Gestione dei beni confiscati | Iter di trasferimento per 5 giudici - Live Sicilia

Gestione dei beni confiscati | Iter di trasferimento per 5 giudici

La Prima Commissione del Csm ha aperto la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale delle toghe indagate dai magistrati nisseni che hanno acceso i riflettori sulla sezione Misure di prevenzione del tribunale palermitano.

l'inchiesta della procura di caltanissetta
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ROMA – La Prima Commissione del Csm ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio, per incompatibilità ambientale, nei confronti dei cinque magistrati coinvolti nell’indagine svolta dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta sulla gestione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Lo rende noto un comunicato del Csm.

“Abbiamo assunto questa decisione tempestivamente- sottolineano la Presidente della Commissione Paola Balducci e il relatore Pierantonio Zanettin- perché siamo convinti della necessità di tutelare l’immagine ed il prestigio della magistratura palermitana, cui il nostro Paese tanto deve nella lotta alla mafia”. “La credibilità della funzione giudiziaria, in un’area connotata da una una pervasiva presenza della criminalità mafiosa, rappresenta un insostituibile baluardo a tutela della legalità”, ha aggiunto Balducci.

Ma chi sono i giudici coinvolti nell’indagine? Innanzitutto Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione che dopo lo scandalo è stata trasferita alla terza sezione della Corte d’assise. La Saguto sarebbe il vertice del presunto sistema affaristico – i pubblici ministeri di Caltanissetta ipotizzano i reati di corruzione, induzione alla concussione e abuso d’ufficio – creato attorno alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Un sistema che avrebbe finito per favorire alcuni amministratori giudiziari piuttosto di altri. Si indaga, in particolare, su Gaetano Cappellano Seminara, il principe degli amministratori, e sul giovane Walter Virga, figlio di Tommaso, altro magistrato indagato. A detta dei pm nisseni, il primo sarebbe stato nominato in cambio di consulenze assegnate al marito della Saguto e il secondo per “ringraziare” Virga padre che, quando era consigliere del Csm, avrebbe calmato le acque che si agitavano sull’operato della Saguto. Virga da poco tempo si è insediato alla presidenza della quarta sezione penale del Tribunale di Palermo, prendendo il posto di Mario Fontana chiamato a guidare le Misure di prevenzione per chiudere con la vecchia gestione. Un incarico a termine quello di Fontana che è stato precedentemente nominato in corte d’appello e a breve dovrebbe lasciare le misure di prevenzione. Al suo posto dovrebbe arrivare Giacomo Montalbano.

L’inchiesta coinvolge pure Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata, vecchi componenti del collegio presieduto dalla Saguto. Il primo è indagato per abuso d’ufficio perché non si sarebbe astenuto quando venne scelto un amministratore giudiziari con cui aveva un rapporto di conoscenza personale. Il secondo, invece, avrebbe dato il via libera all’adeguamento del compenso riconosciuto in un amministrazione giudiziaria all’ingegnere Lorenzo Caramma, marito della Saguto. Licata e Chiaramonte, nel frattempo trasferiti all’ufficio Gip, sarebbero i protagonisti indiretti di un’altra vicenda su cui indaga la Procura di Caltanissetta. Avrebbero, infatti, saputo dal pubblico ministero Dario Scaletta che era stato trasferito da Palermo a Caltanissetta un fascicolo d’inchiesta su Walter Virga. Scaletta, pm della Direzione distrettuale antimafia, che nulla a che vedere con le indagini sulla gestione dei beni, ha chiesto di non occuparsi più di indagini su Cosa nostra e di misure di prevenzione.

 


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