 Il presidente della Regione ha concluso. Inizia il dibattito in Aula.

14.10 Crocetta: “Il parlamento può anche staccare la spina adesso. Ma si renderebbe complice di un’opera di sciacallaggio. Fondata su ragioni oscure che presto dovrà essere chiarita nelle sede opportune”.

14.06 Crocetta: “Per chi suona la campana? Quello a cui abbiamo assistito è un delitto imperfetto. E se domani facessero un delitto perfetto?”.

14.03 Crocetta: “Questo non è il momento di fuggire o di resistere. E’ il momento della ribellione nei confronti di chi continua a coltivare un’idea terribile della Sicilia. Abbiamo tante cose da fare. Un uomo pubblico non fugge di fronte ai propri doveri. Abbiamo tutti delle responsabilità di fronte al popolo siciliano e italiano. E dobbiamo difenderci di fronte a chi pensa che siamo attaccati alla poltrona solo per una questione di indennità. Vi invito a condividere l’idea di condividere l’avvio della programmazione europea, di alcune riforme essenziali, e poi voi, solo voi, senza diktat romani o poteri paralleli, potrete decidere la fine di questa legislatura”.

14.01 Crocetta: “Mi rifiuto di pensare che uomini di destra o sinistra possono partecipare a questo massacro. E di pensare che meccanismi machiavellici possano andare contro le istituzioni. Penso che la Regione potrebbe chiedere un risarcimento miliardario per vicende inesistenti, visto che questo abbassa la fiducia negli investimenti e potrebbe persino portare a un abbassamento del rating. Il danno di immagine provocato alla Sicilia è incalcolabile”.

13.58 Crocetta: “Io sono un condannato a morte. Una condanna che non può essere revocata perché il boss Emmanuello nel frattempo è morto. E un pentito ha detto che una volta fuori dalle cariche istituzionali, io dovessi essere ucciso in un finto incidente, per non farmi passare come un eroe antimafia. Io non mi sento un eroe. Anzi credo che la mafia dovrebbe denunciarmi per mobbing”.

13.55 Crocetta: “Non ci sto di fronte alla campagna denigratoria, non calo la testa di fronte ai potenti, sono un uomo libero e lo sono sempre stato. Forse pago la mia ingenuità e vi chiedo perdono per questo. Ma di certo non mi piegherò di fronte a qualche gruppo, magari editoriale, interessato ai termovalorizzatori. La mia azione mi rende ostile al vero cerchio magico che è quello degli affari che collude con una massoneria deviata e con la mafia. E che sa sapientamente orchestrare i giochi, molto spesso nella inconsapevolezza di chi viene utilizzato”.

13.50 Crocetta: “La Sicilia è la Regione che ha tagliato di più. Ma a Roma e a Milano non lo dicono. E la Corte dei conti ha detto che questi tagli sono stati vanificati dai tagli a volte incostituzionale dei governi nazionali. Se non fossimo intervenuti, saremmo andati verso un default greco. Io non mi dimetto, perché non sono un irresponsabile. Perché non voglio lasciare decine di migliaia di lavoratori senza lavoro e senza salario. Qualcuno continua a dire che lo Statuto siciliano è un verme roditore. Anche perché grossi gruppi vogliono riprendere gli affari di sempre”.

13.46 Crocetta: “Non si può dire che questo governo non abbia fatto la lotta alla mafia. Mi si citi un governo nazionale o un Comune che ha fatto quello che abbiamo fatto noi. Io perdono sempre, anche quando mi si fa del male gratuito. Io potrei citare anche i successi nell’utilizzo dei Fondi europei. Ma io non voglio parlare di politica in questa seduta. La politica divide, e qualcuno può avere visioni differenti sulla politica del governo. E non può essere altrimenti, visto che questo fa parte della democrazia. Ne possiamo parlare in un’altra seduta, non certo adesso, viso che le questioni non hanno nulla a che vedere con la politica”.

