Braccio di ferro sui conti | Girlando: "Catania è salva" - Live Sicilia

Braccio di ferro sui conti | Girlando: “Catania è salva”

I dieci rilievi fatti pervenire di recente dalla Corte dei Conti e la richiesta di chiarimenti da inviare entro le prime due settimane di Gennaio a Palermo, hanno scandito l’attesa di un dibattito che – stando alle attese – avrebbe dovuto promettere scintille.

CATANIA – Un’uscita che vale quanto un sospiro di sollievo: “Catania si salva”. E bisogna credergli se a dirlo è l’assessore al Bilancio del Comune Giuseppe Girlando, ieri sera ospite di CittàInsieme per un braccio di ferro con Manlio Messina, leader dell’opposizione di centrodestra in Consiglio. I dieci rilievi fatti pervenire di recente dalla Corte dei Conti e la richiesta di chiarimenti da inviare entro le prime due settimane di Gennaio a Palermo, hanno scandito l’attesa di un dibattito che – stando alle attese – avrebbe dovuto promettere scintille. Al centro ci stanno ovviamente i numeri e – in particolare, come hanno chiesto i giudici contabili  – le modalità di copertura del disavanzo “generatosi dopo l’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale pari a 29.600.717,8 euro”.

Insomma, se per l’assessore al Bilancio il Comune non è in procinto di fallire; c’è che le cifre contestate sono figlie di un Piano di rientro che, nato con Stancanelli e raccolto in eredità da Enzo Bianco, oggi “merita di essere aggiornato”.  Tuttavia la giornalista Melania Tanteri, chiamata a moderare l’incontro, ci vuole vedere chiaro. E parte un fuoco di fila di domande. “Qual è la massa dei debiti fuori bilancio?”. La risposta è parzialmente elusa.  “Ce ne sono di nuovi?”. Girlando si lascia sfuggire un “ni” del tutto ipotetico, assicurando comunque la non insorgenza di nuove posizioni debitorie dopo l’approvazione del Piano di rientro. Intanto il vice presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Arcidiacono, che nei scorsi giorni aveva dichiarato alla stampa di sentirsi “molto preoccupato” è in sala e prende appunti. E non è il solo. Presenti ci sono ben tre esponenti della giunta Bianco (Villari, D’Agata, Di Salvo) e un’ampia schiera di consiglieri del centrosinistra e non. Segno che la questione sia di quelle che pesano.

Ma alla domanda sui 20 milioni di euro di debiti del capitolo Sidra, Girlando i numeri li snocciola: “Guardi, 12 riguardano la transazione in favore delle Acque di Casalotto”. Manlio Messina, che del debito relativo alla Sidra aveva fatto un caso, non si scompone più di tanto. Lo scambio di battute resta cordiale. Anzi, sembra che ci sia un certo grado di complicità tra i due. Così se l’assessore al Bilancio afferma che le partecipate “non sono il problema del Comune”; il consigliere eletto nell’ex Pdl tesse le lodi di Michele Giorgianni, attualmente al vertice di Multuservizi. Sulla questione uffici stampa, Messina ha però il dente avvelenato e rilancia la polemica sul bando Amt e sull’intervento “provvidenziale dell’assessore che lo ha stoppato”.

Nel pubblico c’è anche Matteo Iannitti, voce di Catania Bene Comune, l’opposizione extra consiliare a Enzo Bianco, che per una volta riesce a convincere addirittura  Messina: “Tagliando, tagliando, è vero che del Comune non resta altro che un salotto buono per accogliere i ministri”. Il richiamo è alla visita istituzionale di ieri mattina del capo dicastero  alla Pubblica Istruzione Stefania Giannini a Palazzo degli Elefanti.  Che dire, le attese infuocate delle attese hanno lasciato spazio a un dibattito felpato, dove – a dirla tutta – sopra le questioni contabili i non addetti ai lavori hanno poco da riferire. “Una seduta di psicologia, più che un dibattito di bilancio”, ha chiosato per l’appunto un tecnico presente in sala.


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