La molotov sul casolare di Ciaculli | C'è un fermo per tentato omicidio - Live Sicilia

La molotov sul casolare di Ciaculli | C’è un fermo per tentato omicidio

Benedetto Fici sarebbe stato infastidito dalla presenza di Umberto Geraci ed Ernesta Modica. VIDEO

PALERMO – C’è un fermato per il raid nella borgata palermitana di Ciaculli. Si tratta di Benedetto Fici, pregiudicato di 77 anni. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori della squadra mobile, a lanciare la bomba molotov contro i due giovani accampati in un casolare abbandonato in via Giulio Tenaglia. È accusato di tentato omicidio, lesioni aggravate e porto abusivo di armi da guerra. Umberto Geraci, 22 anni, è in fin di vita. Ernesta Modica, di un anno più grande, ha riportato ustioni gravissime. Fici, che abita in zona, era infastidito dalla presenza dei giovani.

Geraci, ustionato dalla molotov piena di scaglie di metallo, lanciata contro la tenda in cui dormiva con la fidanzata, era già stato cacciato altre volte da immobili della zona. Veniva sempre picchiato e allontanato spiega il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti: “Una vicenda grave e triste. Oggi è stato fermato Benedetto Fici su disposizione della procura di Palermo il presunto autore di questo gesto gravissimo del un lancio di molotov verso questi due ragazzi nel casolare semi abbandonato a Ciaculli”. La presenza di Geraci, panettiere che riusciva a guadagnare poche centinaia di euro al mese e in lite con la famiglia tanto da decidere di andare via di casa, non era gradita in quella zona. “E’ questo il movente della violento gesto – aggiunge Ruperti – Tutto nasce un anno fa quando il giovane decide di andare via di casa e trova rifugio in questi casolari. Siamo riusciti ad arrivare a Fici grazie al racconto delle vittime. I due giovani non conoscevano di nome di chi li perseguitava, ma solo le fattezze fisiche, la macchina che utilizzava e la zona dove presumibilmente abitava. Le indagini sono partite dalle analisi di un altro casolare che è stato bruciato nel fondo della figlia di Fici. Il ragazzo era stato malmenato e questo rudere era stato alle fiamme. Aveva occupato un altro casolare in un altro fondo a cento metri limitrofo ma di altra proprietà. Anche là dentro era stato minacciato di andare, via fino al ultimo gesto del lancio alle molotov che ha provocato ferite molto serie sia al giovane che alla ragazza”. Benedetto Fici non ha confessato.

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