13.40 Crocetta: “Abbiamo abbassato lo stipendio dei dirigenti a 160 mila euro  e ridotto del 20 per cento il salario accessorio, abbiamo bloccato gli appalti sospetti, come quelli del Consorzio autostrade siciliane, abbiamo scoperto gli evasori con Riscossione Sicilia e abbiamo tagliato le spese di rappresentanza, mentre non stiamo usando le somme riservate. Ho poi tagliato un ufficio stampa con 21 capiredattori, che penso qualche odio me l’abbiano provocato, abbiamo tagliato i fondi alla comunicazione. Abbiamo denunciato la mafia che si è impossessata dell’Esa e la mafia del pascolo che mi ha minacciato. Abbiamo poi allineato le pensioni dei regionali a quelli dello Stato, abbiamo tagliato 3 miliardi di sprechi cercando di non attaccare lo Stato sociale, e il licenziamento di ex Pip con 416 bis appartenenti a tutte le cosche di Palermo, mentre abbiamo licenziato altri che non potevano lavorare con la pubblica amministrazione, e lo stesso abbiamo fatto al 118 e tra i Forestali. Certamente ci siamo fatto qualche inimicizia”.

13.36 Crocetta: “Io non mi dimetto. Non posso dimettermi per accuse inesistenti. Credo che questo non sia il momento di parlare di aspetti politici, che attengono al gioco della politica. In tema di questione morale non siamo secondi a nessuno: dallo scandalo Giacchetto alla Formazione, dai tagli alle assicurazione nella Sanità fino alle denunce sui farmaci”.

13.33 Crocetta: “Scopro oggi che il cerchio magico è formato da un medico amico e da un manager. Vedo che il livello di indignazione è cambiato. Ai tempi di Cuffaro, nel cerchio magico, c’era anche la mafia…”. Grida in Aula. “Non sto accusando Cuffaro di niente, dico che ai tempi di Cuffaro la rappresentazione mediatica era quella. Non ho detto che condivido le accuse e non mi accanisco di fronte a una persona che sta scontando civilmente la sua pena”, replica Crocetta.

13.30 Crocetta: “Sampieri non l’abbiamo nominato, visto che aveva un avviso di garanzia. E che Ficarra non potesse essere stato segnalato da Sampieri lo dimostra che nei confronti del manager aveva portato avanti due cause a Gela. Sampieri non è stato nominato nonostante fosse il primo nelle graduatoria della commissione. Tutino? Lo incontravo ogni 15 giorni, nel suo studio, ed ero sempre accompagnato dalla scorta. Anche la mia abitazione è monitorata, quindi nessuna fantasia può essere fatta sulla mia vita privata. Nessuna vita è più chiara della mia”.

13.26 Crocetta: “Qualcuno vuole sacrificare un innocente per motivi elettoralistici. E andiamo ai fatti: i manager sono stati selezionati da una commissione qualificata. E la legge ci consentiva di scegliere comunque su una rosa molto ampia. E la lista è il frutto di criteri molto rigidi, giunta al termine di una istruttoria molto serrata portata avanti dalla segreteria tecnica dell’assessorato. E qualche amico mio è pure rimasto fuori. Nessuna nomina è stata compiuta a causa di qualche segnalazione”.

13.24 Crocetta: “Mi batterò per una democrazia che non sia slogan. Le richieste di qualcuno di andare al voto è strumentale e interessata. Ed è irricevibile Non cederò agli sciacalli. La democrazia ha la forma di una rosa, e se si strappa un petalo o una spina, la bellezza della rosa non è uguale”.

13.19 Crocetta: “La vita di un uomo ha senso se mantiene la dignità e la libertà. Alla libertà ho rinunciato presto, quando da singolo di Gela vivevo dietro finestre blindate e coperte dalle sbarre. Ma al mio onore non potrò rinunciare mai. Ho notato che il mio silenzio è stato interpretato come una ammissione di colpa. Allora per questo motivo ho recuperato il mio diritto alla parola. Mi sono rifiutato di darmi in pasto a dei famelici carnefici. Tutto questo passerà alla storia come una pagina infame, dove poteri oscuri sono intervenuti nei confronti delle istituzioni. I falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi. Rivendicare l’autonomia della politica significa dare certezza ai cittadini. Quella intercettazione non c’è. E io non posso dimettermi. Penso che ancora non tutto è perduto e che esistano ancora dei galantuomini”.

