"Perché il Sud non cresce?" |Il convegno a Catania - Live Sicilia

“Perché il Sud non cresce?” |Il convegno a Catania

A introdurre i lavori e porre gli interrogativi iniziali è stato il padrone di casa, Maurizio Caserta.

all’Università
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CATANIA – Si è tenuto all’Università di Catania, organizzato dal dipartimento di Economia e Impresa, al Palazzo delle Scienze, il seminario tenuto da Lorenzo Infantino, professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali della Luiss. L’incontro ha preso le mosse da un grande evento per gli studiosi della disciplina, qual è la pubblicazione della nuova traduzione dello scritto di Ludwig von Mises, economista della prima metà del novecento e luminoso esponente della Scuola Austriaca di Economia, “L’azione umana”, edito da Rubattino. Seguendo le teorie del grande autore austriaco, ma che ha insegnato a Ginevra, a Londra e poi negli Stati Uniti, Infantino ha anche tratteggiato le ragioni del perché la Sicilia e il Sud non si sviluppano.

A introdurre i lavori e porre gli interrogativi iniziali è stato il padrone di casa, Maurizio Caserta che, davanti a una platea composta per lo più da studenti, ha posto l’accento su quanto sia importante capire la filosofia economica, considerato che spesso “l’azione ottimizzante dell’individuo”, vale a dire il comportamento razionale, non porta necessariamente alla creazione di istituzioni che regolano il mercato. Anzi, spesso quelle istituzioni, spesso si presentano con leggi e norme che non sono necessariamente “giuste”, se non addirittura platealmente “sbagliate”. Come fa il mercato a risolvere questo problema? E come fa a farlo soprattutto nel meridione d’Italia, con quali puntelli istituzionali?

Infantino ha quindi introdotto i concetti base della Scuola Austriaca a partire da quando Carl Menger, funzionario imperiale a Vienna cominciò ad occuparsi di prezzi e di economia, fondando, senza intenzione, la cosiddetta Scuola Marginalista di Economia. Gli austriaci basano le loro teorie su un caposaldo e cioè che è l’uomo a creare il fenomeno economico perché è ignorante. Chiunque voglia fare impresa o voglia acquistare qualcosa non ha tutte le informazioni del Mondo, ma poche. Quando va in un negozio si informa e quindi decide. Lo stesso meccanismo avviene per l’imprenditore che sa o immagina che in un quartiere c’è voglia di pizze, ma non è certo che sia vero. Scoprirà se ha ragione solo dopo che avrà aperto il suo ristorante.

Il mercato quindi non è un’istituzione, ma quello strumento creato dall’interazione di tutti, per mobilitare il massimo delle conoscenze disponibili così da poter prendere delle decisioni. E’ possibile avere informazioni migliori e migliorare così le decisioni? Si, ma solo nel momento e nello spazio prossimo a dove si realizza la decisione, vale a dire il negozio o l’impresa dove avviene una compravendita. E’ impossibile che le migliori informazioni sul mercato le abbiano i politici. In tutti i casi, quelli dovrebbero agire solo per produrre leggi generali, imparziali ed astratte, mentre, specie nel meridione, producono legislazione.

La crisi del meridione, seguendo la logica dell’Azione Umana di Mises, sta proprio nell’illusione che pochi uomini che fanno politica e che conoscono perfettamente le regole del consenso, ma non quelle dell’economia, possano saperne di più dei tanti che tutti i giorni offrono o comprano merci.

La legislazione sono tutte quelle leggine ad hoc e quei provvedimenti non astratti e non generali, che non sono rivolti a stabilire cosa non è lecito fare, ma ciò che va fatto, con approccio etico. In altre parole, producono provvedimenti di clientela che a loro volta non sono altro che privilegi offerti ai soggetti meno efficienti e ai progetti meno efficaci proposti, danneggiando tutta la collettività. Con il loro intervento deleterio, non lasciano che le informazioni disponibili possano essere ottimizzate dall’intervento degli individui, in poche parole, impediscono la competizione tra idee e progetti, creando “inuguaglianza davanti alla legge”.

Al seminario, hanno partecipato anche il Movimento Elettori e Consumatori, il Centro Studi ConsumerInst e la Fondazione Hayek. I consumatori hanno annunciato la diffusione, nei prossimi giorni, di una ricerca sulla quantificazione degli sprechi dovuti a scelte sbagliate, che ammontano a più di dieci miliardi l’anno, nella sola Sicilia.

 

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