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Cimiteri in project financing| Il consiglio restituisce le delibere

Clima teso in consiglio comunale, dopo che il consigliere Giuseppe Milazzo ha sporto querela per alcune frasi provocatorie pronunciate da ignoti.

sala delle lapidi
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PALERMO – Sala delle Lapidi restituisce agli uffici le due delibere sul project financing sui cimiteri che riguardavano il nuovo campo santo dei Ciaculli e l’allargamento di Santa Maria di Gesù. Dopo aver bocciato la proposta di un secondo forno crematorio ai Rotoli, motivata con la scelta dell’amministrazione di costruirne uno pubblico, il consiglio ieri sera ha continuato a discutere del tema entrando nel merito delle altre due proposte di finanza di progetto.

Alla fine l’Aula ha deciso di rispedirle indietro, per alcune criticità relative alla documentazione allegata. Agli atti anche una nota del Segretario generale che nel marzo scorso aveva avvertito del pericolo dello schema di convenzione per il cimitero di Ciaculli: il Comune, in pratica, non può cedere diritti di superficie che costituirebbero una garanzia per il gruppo di aziende che chiede il finanziamento del progetto: insomma, il Comune non può correre da solo i rischi ma devono farlo anche i privati.  “Gli uffici si attengano scrupolosamente a quanto segnalato dal Segretario generale relativamente agli effetti patrimoniali negativi che potrebbero emergere da una eventuale rinuncia o cessione di ogni effetto giuridico e patrimoniale sulla proprietà, cioè il terreno – avverte il forzista Giuseppe Milazzo – chi propone il project financing deve rispettare la legge e cioè impegnare il proprio patrimonio senza mettere a rischio quello del Comune di Palermo. Ribadisco che Palermo deve avere e avrà un cimitero, ma è necessario che ognuno applichi le normative vigenti”.

“La delibera è stata ritirata, questa amministrazione non riesce per l’ennesima volta a presentare una delibera votabile, quando verrà riproposta seppur con la documentazione richiesta il mio voto continuerà ad essere contrario – dice Luisa La Colla del Pd – è il pensare a un project financing per un cimitero che è assurdo, il cimitero deve essere pubblico. Sistemiamo quelli esistenti, il comune può realizzare 5 mila posti senza privati”.

Ma il clima a piazza Pretoria, ieri sera, non era certamente dei più sereni. Il consigliere comunale e deputato regionale di Forza Italia Giuseppe Milazzo ha infatti sporto querela dopo che martedì sera, al termine della seduta in cui il consiglio ha bocciato il forno crematorio, è stato destinatario di alcune frasi provocatorie, pronunciate da ignoti davanti all’ingresso di Palazzo delle Aquile e alla presenza di alcuni colleghi, riconducibili alla posizione assunta dal consigliere nei confronti della delibera. Una circostanza che ha spinto l’esponente azzurro a sporgere querela presso la Digos.

“Ritengo – dice Nadia Spallitta del Pd – che la gestione dei cimiteri e delle attività connesse con il loro funzionamento debbano essere affidati al soggetto pubblico, trattandosi di servizi primari ed essenziali per i quali devono essere garantiti la gratuità o comunque un regime tariffario assolutamente calmierato. Per questa ragione ho condiviso il rigetto del project financing rivolto a finanziare un forno crematorio ai Rotoli, il cui affidamento ai privati avrebbe sicuramente aumentato i costi a carico del cittadino. Ugualmente ritengo che debba essere bocciata la proposta relativa alla gestione privata di un cimitero a Ciaculli per una serie di motivi: in primo luogo, secondo le indicazioni degli uffici competenti, non serve un grande cimitero ma solo 5 mila posti per inumazione (l’emergenza cimiteriale è stata parzialmente risolta con il ripristino della funzionalità integrale dei Rotoli), in secondo luogo la finanza di progetto determina incrementi notevoli di costi per i cittadini. Gli attuali proponenti potrebbero non avere i requisiti giuridici per presentare un progetto del valore di circa 44 milioni di euro (le loro certificazioni sembrerebbero risalire al 2012). Sembrerebbe inoltre che uno dei proponenti si trovi in situazione di crisi finanziaria (liquidazione coatta amministrativa), condizione incompatibile per legge con il project financing. A ciò si aggiunga che l’area interessata dal progetto di finanza ricade in parte su immobili confiscati alla mafia, per i quali la legge esclude utilizzI di carattere privatistico e lucrativo. Da non dimenticare che il piano delle espropriazioni previsto dal progetto applica una legge dichiarata da tempo incostituzionale e prevede una spesa di poco più di 1 milione euro per espropriazioni. In realtà i costi sono di gran lunga superiori in quanto il valore da applicare è il valore venale del bene, commisurato alle potenzialità del bene stesso (almeno 3-4 volte quello attualmente stimato). Dal momento che i vincoli preordinati all’esproprio sono scaduti, deve essere prevista un’indennità espropriativa aggiuntiva attraverso un’apposita delibera di variante urbanistica. Va ricordato come il progetto, che ricade apparentemente su un’area di circa 70 mila metri quadrati comporti invece l’utilizzo, come area di rispetto, di altri 200 mila metri quadrati, parte dei quali sembrerebbe ricadere anche all’interno del Comune di Villabate. Circostanza che rende improbabile la legittimità del provvedimento e in ogni caso implicherebbe una variante urbanistica in relazione alla quale dovrebbe essere acquisita preliminarmente la Vas-Via che, allo stato attuale, non risulta dagli atti. Infine ritengo gravissimo che i consiglieri comunali possano essere in qualche modo oggetto di attenzioni da parte di eventuali personaggi interessati al progetto. In considerazione della valenza economica della proposta e dei forti interessi coinvolti, ritengo che la materia debba essere oggetto di un approfondimento adeguato e consapevole che, a mio avviso fino ad oggi non c’è stato e che l’atto, nella sua formulazione, non consente”.

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