13.17 Prende la parola il presidente Crocetta: “Grazie al parlamento per avermi consentito di intervenire per contribuire alla ricerca della verità. In questi giorni ho vissuto i momenti più terribili della mia vita. Come se avessi visto un film attraverso il quale l’attacco al presidente della Regione è stato un attacco alle istituzioni siciliane. Mi sono sentito come un lebbroso nel Medio evo, con la paura di affacciarsi alla finestra per non ricevere un insulto. Ho rischiato persino di essere scambiato come un silente complice di un attentato nei confronti di Lucia Borsellino”.

13.15 Riprende la seduta.

13.12 A Roma, intanto, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti ha incontrato “informalmente” il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini. Al centro della chiacchierata, ovviamente, la “questione siciliana”.

13.03 Stando alle parole di alcuni tra i più vicini al presidente, sono da escludere le voci di possibili dimissioni di Rosario Crocetta.

13.01 Rosario Crocetta non parlerà “a braccio”. Il lungo discorso verrà letto dal governatore di fronte ai deputati di Sala d’Ercole.

12.58 Il presidente della Regione sta raggiungendo Palazzo dei Normanni.

12.52 Sul caso Crocetta e l’intercettazione che riguarderebbe il governatore siciliano “ho avviato le verifiche preliminari come avviene ogni volta che c’è una diffusione impropria di informazioni processuali. Non c’è una specificità, è quasi un automatismo”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

12.40 Aula sospesa, in attesa dell’arrivo del presidente della Regione Rosario Crocetta.

12.33 Il deputato del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri: “Noi da tempo chiediamo le dimissioni di Crocetta. Le intercettazioni dell’Espresso? Quelle sono tutte da dimostrare, ma le intercettazioni, diciamo così, “vere” raccontano di un governatore che condizionava pesantemente la Sanità siciliana. E anche prima di queste intercettazioni, del resto, Crocetta aveva dimostrato di essere un incapace dal punto di vista amministrativo, una vera e propria calamità per la Sicilia”.

12.27 In Aula la conferma ufficiale delle dimissioni di Ferrandelli. Essendo state reiterate dopo essere state respinte dall’Aula, l’Ars non può che prenderne atto.

12.20 Il presidente della commissione Antimafia all’Ars Nello Musumeci: “Che quella intercettazione terribile esista o meno dovrà dimostrarlo l’Espresso. E se non c’è, siamo di fronte certamente a un fatto inquietante. Ma questo non cambia il resto. Da quanto emerge la Borsellino era circondata da personaggi equivoci. Siamo di fronte a una tragicommedia, ma la Sicilia è alla paralisi, non si apre più un cantiere. In poco più di due anni Crocetta ha fatto più danni di quanto abbiano fatto i suoi predecessori nei vent’anni precedenti. Cosa verrà a dire oggi? Semplice: dirà che è una vittima dei poteri forti, che qualcuno ha tentato un golpe e che non si dimetterà. Il Pd continuerà a fare il gioco delle parti e lo terrà in piedi”.

12.03. Dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione Siciliana che ha pubblicamente affermato di aver pensato al suicidio dopo lo scandalo delle intercettazioni pubblicate da L’Espresso, il Codacons ha deciso di offrire assistenza psicologica a Rosario Crocetta. “Crediamo si tratti di dichiarazioni molto serie da non sottovalutare- spiega il Codacons- il governatore di una regione deve avere il polso per fronteggiare situazioni critiche come quella vissuta da Crocetta, e non dovrebbe mai, in nessun caso, nemmeno valutare l’ipotesi di suicidio. Per tale motivo, se lo riterrà opportuno, mettiamo a disposizione del presidente della Regione Siciliana un pool di esperti costituito da psicologi e psichiatri che da tempo collaborano con la nostra associazione, e che sono pronti a fornire tutto il supporto psicologico e professionale del caso”.

12.01. “Siamo preoccupati per le questioni sollevate da Lucia Borsellino quando ha deciso di dimettersi per motivi etici e morali. Vogliamo sapere cosa ci sta dietro questa denuncia e per questo abbiamo scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è un siciliano ed è il primo garante della legalità”. L’ha detto il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo Salvatore Amato. Amato ha spiegato che l’ex primario dell’ospedale Villa Sofia, Matteo Tutino, ai domiciliari con l’accusa di truffa e peculato, è stato sospeso d’ufficio dall’Ordine dei medici. “Abbiamo chiesto alla Procura – ha aggiunto – di avere notificati eventuali procedimenti e provvedimenti in atto e attendiamo il carteggio”.


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