"Non sono una terrorista"| Khadiga Shabbi si difende - Live Sicilia

“Non sono una terrorista”| Khadiga Shabbi si difende

Khadiga Shabbi, la donna fermata per istigazione al terrorismo

Intervista alla donna finita sotto inchiesta. L'abbiamo attesa all'uscita del carcere Pagliarelli.

PALERMO – All’uscita dal carcere Pagliarelli di Palermo tira dritto per la sua strada. Poi, accetta di rispondere ai cronisti. Il suo italiano è poco fluente. In soldoni, Khadiga Shabbi dice di essere finita in un terribile equivoco.

Non sarebbe la donna che viene dipinta dai pubblici ministeri di Palermo. Non è facile seguire il suo ragionamento. Alcune cose risultano, però, chiare. Dice di non essere una terrorista perché “non si può uccidere in nome della religione”. Non ce l’ha con i cristiani perché anche il Cristianesimo “è una religione di Dio”.

E quelle foto nel suo profilo Facebook con i militanti della Jihad? “La bandiera nera che si vede – spiega – non è dell’Isis, è una bandiera storica di tutto l’Islam. L’Isis no ci ha chiesto il permesso di prenderla. Ci sono due bandiere: una bianca quando non c’è la guerra e una bianca quando si combatte, e per ora nel mio paese si combatte”. La donna, che conferma di essere “venuta in Sicilia solo per studiare”, spiega il suo attivismo sui social network con l’esigenza di sapere “cosa accade nel mio paese”.

Nessun contatto con i terroristi. Confermati quelli con il nipote che, però, a suo dire, terrorista non era. Ammette pure di avere minacciato una sua connazionale, ma solo per via dei dissapori che la guerra in Libia ha creato. Anche a Palermo i libici si sono divisi in fazioni. Quella che appoggia il governo riconosciuto dalla comunità internazionale e quella dei rivoluzionari che combattono in nome dell’Islam. Non chiamateli terroristi però, almeno per Khadiga Shabbi che poi si incammina verso casa. Abita nel rione Albergheria. Una curiosità: la casa è di proprietà della famiglia del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che l’ha affidata ad un’agenzia immobiliare. È stata l’agenzia a sottoscrivere il contratto di affitto con la donna.

 


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